Alice, Darling, di Mary Nighy

Un esordio che racconta l’amore tossico come una storia di fantasmi ma che non riesce a mantenere la stessa lucidità e forza quando allarga lo sguardo e si allontana dalla sua protagonista

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Affascinanti, giocosi misteri della distribuzione italiana. Poche settimane dopo l’uscita di Mia, di Ivano De Matteo, arriva in sala questo Alice, Darling, esordio di Mary Nighy (figlia di Bill), con Anna Kendrick che pare davvero voler aprire un dialogo impossibile con il suo omologo italiano. Le premesse, sono in fondo simili: Alice è fidanzata con Simon, bello e carismatico artista newyorchese. Crede di trovarsi in una relazione perfetta ma lui è un manipolatore, la umilia, la isola dai suoi amici, asseconda le sue insicurezze per poterla controllare. Durante una vacanza con le amiche, Alice si renderà conto del rapporto malato di codipendenza che ha costruito con Simon e, con il loro aiuto, deciderà di reagire.

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Ancora meglio, a ben vedere, si potrebbe dire che Alice, Darling sia l’inconsapevole contro/fuori campo di Mia, un film che coglie la bella intuizione di raccontare la condizione della sua protagonista non soltanto mantenendo il focus costante su di lei ma lasciando solo a noi l’onere di essere testimoni delle storture del suo rapporto con Simon. Il risultato è un racconto piccolo ma risoluto, una wunderkammer psicologica straniata ma vivacissima, che racconta le inquietudini della protagonista tesa tra i ritmi del teatro off, il respiro di un doc osservazionale sulle relazioni tossiche e certi affondi presi di peso dall’horror. Perché Alice, Darling dà il meglio di sé quando accetta di essere una storia di fantasmi, di visioni espressioni che tormentano Alice e che quasi giocoforza si muove come un body horror quando si ritrova a confrontarsi con l’autolesionismo della protagonista.

Alice Darling

 

È un film affettuoso nei confronti del materiale e dei suoi personaggi, evidentemente affascinato dal modo in cui una verità così crudele fa maturare il rapporto tra le tre amiche ma che, forse si accontenta troppo facilmente della sua solidità ed evita di esplorare altri percorsi o contesti. Meglio, nei rari momenti in cui il film pare allargare il suo sguardo lo fa senza misura, quasi equivocando il passo alla base del racconto, come quando intrappola la sua protagonista in una trama secondaria con al centro la sparizione di un’altra ragazza, vorrebbe usarne le linee come un grimaldello per farla maturare ma fatica a trovare un posto nell’economia del racconto a questa linea narrativa.

Eppure le potenzialità per allargare davvero lo spettro ci sarebbero tutte, come racconta lo svelamento dei disturbi alimentari di Alice, un lavoro in punta di penna tra sfondo e primo piano che in breve esonda in un exploit drammatico della sua protagonista. Ecco, forse Alice, Darling inizia a perdere tenuta (senza deragliare mai davvero), quando Mary Nighy cede le chiavi del film ad Anna Kendric. Non è una scelta incomprensibile. La Kendrick (anche produttrice) pare prontissima a caricarsi il film sulle spalle, a reggerlo solo con la forza delle sue occhiate nervose, con la sua muscolatura contratta, con i suoi silenzi, ma non basta.

Perché quando il film svela le sue carte, quando la relazione abusiva di Alice viene alla luce ed il racconto esplode in una scena madre tutta inscritta nel corpo di Anna Kendrick, tutto finisce per normalizzarsi, per acquietarsi troppo presto, in una fase distensiva tanto calorosa quanto debole narrativamente.

Nell’ultimo atto, pur di mantenere coerente il suo sguardo realista sulla vicenda, Alice, Darling manca di assecondare certi spunti da thriller psicologico che forse avrebbero giovato al racconto. Eppure è indubbio che, malgrado certi tiri a vuoto, il film centri forse l’unica scintilla necessaria per portare a compimento quella lettura calorosa, umanissima, della solidarietà femminile che percorre tutto il racconto: basta, in fondo, un vetro spaccato con violenza, un cenno d’assenso, un abbraccio per “riportare tutto a casa”, con una chiarezza ed una semplicità spiazzanti, al di là di qualsiasi divagazione.

 

Titolo originale: id.

 

Regia: Mary Nighy
Interpreti: Anna Kendrick, Kaniehtiio Horn, Charlie Carrick, Wunmi Musaku,

Mark Winnick, Daniel Stolfi, Carolyn Fe, Gordon Harper, Viviana Zarrillo, Mairi Babb, Susan Applewhaite, Ethan Mitchell

Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 89′
Origine: Canada, UK 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.17 (6 voti)
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