Lo spettatore turbato di Giulio De Martino

In libreria uno dei primissimi testi (ed. Mimesis) dedicati all’analisi delle distopie della società e delle arti, con un’appendice di Edoardo Ferrini

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È in libreria per Mimesis Edizioni (collana Eterotopie), il libro Lo spettatore turbato – Forme della felicità e del panico nella società distopica (2023), a cura di Giulio De Martino ed Edoardo Ferrini, autore quest’ultimo di un’ampia appendice intitolata La sublime epidemia – Esplosioni pandemiche nel cinema americano che discostandosi dalle intenzioni del resto del volume, esplora ed analizza il concetto di rifugiato tecnologico, limitandosi al solo contesto filmico, escludendo quello politico e filosofico, preso invece in esame da De Martino.

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Ferrini dunque problematizza una lunga serie di titoli cinematografici e seriali (da La maschera della morte rossa di Roger Corman a Better Call Saul di Vince Gilligan e Peter Gould, fino a World War Z di Marc Forster e The Batman di Matt Reeves) in relazione agli effetti individuali e collettivi della recente pandemia globale da Covid-19 e così del conflitto Ucraino/Russo, entrambi gli eventi capaci, seppur in modo differente, di raggiungere perfino il buio protettivo e apparentemente insondabile della sala cinematografica e così lo spettatore, che turbato osserva, cercando una cura e una difesa, attraverso le opere di una società che però non sembra prevederne alcuna.

Il resto del volume è invece centrato su questioni di natura più direttamente filosofica, politica, sociale e psicoanalitica. Giulio De Martino, saggista e Professore di storia e filosofia, nel corso di quattro capitoli estremamente densi, riflette su tematiche che attraversano il cinema sotterraneamente: il passaggio dalla cultura Gutemberghiana a quella digitale, la parabola dei Boomers e dei Sixties, la transizione dal moderno al postmoderno e così via.

I parallelismi prodotti in tal senso sono rari e in qualche caso perfino complessi da tracciare, eppure a partire dalla trattazione di Metropolis di Fritz Lang, in relazione a ciò che separa nella società d’oggi, la folla, dalla massa, le intenzioni autoriali di Giulio De Martino si fanno via via più definite, muovendosi liberamente tra le arti e il pensiero di una moltitudine di voci ed opere, il cui senso ultimo è consegnare al lettore un messaggio tanto semplice, quanto potente: Il ruolo della cultura, dell’arte e della comunicazione è quello di non lasciarci soli, mai, ridefinendo ruoli, consapevolezze e psicologie.

Acquistabile qui.

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