DVD – "La bara", di Ekachai Uekrongtham

La Bara di Ekachai UekrongthamUn tentativo di thai-horror poco riuscito dall’esasperante fotografia virata sul blu e con la solita improvvisa comparsata del perfido fantasma femminile in camicia da notte e dai lunghi capelli corvini parente stretto di quello di The Ring, The Grudge, The Call e tutti gli altri derivati dei derivati. Da Eagle Pictures
 

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La Bara di Ekachai UekrongthamTitolo originale: The Coffin
Anno: 2010
Durata: 87’
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: Thriller/Horror 
Cast: 
Ananda Everingham, Karen Mok, Napakpapha Nakprasitte, Andrew Lin, Aki Shibuya
Regia: Ekachai Uekrongtham
Formato DVD/video: 4/3
Audio: italiano 5.1, inglese
Sottotitoli: italiano
Extra: nessuno

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IL FILM
La vicenda  s’ispira al famoso rituale thai della bara. Il Non Loeng Sadorcro è un funerale di massa per vivi in cui ci si stende dentro una cassa da morto per liberarsi dal karma negativo e allontanare la cattiva sorte. Nel film vengono raccontate, contemporaneamente, le vicissitudini di un uomo e di una donna che, dopo essersi sottoposti alla cerimonia, vivono una specie di esperienza pre-morte. Il rito apparentemente è un successo e sembra che entrambi ne abbiano ricevuto beneficio. Peccato che il maleficio si sia trasferito sulla sorte delle persone a loro più care e che i loro spiriti, non trovando pace, penseranno bene di perseguitarli. L’unica soluzione possibile sarà quella di ripetere la cerimonia in modo tale che le negatività ritornino ai leggittimi proprietari, perché non si può ingannare il destino. Insomma, ognuno si tenga il suo fardello.
Ekachai Uekrongtham è un regista a cui piace sperimentare generi diversi passando con disinvoltura dalla commedia romantica The Wedding Game a film più impegnati come Pleasure Factory , girato nel quartiere a luci rosse di Singapore che racconta le vicende di più personaggi nel corso della stessa notte. Oppure il notevole Beautiful Boxer, biopic sul pugile transessuale Noong Toom, famoso lottatore di muay thai, che lasciò una promettente carriera sportiva per inseguire il sogno di diventare donna.
Ananda Everingham nel film La bara di Ekachai UekrongthamEvidentemente Uekrongtham non poteva proprio resistere a confrontarsi con l’horror, un genere che nel suo Paese è così diffuso e bissato ad oltranza. Il risultato però non convince e il film risente di una regia poco competente della materia di cui vuole trattare. Così The Coffin rimane un tentativo di thai-horror poco riuscito, dall’esasperante fotografia virata sul blu e con la solita improvvisa comparsata del perfido fantasma femminile in camicia da notte dai lunghi capelli corvini, parente stretto di quello di The Ring, The Grudge, The Call e tutti gli altri derivati dei derivati.  La trama è irrisolta e i tentativi di colpi di scena restano inefficaci. Per non parlare degli attori che restituiscono solo impassibili e bellissime facce da spot pubblicitario. Lo stile è più televisivo che cinematografico, con lunghissime e sterili sequenze di campi di grano e asettici appartamenti in cui la massima trovata, per provocare brividi, dovrebbe essere la ripetizione dell’immagine del fidanzato morto in un corridoio di specchi o un mare di sangue (tra l’altro un po’ troppo annacquato) che lentamente sommerge il protagonista mentre si trova all’interno di una bara.
La Thailandia negli ultimi anni è diventato un prolifico produttore di film horror che hanno invaso il mercato homevideo e cinematografico. Un’inarrestabile emorragia che rimescola qualsiasi cosa – dal folklore locale al solito fantasma vendicativo con a seguito il figlioletto spettro che appare nei luoghi più inverosimili – o che, quando serve, recupera grottesche citazioni degli stilemi dell’horror americano con l’ansia di dover mostrare, nel minor tempo, più cose possibili. Si tratta di prodotti cinematografici vestiti di un manierismo internazionale e confezionati tecnicamente molto bene, con grande cura per la fotografia e gli effetti speciali. Pochissimo interesse per la mattanza, giusto il necessario, a differenza dell’horror coreano dove scorrono fiumi di sangue e si susseguono scarnificazioni come in Old Boy o nel recente I Saw the Devil di Jee-woon Kim. In Tahilandia l’horror è più mentale e d’atmosfera, abbondano i fantasmi (la ghost-story di matrice orientale) e il set si sporca poco.Karen Mok nel film La Bara di Ekachai Uekrongtham Qualche eccezione non manca e anche il puro splatter si scatena senza freni come in Art of the Devil 2. Nel thai-horror, tra qualità e quantità, si susseguono una certa moltitudine di titoli e le tipologie sono variabili con tutte le combinazioni possibili. Può essere considerato un film manifesto il bizzarro Buppah Rahtree del 2003. Una sorprendente commedia/horror con tutta una sfilza di personaggi pittoreschi, divertenti citazioni da L’Esorcista, un fantasma che picchia duro e improvvise atmosfere malinconiche sullo sfondo di una periferia urbana raccontata visivamente con grande accortezza.  Non mancano  interessanti pellicole low budget rimaste inedite in Italia come Sick Nurses e thriller/horror ad alto budget di grande successo come Shutter e Alone , entrambi diretti dalla coppia Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom vincitori di numerosi premi. E ancora esperimenti come 4BIA, un horror collettivo composto da 4 storie dirette da quattro famosi maestri thai del brivido, o Coming Soon dove la sala cinematografica diventa luogo di contagio collettivo a causa della proiezione di una pellicola maledetta, un po' come in Demoni di Lamberto Bava o Angoscia di Bigas Luna. Il thai-horror è un fenomeno che potrebbe andare ad esaurirsi oppure evolvere in qualcosa di molto interessante. Intanto col passare del tempo tendono a migliorare diventando sempre più efficaci e sofisticati in ritmo, montaggio, musiche e fotografia come 6:66 Death Happens o Still e ormai sono gli americani che traggono remake dal cinema thailandese.

 

IL DVD
Un film giocato sull’inquietudine che può trasmettere la visione di un uomo vivo deposto all’interno di una bara. Aldilà di questo non si aggiunge assolutamente nulla di nuovo alle solite storie di fantasmi orientali e il regista Ekachai Uekrongtham, abituato a un cinema più impegnato, riesce solo a sfigurare nel confronto con i suoi colleghi asiatici  più esperti e abili realizzatori di thai-horror.La cerimonia thailandese del Non Loeng Sadorcro nel film La Bara di Ekachai Uekrongtham
Il protagonista maschile è interpretato da Ananda Everingham diventato famoso grazie a Shutter mentre la protagonista femminile è interpretata da Karen Mok la sensuale attrice di Angeli Perduti del regista Wong Kar-Wai.
E’ interessante la tematica del rituale Non Loeng Sadorcro o cerimonia della bara, un’autentica usanza thailandese. Nelle prime sequenze del film appare l’affascinante e impressionante svolgersi di questo rito  con centinaia di bare,  intorno ad un enorme statua del buddha, in cui si distenderanno persone vive. Certamente il film fa una pessima pubblicità a questa cerimonia perché propone la possibilità di conseguenze negative per chi la pratica e magari dopo aver visto The Coffin molti ci ripenseranno a farlo. Oppure si mira crudelmente a terrorizzare tutti quelli che in passato hanno partecipato al rito.
Nella versione dvd della Eagle Pictures rimane  buona la qualità audio e video. Viene restituita fedelmente la ricercata fotografia e la particolarità del viraggio sul blu dominante in tutte le scene del film. Completamente assente la sezione extra.

 

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