Hostage: Missing Celebrity, di Pil Gam-sung

Gioca sull’immagine di Hwang Jung-min, che interpreta sé stesso. Lo esalta a icona meta-immaginaria, permettendo al racconto di giungere alla rinegoziazione della sua figura divistica. Dal Far East

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L’attore e la sua creazione. L’interprete come il suo personaggio. In Hostage: Missing Celebrity tutto ruota attorno ad una linea di confine labile e sfocata, dove la separazione tra perfomance e immagine pubblica dell’artista non è più così definita. E sul solco di uno sfasamento immaginario, in cui la celebre star coreana Hwang Jung-min interpreta una versione fittizia di sé stesso, il film propone un ragionamento sistematico sulla natura artificiale dell’atto recitativo, e dei processi divistici che ne costituiscono le basi. Si apre così uno spazio di riflessione ampio, in cui è possibile far convergere tutto quell’insieme di codici, strutture e figurazioni pubbliche che concorrono alla definizione del legame spettatoriale tra l’attore/divo e la sua fanbase di riferimento. E non è un caso, allora, che in una prospettiva di questo tipo, il debuttante Pil Gam-sung abbia scelto di ragionare sul volto, sul talento e sulla corporeità di uno degli interpreti più popolari (e retti) del cinema coreano contemporaneo.

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Ma in Hostage: Missing Celebrity non c’è solo la volontà di dialogare con l’immaginario collettivo coreano. Quel che interessa realmente al film è trattare il rapporto Hwang Jung-min/pubblico come riferimento paradigmatico di partenza, per sfidare continuamente le aspettative che l’audience ha di quella stessa relazione. Nel posizionare il celebre attore nel ruolo di un indifeso ostaggio, preda ormai delle azioni dei carcerieri (e dello sguardo degli stessi spettatori?) che esercitano su di lui un controllo totalizzante, il racconto può finalmente mostrare lati inediti della sua figura, in lotta com’è tra l’anelito alla sopravvivenza e la (ri)affermazione delle qualità eroiche dei suoi personaggi passati. Seppur colto in un contesto esasperante, che porta l’attore/uomo a rispondere alla violenza subita, il coraggio e la saggezza con cui il “Hwang Jung-min fittizio” affronta qui le ingiustizie richiama alla mente la rettitudine dei suoi personaggi più famosi.

Come l’agente infiltrato di The Spy Gone North o i detective di The Unjust e Veteran – citati apertamente in Hostage: Missing Celebrity – il protagonista qui ne recupera l’integrità morale, attivando con loro (e con gli spettatori stessi) una connessione immediata. La versione “altra” di Hwang Jung-min diventa così il veicolo inter-temporale della sua (reale) carriera, una figura meta-immaginaria in cui la carne si fa spazio, luogo e centro di convergenza di tutti i codici che hanno contribuito a costruirne tanto l’immagine divistica quanto il rapporto con il pubblico. E lo fa servendosi della (necessaria) controparte femminile (la Lee You-mi di Squid Game e Non siamo più vivi) che con la vulnerabilità da scream queen agisce da cassa di risonanza per le azioni impavide dell’attore. Ma dal momento che il film è su Hwang Jung-min e non con Hwang Jung-min, l’unico modo che egli ha per evadere dalla situazione di sequestro è quello di sfruttare il suo reale talento: mettere cioè in scena una vera e propria perfomance.

Per quanto il racconto sia cucito sull’immagine dell’attore, Hostage: Missing Celebrity è comunque un film di genere. Tra ferimenti che richiamano il tortune porn alla Hostel e frenetici tentativi di fuga, il regista non esita a condurre il racconto verso la grammatica dell’action-thriller. Tutto in direzione di un film sagace, che in continuità con Special Delivery e Tomb of the River manca certamente di spirito critico – in relazione alla disparità di trattamento che la polizia riserva ai cittadini comuni rispetto alle celebrità – ma che è in grado di teorizzare, attraverso lo schermo, una rinegoziazione incessante dei processi divistici.

Titolo originale: Injil
Regia: Pil Gam-sung
Interpreti: Hwang Jung-min, Kim Jae-bum, Lee You-mi, Ryu Kyung-soo, Lee Ho-jung, Cho Gyeong-hyeon, Shin Hyeon-jong, Back Joo-hee
Durata: 94′
Origine: Corea Del Sud, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6
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Il voto dei lettori
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