---------------------------- CINEMA SUMMER SCHOOL – DAL 26 GIUGNO
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Due mail giunte in redazione a poca distanza l’una dall’altra. Una di uno sceneggiatore che stimiamo e apprezziamo molto, Massimo Gaudioso (tra gli autori della sceneggiatura di Gomorra), più volte ospite e anche docente dei nostri corsi di cinema; un’altra di un “fedele lettore” che è rimasto perplesso sui nostri giudizi sui film italiani di Cannes. Occasione anche per preparare i nostri lettori alla “grande responsabilità” del prossimo nuovo corso di Sentieri selvaggi, e per riprendere a parlare del cinema italiano….
Sorrentino e Garrone dovremmo considerarli il “pane e acqua” del nostro cinema: se un giorno venissero a mancare anche loro, con chi potremmo mai sostenerci? Ma noi pero’ li stiamo ancora aspettando… Di nuovo, e infine, si trattera’ di arginare la fretta dell’incontro; adesso, pero’, con la consapevolezza che l’incontro non potra’ che essere affrettato. E’ la stessa spasmodica fretta che i nostri bravi attori confessano davanti ad una macchina da presa ancora da (s)coprire
Fabio Troiano è torinese di nascita e crescita artistica. È il suo aplomb distaccato e noncurante della incombente quotidianità il tratto più interessante della sua natura. La sua presenza sulla scena appare casuale, ma è proprio questa apparente distanza con il set che rafforza il legame con lo spettatore che lo fa testimone di quella necessaria osmosi tra mondo reale e mondo dello spettacolo. VIDEO – GALLERIA FOTOGRAFICA
Sarebbe sbagliato liquidare senza appello quest’ultima opera del cineasta tedesco. Chiaramente è incontrollata, con passaggi sbagliati, talvolta al limite dell’imbarazzante. Però si rintraccia nel regista un’attraente paura sulle nuove immagini che il suo cinema produce. Per questo il suo ‘viaggio in Italia’ è una specie di perdita. Misterica, calda, fantastica, dove si deposita anche la matericità di Palermo. VIDEO
Eric Khoo, il regista del bel Be With Me, con My Magic entra nella storia: questo è infatti il primo film singaporegno ad essere stato selezionato per il Concorso Ufficiale di Cannes. Sarà ricordato solo per questo…
Tre anni dopo il successo internazionale del suo ultimo film, A Bittersweet Life, e a 5 da Two Sisters il coreano Kim Jee-woon si conferma autore attento a non deludere le attese di un pubblico affamato di azione, pallottole, inseguimenti e coltellate. Finché non si fa prendere troppo la mano… VIDEO TRAILER
Laurent Cantet concorre per la prima volta a Cannes con l’adattamento del libro di François Bégaudeau che ha riportato su carta la sua esperienza come professore. Bel finale per il concorso, che trova nel regista francese un cinema magari più vicino alle prime commedie politiche di Robert Guédiguian. Cantet dimostra dimestichezza e agilità stilistica tra docu-film e formato fiction che tanto ricorda i fratelli Dardenne, senza pero’ farsi “schiacciare” dalla macchina da presa. VIDEO
Biopic mascherato, nel quale si nasconde la figura del produttore Art Linson, nel quale viene privilegiato comunque il tono della commedia. Pur non avendo la forza corrosiva e il cinismo di Sesso & potere, si tratta comunque di un esempio riuscito di cinema hollywoodiano brillante e robusto con attori in piena forma che devono essersi divertiti da matti. VIDEO
Wim Wenders parla del suo ultimo film, Palermo Shooting, presentato in Concorso a Cannes 2008, dove l’autore tedesco ha vinto già la Palma d’Oro con Paris, Texas, la miglior regia con Il cielo sopra Berlino e il Gran Premio della Giuria con Così lontano, così vicino. Il film però non è stato certo accolto benissimo dalla critica alla sua prima proiezione.
Abbiamo chiesto a critici, giornalisti, direttori di festival qual è il film di questa 61° edizione del Festival di Cannes che si porteranno con loro. Sono intervenuti nell'ordine Carlo Chatrian, Luciano Barisone, Aldo Tassone, Giovanni Bogani, Boris Sollazzo, Massimo Causo e Nicola Falcinella
Primo lungometraggio del trentunenne cineasta argentino che ha girato il film proprio nel villaggio in Patagonia dove è cresciuto. Nel film non si rintracciano quei segnali di libertà che opere del genere dovrebbero fornire. Inoltre, paradossalmente, ciò che resta emarginato appare proprio l’elemento paesaggistico
Il regista francese di Risorse umane (1999), A tempo pieno (2001), Verso il sud (2006), gira con 25 adolescenti la trasposizione di Entre les Murs, romanzo di François Bégaudeau, tra i protagonisti del film. Dalla sua esperienza di professore (dopo aver interrotto la carriera di calciatore professionista nel Nantes), Bégaudeau ha scritto un sorta di diario di bordo, prendendo in considerazione un intero anno scolastico, con una classe multietnica della periferia parigina. Cantet per la prima volta concorre per la Palma D’oro
La registrazione integrale del secondo intervento di Leonardo Lardieri in diretta dal Festival su Radio Popolare Roma, nel corso del programma condotto da Isolda Martini Il Canto Della Balena, mercoledi 21 maggio. AUDIO
Capolavoro del cinema africano realizzato nel 1973 dal senegalese Djibril Diop Mambety, poeta per immagini di sensuale, graffiante, sovversiva decostruzione diegetica. Capolavoro jazz senza tempo, primo lungometraggio di una filmografia troppo presto interrotta dalla morte del regista (nel 1998, a 53 anni) e abitata da poche, indimenticabili opere ancora oggi di pura avanguardia, e non solo per il cinema delle Afriche
Martin conserva con un rigore inferiore praticamente solo al connazionale Lav Diaz (del cui capolavoro Ebolusyon si intravede in Now showing un poster appeso) l’illusione di stare “davvero” occupando uno spazio autentico, con l’annesso senso di apertura sugli eventi e sul possibile che si porta dietro, tanto promettente quanto paralizzante. È precisamente questa paralisi che spinge Rita a fuggire
Ci sono tracce del cinema di Kim Ki-duk e di Kitano Takeshi in Ocean flame, nel gioco di una seduzione mortale che passa tutta attraverso la fisicità, il sesso e la violenza, il sangue e la menomazione fisica. Inoltre questo potente e fiammeggiante melodramma porta in sé più i segni e il dibattersi di certo cinema coreano e giapponese che di quello cinese/hongkonghese al quale appartiene
Dopo aver sceneggiato film come Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa e Se mi lasci ti cancello, Charlie Kaufman passa a dirigere il suo primo film, Synecdoche, New York, presentato in Concorso a Cannes 2008.
Primo lungometraggio come regista dello sceneggiatore di Essere John Malkovich e Se mi lasci, ti cancello che si dimostra ancora come esempio di cinema cervellotico, presuntuoso, pieno di sé capace solo di togliere respiro e riconoscibilità ad attori solitamente bravi. Un film tutto di testa, senza un briciolo di passione. VIDEO
Ferrara celebra il mitico Chelsea Hotel con il suo primo documentario della carriera. Un mito della storia newyorkese, ma non solo, sul quale, però, cala il sipario. Ricostruisce con la fiction alcuni eventi emblematici del passato, sporca le immagini come fossero un grido senza speranza, attraversa i corridoi come stesse girando un horror. Assoluto capolavoro che si fa anima contemporanea dello sguardo perso nel vuoto, dello sguardo ritrovato per un istante, per poi ricadere verso il cuore
ll Divo è un’operazione rischiosa, senza precedenti nella storia del cinema italiano: una sfida alla storia stessa di questo paese imbalsamato, è il caso di dire. Mai si era vista una rappresentazione così efficace e originale della Prima Repubblica. Un ballo sfrenato e godereccio. Una danza macabra contraddittoria e disarmante. La fiera delle vanità.
A Sorrentino non va riconosciuto soltanto di avere talento, ma di avere un grande talento e di girare con una consapevolezza rara nel cinema italiano e ciò si può vedere, per esempio, nel lungo piano-sequenza del ricevimento. Proprio per questo il suo film è ancora più gravemente detestabile. Perché guida lo sguardo, impone i punti di vista, crea un malsano film-rock dentro una struttura da teatro da manichini che, se non ci si difende, può contagiare nel suo artificiale slancio. VIDEO
L'attrice giunta per presentare l'ultimo film di Clint Eastwood. Malgrado la gravidanza (è in attesa infatti di due gemelli) è già una delle presenza fisse di questa edizione
Dopo Venezia anche Cannes inaugura la sua sezione di immagini rubate. La Croisette, il Palais du Cinéma, strade, volti, protagonisti, pubblico, appassionati, eventi di questa 61° edizione. Da quelli più visibili ai mass-media a quelli più nascosti…
La storia dei giovani cugini innamorati contro tutto e tutti nell’entroterra lusitano si mescola con quella della troupe e con quelle “autentiche” dei vari paesani interpellati; lo svelamento della macchina finzionale non pregiudica la fluidità di questo collage, che sulle note delle numerosi canzoni simil-folk dei vari gruppi locali fa scivolare lentamente lo spettatore verso la fascinazione pura.VIDEO
Quarta opera dell’interessantissima regista indipendente statunitense (da recuperare soprattutto Old Joy del 2006). A differenza di altro cinema di questo genere, Kelly Reichardt non vuole essere “maledetta” a tutti i costi, non si perde in malinconiche e disperate derive, trova il suo cammino, sapendo alzare anche, ad un certo punto, la macchina da presa al cielo
Il divo, che uscirà in Italia Mercoledì 28 Maggio in 300 copie circa, è il quarto lungometraggio del trentottenne regista napoletano. Il divo del titolo è l’eminenza grigia della politica italiana dal dopoguerra ad oggi, Giulio Andreotti.
Ancora una riflessione sulle forme differenti della comunicazione, sullo scarto tra apparenza e realtà, sulla soggettività della verità. Stavolta il cineasta canadese appare però intrappolato nel suo stesso meccanismo ma non se ne accorge, anzi emerge la sua componente più moralizzatrice e filosofica in cui quel mondo rappresentato, quella distanza dal passato sono guardati dall’alto. Si tratta decisamente del suo film peggiore. VIDEO
Quest’opera seconda del regista di Saimir si evidenzia per un immediato impatto nel modo in cui comunica una sensazione di disagio e malessere. L’indagine della crisi della famiglia borghese appare però decisamente fuori dalle sue corde, mentre risultano decisamente più riusciti i momenti in cui filma l’estraneità, l’impossibilità di un'integrazione, immergendo i personaggi in una persistente penombra. Nelle sue disuguaglianze, quello del regista è comunque un percorso da seguire
Vuole essere maledetto fin dal titolo Everybody Dies but Me, debutto cinematografico di una giovane regista russa (Valeria Gaï Guermanika) che gioca forse un pò troppo con la sua età, finendo per esibire una carta d’identità palesemente falsa, con almeno dieci anni di meno…
Biopic di quattro ore e mezzo, diviso in due parti, opera controversa del regista statunitense che ha diviso il pubblico di Cannes. Cinema superbamente debole come un certo pensiero, che non sembra aver preparato sin dall’inizio questo spazio d’invenzione, ma che piu’ significativamente e’ gia’ parte di un atteggiamento insito di pudore, anche paura, nei confronti di un passo che, se compiuto di slancio e con foga, si annullerebbe. VIDEO
Garrel insiste con il bianco e nero e noi lo amiamo perche’ insiste. Garrel non chiede di seguirlo, non ti trascina, aspetta consapevole di annoiare, irretire, divertire. Già in partenza, prima di partire, ancor prima di pensare di partire, mette contro la ripresa e il montaggio, il dialogo e la storia. Il regista ormai non sembra piu’ interessato ad aprire universi infiniti, al contrario, limita il mondo nei confini personali, perché è proprio del linguaggio (anche cinematografico) chiudere in un angolo la tecnica e la creatività. VIDEO
Steven Soderbergh presenta, non senza una certa ironia, Che, la sua ultima fatica cinematografica, nella quale ritrae vita, rivoluzioni, e morte di Ernesto Che Guevara.
Giona A. Nazzaro si sofferma su "Los bastardos" di Amat Escalante e "Johnny Mad Dog" di Jean-Stéphane Sauvaire. Analizzato poi il documentario "Roman Polanski: Wanted and Desired" di Marina Zenovich
Arriva dal Brasile questa pellicola divisa tra sacro e profano: interessante esordio dietro la macchina da presa per Matheus Nachtergaele, presentato nella sezione Un Certain Regard a Cannes 2008, A Festa da Menina Morta colpisce soprattutto per la sua visionarietà ludica e partecipata, per quel suo carnascialesco canto di vita e di morte.
Dopo Venezia anche Cannes inaugura la sua sezione di immagini rubate. La Croisette, il Palais du Cinéma, strade, volti, protagonisti, pubblico, appassionati, eventi di questa 61° edizione. Da quelli più visibili ai mass-media a quelli più nascosti…
Accolto dai fischi alla sua prima proiezione per la stampa, Philippe Garrel presenta a Cannes il suo ultimo film, La frontiére de l’aube, interpretato dal figlio Louis. Una storia d’amore virata sul consueto splendido bianco e nero di William Lubtchansky. VIDEO
Terzo lungometraggio di Saman Salour, girato in HD, fieramente presentato dal regista come esempio necessario di un cinema iraniano indipendente, la pellicola ha del cinema indipendente tutti i limiti. Il regista ricorre infatti agli espedienti più prevedibili con macchina da presa nelle posizioni più pretenziose e dialoghi e musica che spiegano ogni cosa…
Film capitale degli e sugli anni 70, Milestones (1975) è un vortice esploso di frammenti di documentario e di finzione, di società e individuo, di tensione comunitaria e ripiego nel privato, di parti filmate e materiale (spesso fotografie) di repertorio. Tutto si interseca con tutto, il Vietnam con le persecuzioni degli indiani con le vite di questi (numerosi) personaggi che vivono la propria vita discutendola e ridiscutendola. VIDEO
Girato in Italia a Buti (la Monument Valley della coppia) – Il ginocchio di Artemide è l’ultima costellazione, in ordine di tempo, inscritta su Cesare Pavese. Itinéraire de Jean Bricard, firmato in coppia, è un film di sparizioni, luogo di un passato ritrovato e ormai irriconoscibile. Olivier Pére, direttore della selezione, ha dedicato questa 40° edizione a Danièle Huillet
Radicale e libertino, forse libeticida, Joachim Lafosse sorprende tutti con questo film disturbato ma che si prende tanto in giro, parodia grottesca ma ferocemente vera di una famiglia in crisi perenne. L’autore del bel Proprietà privata, passato in Concorso due anni fa a Venezia, non sembra davvero aver paura di scandalizzare i propri spettatori né di spiazzarli con finali che sembrano contraddire tutto…
Il regista messicano di Sangre, presentato a Cannes nel 2005, sempre nella sezione Un Certain Regard, con questo film conferma la ricerca spasmodica di un proprio stile che percorre con ritmo sincopato la strada dello spasmo temporale, forzando la natura claustrofobica entro le caselle prefabbricate e rigide del paradigma/cinema
Esemplare segno di un cinema che lavora sul confine tra visibile e invisibile presente anche nel nuovo horror del cineasta giapponese. Non horror come genere, non stavolta nella filmografia di un regista che in molti altri testi ha elaborato inquietudini e derive dall’interno di quelle espressioni della paura e del mistero. Ma come espressione di un malessere sociale diffuso
Secondo lungometraggio della cineasta franco-iraniana che entra nel cuore di una crisi prima individuale e poi collettiva. Più riuscita sicuramente la prima parte in cui c’è il distacco tra la donna e il bambino appena nato. La redenzione invece segue più le logiche di uno schematico disegno di scrittura. VIDEO
Il regista norvegese di Kitchen Stories e Factotum sa bene come aspettare, attendere per evitare gli effetti tossici della troppa trasparenza, per condurre lo sguardo a salvaguardia di una zona a rischio, di “segretezza” e “non comunicazione”. Il silenzio allora, dove e’ questione di un indebolimento dello sguardo in vista di un “tacere” che, proprio in quanto tale, rende possibile l’agire. VIDEO
Poteva essere un teso e riuscito B-movie, un horror malato e incalzante anche perché il plot era interessante. La Lynch però, a 15 anni del suo Boxing Helena, continua a voler strafare e non ha né il dono dell’essenzialità né quello della sintesi. E il film risente del suo esibizionismo anche se alla fine continua ad essere prigioniera dell’immaginario visivo creato dal padre, che figura tra i produttori esecutivi della pellicola. VIDEO
Potrebbe essere la terza parte di una trilogia sulla condizione emotiva ed esistenziale femminile in cui la cineasta si mette in luce ancora una volta per un cinema che appare impermeabile e decadente. Si tratta di un’opera non facile, inizialmente anche respingente che va attesa ed aspettata. Solo da un certo momento si entra in sintonia con il suo artefatto respiro. VIDEO
Dopo Venezia anche Cannes inaugura la sua sezione di immagini rubate. La Croisette, il Palais du Cinéma, strade, volti, protagonisti, pubblico, appassionati, eventi di questa 61° edizione. Da quelli più visibili ai mass-media a quelli più nascosti…
Il cineasta ungherese di Pleasent Days (2002) e Johanna (2005) ritorna a Cannes con un’opera affascinante ma non del tutto riuscita, spinta forse sempre un po’ troppo in là, sia nella sua composizione formale che nello sviluppo narrativo. VIDEO
La cosa più sorprendente del cinema di Raymond Depardon è il suo sguardo, semplice e saggio ugualmente puro nel voler filmare piccole storie di piccola gente che, però, hanno a che fare con il tempo. In La vie moderne c’è tutto questo. C’è la curiosità sottile e pacifica, c’è il senso dell’attesa, c’è la complicità dello sguardo nelle vite dei suoi “personaggi”
Lisandro Alonso, altro argentino presente quest’anno a Cannes, è un regista mai scontato, sempre libero di colpire lo spettatore con i suoi film. Liverpool non è certo il suo capolavoro eppure c’è sempre qualcosa nel suo sguardo che lo rende per certi versi unico e quindi insostituibile…
Albert Serra è un nome da segnarsi bene in mente: al suo secondo film, dopo lo splendido Honor de Cavalleria, il regista catalano porta sullo schermo i Re Magi e disegna un’altra traiettoria stralunata. VIDEO
In concorso Clint Eastwood presenta The Exchange con Angelina Jolie e John Malkovich. Alla conferenza era presente anche lo sceneggiatore Michael Straczynsky. Il film racconta la storia di una donna che tornando a casa da lavoro non trova piu’ suo figlio. Dopo alcuni mesi di ricerca, la polizia le presenta un bambino che in realta’ non e’ il suo bambino e con ogni mezzo provera' a convincerla a rassegnarsi… l'unica sua speranza e' un reverendo
L’amore che James Gray racconta e’ lo stesso che alla fine dovremmo gridare senza ritegno o vergogna per il suo cinema. Non e’ solo la fierezza di Martin Scorsese e Paul Schrader, oggi ha trovato anche il sublime naturalismo di Ernst Lubitsch. Non lascia tutti noi soli al mondo, ormai consapevoli dell’illusione di trovare l’amore gratificante fino in fondo. Non ci lascia sorvolare, ma abitare il mondo: abitare il nostro sorvolo, abitare nel sogno e planare sulla realta’. Occhio divino che rende i corpi fondi del loro ambiente e l’ambiente figure tra i corpi stessi. VIDEO
Attraverso Maradona a 360° si mette in gioco anche il regista con il suo cinema, la sua vita, la sua famiglia. Non si tratta solo di un documentario ma quasi di un melodramma da sceneggiata napoletana con scintillanti squarci musical dove il corpo stavolta è vero e non manipolato. Un film emozionante ed emozionato, dove Kusturica non è mai stato così autentico. E forse neanche Maradona. VIDEO
Sembra di vedere dentro The Exchange le forme del dramma espressionista tedesco degli anni Venti. C’è Lang, Pabst, le traiettorie dei movimenti della città di Ruttmann. Ma in quest’ultima opera c’è pure tutto il cinema di Eastwood più estremo, più disperato e più lirico, di una complicità che immerge e poi sommerge con una sublime invisibilità hawksiana che non fa avvertire neanche più gli stacchi di montaggio. Sarà difficile per la giuria non farlo vincere. VIDEO
Giona A. Nazzaro fa l'analisi critica di Le secret de Lorna dei fratelli Dardenne e di Two Lovers di James Gray presentati in concorso. Fuori competizione analizza invece Of Time and the City di Terence Davies
Dopo Venezia anche Cannes inaugura la sua sezione di immagini rubate. La Croisette, il Palais du Cinéma, strade, volti, protagonisti, pubblico, appassionati, eventi di questa 61° edizione. Da quelli più visibili ai mass-media a quelli più nascosti…
Lui-lei-l’altro: tradimento, gelosia, separazione. Già sentito? Molto probabile – il terzetto di Wolke 9, però, ha abbondantemente superato la sessantina d’anni. Già sentito anche questo? Indubbiamente sì, ma Dresen riesce pallidamente a indovinare una certa delicatezza, ahimé rovinata nel finale
James Gray in concorso, per il terzo anno consecutivo, con Two Lovers. Dopo il tentativo di un suicidio, un giovane uomo depresso (Joaquin Phoenix) ritorna a vivere a Brooklyn con i propri genitori. Fa conoscenza prima con una donna, che i suoi genitori vedrebbero bene accanto a lui, e poi con la sua vicina di casa, che lo attrae profondamente fino a perderci la testa. Leonard dovra’ decidere se scegliere la felicita’ dei genitori o la sua…
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Ancora una volta Sentieri selvaggi propone dei corsi brevi, full/immersion, altamente qualificati, a condizioni estremamente “popolari”.
Per documentaristi, operatori, fotografi, registi e sceneggiatori. E per tutti gli appassionati di cinema
Reportage di viaggio è l’ampliamento del workshop, tenuto in un singolo weekend, che aveva avuto già un ottimo successo nel giugno 2007. Questa volta in tre weekend sarà possibile approfondire ulteriormente e provare anche a strutturare dei brevi reportage esercitativi, nella tradizione del “fare” della nostra Scuola di Cinema
QUOTA ISCRIZIONE 450 euro
HD – Alta Definizione! è l’unico corso del genere in Italia, anche questo alla sua seconda edizione. Quest’anno ci saranno molte novità e soprattutto, data la complessità e le innovazioni continue sul tema dell’Alta Definizione, aumenteranno i punti di vista di professionisti del settore, ospiti che aggiorneranno e arricchiranno con le loro esperienze la qualità del corso.
QUOTA ISCRIZIONE 150 euro
SCRIVERE per la TELEVISIONE, dopo la felicissima esperienza della prima edizione del 2007, ha scelto la strada della estrema concretezza e professionalità sul campo dei nostri ospiti. Al “maestro” di sceneggiatura Demetrio Salvi si affiancheranno due professionisti delle più note serie TV nazionali, e gli allievi avranno la possibilità di vedere analizzati anche le loro idee per possibili progetti televisivi (miniserie, lunga serialità, sit-com, soap).
Tre week-end full immersion di visioni di reportages televisivi, uso della telecamera e degli strumenti più necessari alle riprese in tutte le condizioni, esercitazioni sul linguaggio base dell’audiovisivo, fondamentali spiegazioni sulla produzione e realizzazione dei documentari che “funzionano”, una puntuale schematizzazione del percorso realizzativo che partendo dall’idea, prosegue attraverso le riprese e il montaggio per poi compiersi nella composizione di un reportage vedibile e magari…vendibile.
Seconda Edizione del workshop per operatori, film-makers, registi, montatori, produttori cine-televisivi e per tutti gli appassionati di tecnologie avanzate. Una full-immersion di due giorni molto operativa, ricca di esempi e di chiarimenti su ciò che è il mondo, in rapida evoluzione, della ripresa digitale in alta definizione. Una panoramica sulle tecniche dei nuovi sistemi con tanto di prove in studio per sperimentare direttamente cosa vuol dire riprendere e lavorare in HDV.
Tre giornate full-immersion per apprendere le strategie della sceneggiatura e utilizzare le tecniche essenziali della scrittura televisiva. Questo workshop vuole fornire gli strumenti essenziali, immediatamente utilizzabili dello scrivere per la televisione (miniserie, sit-com, soap, telefilm). Pratica più che teoria, tecnica più che aneddotica.
Il progetto prevede approfondimenti teorici e momenti “laboratoriali” durante i quali verranno analizzate proposte che gli allievi sono invitati a inviare prima del corso: se a Demetrio Salvi è delegata la parte “di base” e “tecnica”, la sceneggiatrice ed editor Francesca Primavera (autrice delleprime due serie de I Cesaroni) e il giornalista e sceneggiatore Massimo Cerofolini (autore di serie come Papa Giovanni, Madre Teresae Papa Luciani ) vi aiuteranno a definire le strategie necessarie a elaborare progetti e sceneggiature convincenti per la Tv. Date: 20/21/22 giugno.
L’A.T.A. Srl – Teatro Comunale di Alessandria, in collaborazione con la Scuola Holden di Torino, organizza la 28a edizione del Premio Adelio Ferrero (1935 – 1977) riservato ai giovani saggisti e critici di cinema (dai 16 ai 27 anni). Per partecipare è necessario far pervenire il saggio o la recensione, unitamente alla domanda, entro il 30 giugno 2008 all’A.T.A. Srl. – Teatro Comunale di Alessandria (Segreteria del Premio Ferrero), Via Savona 1 15100 Alessandria. La tassa di iscrizione è di € 25,00. La giuria del Premio “A. Ferrero” assegnerà € 1.000,00 al saggio primo classificato, € 500,00 ai saggi ritenuti meritevoli; € 400,00 alla recensione migliore, € 250,00 alle recensioni meritevoli. La Scuola Holden premierà invece con un corso on-line tra quelli realizzati dalla Scuola stessa. Maggiori informazioni e bando completo sul sito www.teatrodialessandria.it e www.teatrodivalenza.it
info: A.T.A. Srl – Teatro Comunale di Alessandria Via Savona, 1 – 15100 ALESSANDRIA Tel.0131/234266
La giuria presiediuta da Fatih Akin e composta anche da Anupama Chopra, Catherine Mtsitouridze, Yasser Moheb e Josè Maria Prado, data l'elevata qualità dei film in concorso, ha chiesto ed ottenuto di premiare altri due film
Questa sera Quentin Tarantino terra' una lezione di cinema
-------------------------------------------------------------- IL N.14 DELLA RIVISTA DI SENTIERI SELVAGGI
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