Al via il crowdfunding per il docufilm Un Futuro per Bagnoli

Su Produzioni dal basso è iniziata la raccolta fondi per il docufilm che vuole raccontare il disastro ambientale occorso nel quartiere napoletano di Bagnoli e la resistenza della società civile

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Sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso è partita una campagna per finanziare il docufilm Un Futuro per Bagnoli, progetto ideato dal regista Stefano Romano e dal fonico e attivista Salvatore Cosentino e prodotto da Raffaele Vaccaro, fondatore della startup Nisida Environment, col supporto di Banca Etica. Nelle prime due settimane di lancio sono già stati raccolti 7800 euro. La produzione partirà a marzo 2021 e ha l’intento di raccontare il quartiere di Bagnoli, nella periferia ovest di Napoli, un tempo sede dell’ormai ex sito industriale dell’Italsider, polo siderurgico del capoluogo campano che occupa 200 ettari, ora inaccessibili alla popolazione. L’industria ha profondamente modificato la morfologia del territorio, distruggendo l’originaria linea di costa, ormai non più balneabile, mentre le mancate bonifiche hanno reso l’area contaminata, facendola cadere in uno stato di abbandono che si trascina da più trent’anni. Al disastro ambientale si aggiungono poi oltre 800 milioni di euro sprecati per la dimissione degli impianti. All’incuria istituzionale si contrappone però una vivace partecipazione della società civile e di numerose associazioni che lavorano per il benessere dei cittadini del quartiere e per tutelare il territorio da ulteriori speculazioni edilizie. Al progetto audiovisivo verrà affiancata inoltre una mostra fotografica multimediale che fungerà da preludio al film.

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L’intento degli autori è quello di evidenziare il legame tra disastro ambientale e crisi economico-sociale tuttora in corso nel territorio campano, attraverso lo sguardo di due adolescenti all’ultimo anno di scuola, che si trovano a dover decidere se restare nel quartiere in cui sono cresciuti o andarsene per cercare un futuro migliore. Sulla scia di autori come Antonio Capuano (Bagnoli Jungle), Agostino Ferrente (Selfie) e Gianfranco Pannone (Sul Vulcano), Romano e Cosentino si pongono l’obiettivo di raccontare una zona di Napoli inedita e sconosciuta, creando un collegamento con altre storie di deindustrializzazione e danni ambientali che hanno colpito l’Italia e l’Europa, una tra tutte l’ILVA di Taranto, in modo da impedire che la città pugliese incorra nel medesimo destino del quartiere napoletano.

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