Yasuke – Il nippofuturismo secondo Flying Lotus

La colonna sonora di Flying Lotus per la serie Netflix Yasuke è il luogo in cui il compositore, tra glitch jazz e percussioni tradizionali, fa dialogare identità black e cultura orientale

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Uscita il 30 Aprile per Warp Records, la soundtrack che Steven Ellison (in arte Flying Lotus) ha composto per Yasuke la serie Netflix sul mitico samurai afrodiscendente, ragiona con voce propria sui discorsi e sulle tematiche di un progetto che è già una dichiarazione forte sull’identità black.

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Il coinvolgimento del compositore all’interno del progetto non dovrebbe sorprendere, non solo pensando alla sua storia artistica (Ellison ha curato, tra gli altri, la soundtrack di GTA V e quella del corto Blade Runner 2022) ma anche riflettendo sul costante dialogo tra black music e cultura pop, che ha influenzato una serie come Atlanta o il suono impregnato di riferimenti alla cultura di massa di MF DOOM (ma dopotutto lo stesso Ellison ha raccontato a The Ringer la sua passione per Dragon Ball).

Più interessante è il fatto che Flying Lotus sia anche produttore esecutivo di Yasuke e abbia dunque un ruolo creativo all’interno della serie. Il compositore ha scelto di gestire il progetto in prima persona perché affascinato proprio dal suo protagonista: “Anche io mi sento un outsider come lui, soprattutto come musicista” – ha spiegato a questo proposito a Vulture.  Ma Flying Lotus vede in Yasuke anche il potenziale per diventare una futura icona della cultura black, come ha raccontato a Polygon: “Ora come ora non c’è nessun anime su un personaggio afroamericano – ha detto Ellison – e l’esperienza di Black Panther ha dimostrato che la gente ha bisogno di eroi black. Con Yasuke c’è stata la possibilità di sviluppare un progetto simile e ho voluto coglierla”.

Per rendere al meglio il peso tematico di Yasuke, Steven Ellison ha avuto quindi bisogno di un approccio ad hoc, che gli permettesse di creare una drammaturgia unica che, ha dichiarato a Vulture, “non ricordasse in alcun modo lavori come la colonna sonora di RZA per Samurai Champloo”. Ellison ha quindi composto seguendo l’ordine cronologico della storia, così da arricchire il suono delle sfumature del suo dialogo in divenire con il protagonista. Il lavoro ha seguito una profonda disciplina: “Ho usato poca elettronica e mi sono imposto di comporre mettendo al centro la strumentazione tradizionale orientale”, ha ricordato Ellison al podcast Needle2TheGroove. Anche le collaborazioni sono ridotte alle sole voci di Thundercat, del rapper Denzel Curry e di Niki Randa.

Il compositore ha puntato piuttosto sullo studio e sulla ricerca, legata soprattutto alla musica sperimentale anni ‘70: “Jean Michel Jarre mi ha fatto capire come ottenere il meglio da un’attrezzatura minima, mentre attraverso Vangelis sono riuscito a tradurre in suoni il flusso dei miei pensieri senza preoccuparmi del risultato”, ha spiegato Ellison a questo proposito.

All’ascolto, la colonna sonora concepita di Yasuke è un flusso apparentemente disordinato di schegge che ricorda l’ipercinesi dei primi dischi di Ellison su cui domina un beat hip hop capace di adattarsi ai singoli brani. A questo proposito se è suggestiva l’idea di DenOfGeek, che vede in questa figura ritmica il fantasma sonoro di Yasuke è altrettanto vero che proprio il beat è l’elemento primordiale del suono black, qui pronto a cercare connessioni e mediazioni con ciò che lo circonda.

Yasuke, dal punto di vista di Flying Lotus, è dunque il viaggio di un suono legato all’identità afroamericana che cerca di venire a patti con il suo retaggio entrando in contatto con la dimensione sonora orientale, un altro mondo che gli USA hanno guardato con una diffidenza simile a quella con cui hanno approcciato negli anni la cultura afroamericana.

E allora ecco che, ad esempio, Kurosaka Street, con i suoi glitch rapidissimi ed i suoi campioni vocali effettati pare uno schizzo orientale afrofuturista, mentre in Robomb gli inviluppi jazzati dialogano con le percussioni giapponesi. Emblematico, in questo senso è African Samurai, un freestyle su un beat minimale sostenuto solo da un coro che ha un feeling volutamente ibrido, tra la tribalità africana ed il teatro orientale.

Il suono di Flying Lotus si fa sempre più definito e il compositore è sempre più a suo agio a contatto con i materiali e in Mind Flight non ha paura di citare l’intro di Vangelis per Blade Runner e di farla seguire da ritmiche tradizionali.

Yasuke è uno strumento che, nel teorizzare una sorta di afro-nippo-futurismo dimostra quanto, come per Black Is King di Beyoncé, il suono ed il suo dialogo con l’immagine sia una delle cornici preferite da certi artisti black per riflettere sulla propria identità e sul retaggio.

Vi ricordiamo che Yasuke è già disponibile su Netflix e di seguito lasciamo il link Spotify per ascoltare la colonna sonora.

 

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