Una commedia musicale in forma di favola. Gérard Jugnot imposta la sua narrazione fantastica partendo da due eventi reali: la biografia del noto cantante francese Marc Lavoine e la vittoria all’edizione francese di The Voice Kids del piccolo Soan Arhimann.

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Ambienta la storia nell’isola di Réunion, colonia francese nell’Oceano Indiano, facendo scontrare la disillusione del mondo degli adulti con i sogni dell’età infantile. Nelson (Soan Arhimann) ha dieci anni ed una voce talentuosa, l’amica Marie e il fratellino Zidane detto Zizou lo convincono a partecipare al talent show Star Kids. Quando il ragazzino verrà selezionato, Pierre Leroy (Marc Lavoine), cantante in disarmo che si esibisce in spettacolini negli alberghi, verrà convinto suo malgrado a fare da coach motivazionale.

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È un film molto semplice questo di Gérard Jugnot, diretto principalmente ai più piccoli spettatori e senza pretese di denuncia sociale o approfondimenti psicologici. L’incipit è già una dichiarazione di poetica: il piccolo Nelson dopo avere rubato le uova per donarle ai suoi amici senzatetto, corre in bicicletta ripetendo a voce a alta i versi di una poesia che dovrà presentare a scuola. Attraversa i campi e la vegetazione esotica come un piccolo uccellino, ma la sua ansia da prestazione lo blocca sia in classe che nelle esibizioni cantate. Gerard Jugnot disegna attorno ai due protagonisti principali una serie di personaggi caricaturali: c’è il tassista filosofo Hubert (Philippe Duquesne) cresciuto da un vecchio griot che gli ha donato logorrea e citazioni a raffica; la mamma cameriera (Stéfi Celma) che pensa che il canto sia solo una perdita di tempo; la nonna sciamana che prepara pozioni magiche e riti propiziatori con le zampe di gallina; la guardia giurata inflessibile ma dal cuore d’oro; il direttore dell’albergo interpretato dallo stesso regista che fa di tutto per aiutare Pierre e Nelson a trasformare il sogno in realtà. Se Marie e Zi Zou vedono nell’eventuale successo di Nelson l’occasione per abbandonare il destino di ragazzi di strada, Pierre Leroy attraverso il rapporto con Nelson rivive il dolore per una figlia trascurata e per una carriera precipitata nell’isolamento. Il tormentone delle porte automatiche che si chiudono rivela la prigionia mentale di un uomo che ha pensieri fortemente depressivi. Ma l’entusiasmo di Nelson è contagioso e Pierre riesce a scrollarsi di dosso l’accidia e a trasmettere al ragazzino la voglia di superare le proprie ansie. È la piuma che insegna a Dumbo il coraggio a volare. Le scene migliori sono proprio quelle dove il bambino fa sfoggio delle sue fenomenali doti canore: prima per strada dove molti passanti si fermano ad ascoltarlo, e poi nel finale dove un inconveniente tecnico diventa opportunità per rivelare la potenza del canto.

Vincitore del Premio del Pubblico al Festival Cinéma et Musique de Film de la Baule 2021,  Le petit Piaf è una favola musicale caratterizzata da toni leggeri e semplici, che ha il suo forte appeal nell’ingenuità del suo giovanissimo protagonista. Anche se la realtà è sicuramente più dura e ostica, a volte bastano le parole di una canzone di Serge Gainsbourg o Jacques Brel per immaginare di potere volare.

Titolo originale: id.
Regia: Gérard Jugnot
Interpreti: Marc Lavoine, Stéfi Celma, Soan Arhimann, Gérard Jugnot, Philippe Duquesne, Ornela Dalèle, Zacharie Rochette, Delixia Perrine, Eddy Grondin, Vincent Fontano, Francis Convert, Isabelle Delleaux
Distribuzione: No.Mad Entertainment
Durata: 95′
Origine: Francia, 2021

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