MEXICO! Un Cinema alla Riscossa, di Michele Rho

Un ritratto non solo appassionato ma anche riflessione sul destino delle piccole sale di proiezione e sulla sconsiderata distribuzione del piccolo cinema indipendente. La storia della sala milanese

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Quando si va al cinema si alza la testa. Quando si guarda la televisione la si abbassa. (Jean-Luc Godard)

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Nell’era delle multisale e della globalizzazione del mercato cinematografico, l’esempio del Cinema Mexico di Milano, tenuto in piedi dal sogno donchisciottesco di Antonio Sancassani, è insieme prosa romanzesca e materiale da reportage giornalistico. Michele Rho, regista milanese di cui ricordiamo il riuscito lungometraggio Cavalli (2011), non si è lasciato sfuggire l’occasione per costruire un documentario che ripercorre insieme alla storia di questo esercente indipendente, anche quella di una città che nel corso del tempo, a partire dagli anni 80 ha visto letteralmente sparire il numero dei cinema mono-sala.
Rho alterna all’intervista con Antonio Sancassani e alla cronaca della sua giornata tipo, materiale di repertorio, interventi di critici cinematografici (Maurizio Porro, Paolo Mereghetti, Alberto Pezzotta), direttori della fotografia (Luca Bigazzi), attori (Claudio Bisio e Isabella Ragonese), registi e drammaturghi (Giorgio Diritti, Moni Ovadia),e tanti altri testimoni e beneficiari di questa lotta di resistenza controcorrente.

Se ne ricava un ritratto non solo appassionato ma anche fonte di riflessione sul destino delle piccole sale di proiezione e sulla sconsiderata distribuzione del piccolo cinema indipendente, soffocato dalle leggi di mercato, dallo streaming in rete e dalla pervasività del mezzo televisivo. Antonio Sancassani crede ancora nel pubblico, lo coccola, lo segue, lo interroga, lo coinvolge, sonda le reazioni dopo la visione, in un modello interattivo che ci riporta indietro nel tempo, ai fasti degli anni 60 e 70 (bellissime le immagini delle sale stracolme negli anni 60 con Fellini, Antonioni, De Sica che ricevono letteralmente l’abbraccio degli spettatori). E il pubblico risponde, lo asseconda, lo gratifica.
Solo così si può spiegare il successo della rappresentazione ogni venerdì da 35 anni (!) del

Mexico_Rocky_horrorRocky Horror Picture Show (con attori che coinvolgono il pubblico in sala), il passaparola che nel giugno del 2007 decreta il successo de Il Vento fa il suo giro di Giorgio Diritti con il record di due anni di programmazione continuata, la possibilità di film come Patria di Felice Farina e Il Primo Incarico di Giorgia Cecere di trovare una propria visibilità al di fuori dei circuiti festivalieri. Il cellulare di Sancassani squilla continuamente, lui risponde, cerca di prendere tempo, non può naturalmente soddisfare tutte le richieste. Si occupa di tutto come un self made man: recupera copie e locandine, dà le direttive al barman, visiona e seleziona le opere senza subire pressioni o imposizioni dalle “major”.

Nella ristrutturazione del 2001 vuole i murales raffiguranti Gli Intoccabili e Scandalo a Philadelphia: libertà e indipendenza, parole che ricorrono spesso, sono il suo mantra. E la città di Milano nella persona del sindaco Pisapia lo premia nel 2011 con l’Ambrogino d’oro.
Il pragmatismo di Sancassani lascia per un momento spazio alla commozione nel ricordo del Cinema Vittoria di Bellagio e del padre che non ha fatto in tempo a vedere il successo del figlio. Mentre scorrono le immagini di centri commerciali, di negozi grandi firme della moda e di ristoranti, lì dove erano presenti le vecchie sale di cinema, non si può fare a meno di pensare che il modello di Sancassani non è purtroppo la regola, ma una splendida fortunata eccezione. E mentre ascoltiamo le tristi parole di Luca Bigazzi che paragona il mestiere di alcuni produttori a personaggi senza scrupoli che se ne infischiano del destino delle opere filmiche, non possiamo che esortare Antonio Sancassani, santo protettore dei registi e dei cinefili, a resistere e non andare in riviera a contare i gabbiani. A credere ancora nella magia del buio della sala cinematografica.Ad alzare la testa e tenere la posizione. Que viva Mexico!

 

Regia: Michele Rho
Distribuzione: Officine UBU
Durata: 73′
Origine: Italia, 2017

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