Il pataffio, di Francesco Lagi

Lagi adatta il romanzo di Malerba in un film di genere che mette al centro le dinamiche di potere e ragiona sulla forza della parola. Concorso Internazionale

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C’è un libro al centro de Il pataffio. Si tratta dell’omonimo romanzo di Luigi Malerba edito nel 1978. Una storia ambientata in un imprecisato Medioevo, con al centro il Marconte Berlocchio, fresco di matrimonio con la rubiconda Bernarda, che gli ha portato in dote un feudo sperduto e malmesso, abitato da da un nugolo di villani affamati che il Marconte, insieme al suo seguito di sgangherati soldati e cortigiani, tra cui il curiale Belcapo e frate Cappuccio, tenterà di dominare. I rimandi sono evidenti; c’è tutta L’Armata Brancaleone di Monicelli ne Il pataffio, c’è la commedia medievale, la farsa, il grottesco. Il lavoro sulla lingua, un volgare arcaico che ancora non si è affrancato dal latino, è indiscutibilmente appannaggio letterario, ma va riconosciuto il merito agli interpreti (Lino Musella, Alessandro Gassmann, Giorgio Tirabassi, Valerio Mastrandrea tra gli altri) l’aver saputo trasporlo su grande schermo.

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Il pataffio si avvicina alla rappresentazione teatrale, a partire dal feudo, che diviene set da ricostruire, location da esplorare, su cui prendere note e appunti, in quella che diviene quasi una dimensione metacinematografica, un’operazione di continuo disvelamento, in cui ad ogni nuova informazione registrata corrisponde una possibilità in meno di realizzare grandi piani di insediamento, un work in progress frammentario teso al fallimento. Certo, Lagi (che torna dopo il bel Quasi Natale e la serie Netflix Summertime) ragiona sulle dinamiche di potere, sulla relazione tra padrone e sudditi, ma anche tra uomo e donna, tra comandanti e soldati, in quelli che ancora oggi restano rapporti verticali. E poi c’è il tema centrale della fame, forza motrice di ogni azione, di ogni piano elaborato, la cui soddisfazione diviene interesse individuale a scapito di quello comunitario. C’è un libro al centro de Il pataffio si diceva inizialmente. E stavolta non è il romanzo di Malerba. Sono le pagine che Bernarda legge di notte, le avventure d’amore cavalleresco che danno forma ai suoi sogni e grazie alla cui forza evocativa riesce addirittura a sublimare una violenza. Di nuovo le parole al centro, che non mettono in comunicazione ma proteggono, che creano cortocircuiti e incomprensioni, ma che talvolta si rivelano salvifici.

 

Regia: Francesco Lagi
Interpreti: Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato, Daria Deflorian, Alessandro Gassmann, Valerio Mastandrea
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 117′
Origine: Italia, Belgio 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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Il voto dei lettori
3.19 (27 voti)
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