Un’altra corsa contro il tempo, un’altra notte (o meglio, un altro giorno) per sopravvivere. Retribution, l’ultimo film del regista americano di origini ungherese Nimród Antal, rilancia Liam Neeson nell’ennesimo action movie della sua carriera. Questa volta ci troviamo a Berlino, le cui luci dell’alba, illuminate dalla calda fotografia di Flavio Martínez Labiano con cui si apre il film, rievocano negli occhi dello spettatore quelle del catartico finale di John Wick 4, ai piedi della Basilica del Sacro Cuore di Parigi.

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Infatti, fin dalle primissime sequenze del film di Antal, si crea, quasi inconsapevolmente, un gioco di associazioni, visive e tematiche, con l’ultimo capitolo della saga diretta da Chad Stahelski. Ecco che, all’alba della conclusione di John Wick 4 a Parigi, è come se si ricominciasse, senza soluzione di continuità, con l’alba berlinese di Retribution, principio dell’odissea cittadina vissuta da Matt Turner (Liam Neeson).

Ricco uomo d’affari americano, Matt vive da anni con la sua famiglia nella capitale tedesca. Il suo non è stato un anno semplice. La società che ha fondato sta perdendo diversi utili e molti clienti minacciano di andarsene. Il suo matrimonio sta velocemente naufragando e il rapporto con i due figli è praticamente nullo. Una mattina, costretto controvoglia ad accompagnarli a scuola, Matt si ritrova vittima di un sadico ricatto. Una voce camuffata al telefono gli comunica di aver inserito sotto al sedile della sua macchina una bomba a innesco, pronta ad esplodere nel caso uno dei passeggeri esca dalla macchina. Costretto ad eseguire tutti i comandi che riceve al telefono, Matt inizia una folle corsa in macchina per mettere in salvo se stesso e la sua famiglia.

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Anche se stiamo parlando del remake di un film spagnolo del 2015 Desconocido – Resa de conti, il canovaccio dell’opera di Antal riprende la tradizione action di cui Liam Neeson è diventato negli anni uno dei paladini indiscussi, si citava non a caso, in precedenza, Run All Night – Una notte per sopravvivere, il cui regista Jaume Collet-Serra è oggi produttore. Dal die hard al mind game, Retribution oscilla tra i diversi codici e sottocodici di genere cercando uno slancio sufficientemente accattivante per il suo pubblico di riferimento. Ma ben presto, il gioco sembra non valere la candela. O meglio, Antal, regista dalla filmografia di tutto rispetto (basti pensare all’ottimo Kontroll) non sembra in grado di controllare la sua creatura, firmando un’opera che alterna momenti in cui il motore sembra andare fuorigiri ad altri decisamente sottotono. Col passare dei minuti il ritmo risulta macchinoso, con alcuni passaggi davvero estenuanti. Arrivano delle sequenze in cui Antal riesce a costruire un buon livello di suspense ma la tensione accumulata viene sistematicamente sgonfiata da alcune scelte tecniche (non supportate da un budget irrisorio per le pretese di messa in scena del regista) sicuramente discutibili.

Ritornando al paragone iniziale, John Wick e Retribution sembrano i due risultati antitetici di un progetto sulla carta simile che, nel primo caso, può arrivare a creare un “nuovo luogo deputato del cinema d’azione” oppure, nel secondo, può mostrare l’altra faccia di un cinema d’azione stanco e, a tratti, davvero stucchevole.

Titolo originale: id.
Regia: Nimród Antal
Interpreti: Liam Neeson, Noma Dumezweni, Lilly Aspell, Jack Champion, Matthew Modine, Arian Moayed, Embeth Davidtz, Emily Kusche
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 91′
Origine: Francia, Germania, Spagna, USA, 2023

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