Postcard From Earth: Aronofsky proietta il futuro

Un viaggio nel futuro dentro e fuori lo schermo. Nella nuova The Sphere di Las Vegas il regista compie un passo decisivo verso un nuovo modo di intendere il cinema

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Don’t just hear the movie. Go inside the story recita la demo della tecnologia audio Dolby Atmos che al Cinema Arcadia di Melzo anticipa le proiezioni in Sala Energia – ancora oggi tra le migliori d’Europa. A “soli” 9000 chilometri di distanza lo slogan si è finalmente avverato; e a realizzarlo è stata la nuovissima The Sphere di Las Vegas, l’arena ellissoide inaugurata lo scorso 29 settembre che pochi giorni fa, in data 6 ottobre, ha ospitato l’ultimo progetto di Darren Aronofsky Postcard From Earth.

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Costata oltre 2 miliardi di dollari e collocata a est del lussuoso resort The Venetian, la struttura, unica nel suo genere, misura 112 metri di altezza e 157 di larghezza, è composta da 9 piani e può ospitare fino a 17600 spettatori. Ricoperta esternamente da circa 54000 m² di LED, The Sphere è stata pensata per offrire un’esperienza immersiva totalizzante e dispone perciò di un gigantesco schermo semi-sferico di 15000 m² a risoluzione 18K e di un imponente sistema audio composto da più di 160000 altoparlanti.

“Nessuno prima d’ora ha mai visto immagini a 18K su questa scala” ha dichiarato Aronofsky in un’intervista rilasciata a Variety sabato 7 ottobre; e anche per questa ragione Postcard From Earth segna inevitabilmente un punto di svolta nella storia dell’audiovisivo.

Definito dal regista “un viaggio nel futuro in cui i nostri discendenti riflettono sulla nostra casa condivisa“, il film, proiettato a una settimana di distanza dal concerto inaugurale degli U2, è un’opera fantascientifica ambientata in un domani “protopico”, filosoficamente ancorata a un pianeta Terra ormai passato, cui l’uomo e la donna protagonisti della storia rivolgono i propri pensieri e ricordi. In un’allegoria sci-fi abitata dagli Adamo ed Eva dell’avvenire, Darren Aronofsky torna così ad esplorare il retroterra biblico di buona parte del suo cinema, offrendo nuove possibilità d’indagine e ri-connessione a Madre! e Noah e dando libero sfogo visivo alla tensione paradisiaca mostrata nell’inquadratura finale di The Whale.

Il limite è il cielo, o forse non lo è più. Il connubio Aronofsky-The Sphere potrebbe rappresentare una tappa fondamentale lungo un percorso che realizzi un nuovo modo di intendere il cinema – e l’atto stesso di vedere. O chissà che l’esperimento, come suggerisce il regista stesso, non sia invece già di per se stesso ponte e compimento verso/di un nuovo medium, evoluzione extra-cinema in grado di ridefinire il concetto di formato e trasformare la percezione stessa di un pubblico (quasi) definitivamente avvolto dall’immagine.

Dal Cinerama con tre proiettori degli anni ’50 al diario di viaggio a 360 gradi di America the Beautiful a Disneyland; Postcard From Earth eleva oggi alla massima potenza le potenzialità espressive e tecnologiche rincorsesi per quasi 130 anni dalla nascita del Cinematografo. Nel rispetto di quello spirito di scoperta che, in attesa del domani, sembra infine aver dato vita a uno spettacolo bigger than life.

“In realtà non so quanto sia grande, ma sì, è stata una cosa straordinaria.”

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