Ask the sand, di Vittorio Bongiorno

Il documentario, costruito intorno al viaggio in Arizona di un padre con il figlio, si sovrappone al dibattito sul modello di società del futuro da realizzare. Al Biografilm di Bologna 2023

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Ask the sand è un documentario che ripercorre il viaggio di un padre (Vittorio Bongiorno) e suo figlio (Giulio Bongiorno). I due protagonisti, determinati nella loro ricerca, raggiungono Arcosanti, una città a circa 100 km da Phoenix, in Arizona. Qui, entrambi entrano in contatto con i responsabili di Arcosanti, un prototipo di città sperimentale ideata dall’architetto italiano Paolo Soleri con lo scopo di migliorare le condizioni di vita nei centri urbani minimizzando l’impatto sull’ambiente. Sul tema del viaggio s’incrocia il primo destino del film, ossia l’impulso iniziale del padre Vittorio che spinge il figlio Giulio verso questa nuova esperienza e proprio quest’ultimo, attraverso i dialoghi con i residenti di Arcosanti e con gli appunti quotidiani fatti di disegni e pratica musicale, riesce a ripercorrere le orme paterne rimettendo in discussione il modello precedente e provando a pensare a una strada alternativa. Non è secondaria, in tal senso, l’idea della libertà delle nuove generazioni di mettere in discussione il modello rigido della società passata avendo il coraggio di prendere e difendere una nuova posizione.

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Montesquieu, nello Spirito delle leggi (1748), scrive: “L’amore della democrazia è quello dell’uguaglianza. L’amore della democrazia è anche l’amore della frugalità. Dovendo infatti ciascuno avervi la stessa felicità e gli stessi vantaggi, vi deve godere gli stessi piaceri e formare le stesse speranze; cosa che non si può pretendere che dalla frugalità generale”. Quest’ultimo passaggio, seppur in ambito politico, rientra nel pensiero di Paolo Soleri che espone, nei filmati d’archivio, l’importanza di una riprogettazione della realtà modellata a misura d’uomo sia dal punto di vista dei bisogni, sia dal punto di vista degli spazi. Non è possibile accettare un modello antiquato che produce spreco e diseguaglianza ma è necessario avviare una trasformazione che vada a influire sulle caratteristiche ambientali e culturali. L’etica edonistica, nella quale la felicità è il consumo, non può che essere rivista in proporzione a criteri universali e generali.

Il giovane Giulio, studente d’architettura, è molto colpito dalla progettazione della città di Arcosanti che è elaborata a partire da una base sinergica in termini di connessioni tra i diversi punti del modello urbanistico. A tal proposito, questa nozione d’interazione è legata al concetto che Paolo Soleri chiama Arcologia, neologismo che indica la fusione tra le parole architettura e ecologia. Qui, nell’idea di Arcologia, si va a riflettere sulla possibilità di creare una struttura sinergica basando tutta la progettazione su più elementi di analisi urbana e di convivenza sociale riducendo al minimo gli sprechi di tempo, di spazio, di trasporti e di inquinamento, il tutto a vantaggio di un più organico, umano ed ecologico sfruttamento dell’ambiente. Del resto senza un ripensamento della società in termini più complessivi non si può giungere a ottenere risultati più ambizioni a favore della popolazione residente.

Il regista Vittorio Bongiorno afferma diverse volte di aver iniziato questo viaggio alla ricerca dell’utopia. Tuttavia, anche se la parola utopia etimologicamente indica qualcosa che non esiste (οὐ “non” e τόπος “luogo”), lo stesso concetto è respinto all’interno del documentario sia dai responsabili della città di Arcosanti, sia da Paolo Soleri nelle interviste d’archivio. Quest’ultimo afferma di non condivide questo concetto perché esso indica, nel dizionario linguistico, qualcosa di visionario o delirante, invece, al contrario, la città di Arcosanti è il chiaro esempio di qualcosa che può essere realizzato avendo basi scientifiche e tecnologiche. Il giovane Giulio, dal canto suo, sembra condividere questo concetto e sposa la battaglia circa la possibilità di unire, attraverso l’architettura, la protezione della natura con i bisogni degli esseri umani. La speranza più profonda del documentario sembra realizzatasi in quanto un giovane studente appare indirizzato verso la riscoperta di un approccio alternativo alle soluzioni dei problemi. Se tutto questo basterà o se tutto questo accenderà un fuoco più grande potrà dirlo solo il corso della Storia.

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