18 regali, di Francesco Amato

La storia vera di Elisa Girotto diventa in un improbabile dramma fantasy con una sceneggiatura che vorrebbe creare l’illusione di un incontro impossibile ma poi lo marca a uomo con dialoghi forzati.

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Una storia vera che si trasforma in un dramma fantasy. 18 regali è ispirato alla storia vera di Elisa Girotto, la mamma di Spresiano (Treviso) morta nel 2017 a 40 anni che, dopo aver saputo di essere affetta da un male incurabile, ha lasciato alla figlia Anna 18 regali per i suoi compleanni fino a quando diventerà maggiorenne.

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Il quarto lungometraggio di finzione di Francesco Amato parte proprio da quando la protagonista compie 18 anni e le resta da scartare l’ultimo regalo. Quel giorno però la ragazza (Benedetta Porcaroli) è di cattivo umore. Scappa dalla festa organizzata dal padre Alessio (Edoardo Leo) e, dopo essere andata in un pub, si ritrova a vagare di notte finché non viene investita da una macchina. Al suo risveglio si ritrova davanti Elisa (Vittoria Puccini), la madre che non ha mai conosciuto.

18 regali fa pensare a My Life – Questa mia vita dove Michael Keaton è un uomo di successo che scopre di avere poco tempo da vivere e lascia al figlio che deve nascere un film sulla sua vita per farsi conoscere e dargli indicazioni per il futuro. In più, come spesso avviene nei film di Amato, c’è sempre un incontro o un evento che cambia la vita: lo psicanalista con la personal trainer di Lasciati andare, Cosimo e Nicole nel film omonimo del 2012, l’estate del diciottenne in Ma che ci faccio qui!. Il taglio realistico che aveva segnato proprio Cosimo e Nicole si disperde però ben presto. Dopo i filmini in VHS con i compleanni di Anna che hanno inizio dal 2002, 18 regali inizia a sbandare pericolosamente. Una specie di Ghost che però pesa quintali, dove la presunta illusione di un incontro impossibile tra madre e figlia diventa già improbabile anche a causa di una sceneggiatura che non lascia libero questo sogno impossibile ma lo marca a uomo. Con l’agenda dei propositi di Elisa che è un altro script nascosto. Una serie di blocco degli appunti su cosa 18 regali deve fare per arrivare alla fine. La rabbia, il desiderio di ribellione di Anna è appesantita dalla prova di Benedetta Porcaroli, la protagonista della serie Netflix Baby. Che cerca di sottolineare ogni suo gesto, dal tuffo in piscina alla fuga dal pub quando viene inseguita, per mostrare la tecnica della sua recitazione ma anche l’istinto.

18 regali attraversa distrattamente le sale d’attesa con i malati di tumore, quasi ci fosse una sorta di eccessivo pudore nel mostrare Elisa e la sua amica a contatto con le proprie paure. Ma anche i luoghi. Con la città vista dall’alto e l’abitazione di Alessio e Anna. Mai segnata dal tempo, dagli anni. Con momenti anche troppo sciatti, di colpevole superficialità, come la scena del matrimonio. Con le comparse che ballano così svogliatamente che sembra arrivare da una puntata di I Cesaroni. E come se non bastasse, c’è anche il simbolismo dell’arrivo della tragedia: la vernice rossa che si mescola con quella bianca. Forse bisognerebbe cercare altre lettere, altri testamenti nel cinema. Come quelle che Gerard Butler lascia a Hilary Swank in P.S. I Love You. Dove Richard LaGravenese mostra, al contrario di 18 regali, come i segni della presenza della persona scomparsa continuano ad esserci nella vita della persona che amava. Senza incidenti di notte, sotto il temporale, con il suono amplificato del cuore che batte sempre più forte.

 

Regia: Francesco Amato
Interpreti: Vittoria Puccini, Benedetta Porcaroli, Edoardo Leo, Sara Lazzaro, Marco Messeri, Betti Pedrazzi, Alessandro Giallocosta
Distribuzione: Lucky Red e Vision
Durata: 115′
Origine: Italia, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
2.99 (78 voti)
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    Un commento

    • Simone emiliani tu che hai dato 1 nella tua recensione… Hai letto i commenti di chi è andato a vederlo 18 regali?