Nata per te, di Fabio Mollo

Dalla storia vera di Luca Trapanese, a volte perde il controllo nel suo entusiasmo ma è un film vivo, vero, che non spaccia le sue emozioni e ha la grazia di catturare piccoli momenti nascosti.

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La paternità è un sottile filo conduttore che attraversa la filmografia di Fabio Mollo sin dall’esordio di Il sud è niente. In questo suo nuovo film il regista porta sullo schermo la vera storia di Luca Trapanese, un uomo, single, cattolico e gay che nel 2017 ha preso prima in affido e poi adottato Alba, una neonata con la sindrome di Down non riconosciuta dalla madre dalla nascita. Nata per te segue tutte le faticose tappe di Luca per raggiungere il suo obiettivo. Deve vedersela con un giudice, interpretato da Barbora Bobulova, che cerca prima tutte le altre strade possibili prima di far adottare la bambina da Luca. Ma ha anche l’appoggio di Teresa, un avvocata (come si vuole far chiamare) madre di due gemelli che ha ripreso da poco la sua professione e lo sostiene con determinazione, e della sua famiglia.

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Il film di Mollo, che ha portato sullo schermo questa vicenda basandosi, oltre che sulla vicenda reale, anche sul libro omonimo scritto dallo stesso Trapanese con Luca Mercadante (pubblicato da Einaudi) scrivendo la sceneggiatura assieme a Giulia Calenda e Furio Andreotti, entra nel cuore di Luca, nelle sue paure, i pensieri e desideri grazie anche alla prova di Pierluigi Gigante che ha portato sullo schermo il suo personaggio con un trasporto emotivo contagioso. Nata per te alterna il presente con il passato con i flashback da teeen-movie nel suo rapporto adolescenziale con Rocco dove già emerono i segni di sofferenza del suo passato e le premonizioni come nella scena dell’attesa davanti al traghetto. Già perché il film è pieno di premonizioni e lascia emergere pensieri contrastanti. Proprio per questo il film sembra mettere in secondo piano il realismo della vicenda di Luca per lasciarsi trascinare dall’umanità del personaggio e raccontarlo anche solo attraverso i suoi sguardi come aveva fatto con Casadilego in My Soul Summer. Forse a volte il film, nel suo entusiasmo, perde il controllo come nella scena in cui tutta la famiglia va a trovare Luca, nella caratterizzazione dell’infermiera interpretata da Antonia Truppo che ci mette ‘troppo cuore’ o nell’assolo di Iaia Forte che canta Mina che è una grande prova d’attrice ma forse troppo isolata dal contesto del film. Ma Nata per te trova anche molti momenti autentici a cominciare dalla scena in cui Rocco e Luca ballano scatenati e poi corrono in motorino sulle note di You Don’t Care About Us dei Placebo al rapporto tra il protagonista e Teresa. E la prova di Teresa Saponangelo richiama i suoi personaggi interpretati per Antonio Capuano. Gli squarci di Napoli, le vite vissute già evidenti negli occhi stanchi ma anche segnate da una profonda forza per non arrendersi, riportano anche nelle zone mélo del regista di La guerra di Mario, proprio un film con cui Nata per te condivide in vita proprio quell’atmosfera di sospensione, dove i personaggi sembrano galleggiare nella propria esistenza mentre aspettano una svolta. In più trova il calore nei luoghi asettici dei corridi dell’ospedale (e anche nelle stanze del giudice) di Lo spazio bianco. È incontrollato, così come lo era My Soul Summer. Ma è un film vivo, vero, che non spaccia le sue emozioni e ha la grazia di catturare piccoli momenti, quasi nascosti, come lo sguardo di Teresa che guarda Luca mentre da il biberon alla bambina.

 

Regia: Fabio Mollo
Interpreti: Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Antonia Truppo, Iaia Forte, Giuseppe Pirozzi
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 113′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
3.05 (22 voti)
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