Awake, di Mark Raso

Una discreta idea di base malamente sprecata con una tensione ai minimi e un cast male utilizzato. La post-apocalisse di Netflix ai minimi termini.

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L’arrivo dell’apocalisse stavolta è causata dall’insonnia. Una delle strade del fantasy-horror di Netflix passa attraverso una perdita del sonno collettiva. La causa è un black-out totale che mette fuori uso ogni dispositivo elettronico. Gina Rodriguez passa dai suoi personaggi di Jane the Virgin e Carmen Sandiego a quella di Jill, un ex-soldatessa dal passato tormentato che ogni tanto per arrotondare spaccia gli psicofarmaci che prende dal centro di ricerca universitaria dove sta lavorando come addetta della sicurezza. La corrente va via all’improvviso mentre la donna è in auto con i due figli Noah e Matilda. La macchina precipita in un lago ma i tre riiescono a salvarsi. L’evento ha conseguenze tragiche per tutta l’umanità; nessuno infatti riesce più a dormire tranne Matilda e una signora anziana. E Jill capisce che nel caos generale deve mettere in salvo la figlia.

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Dalla nostalgia on the road del precedente Kodachrome, Mark Raso affronta i nevrotici spostamenti prima di una fine imminente. Gli effetti dell’insonnia, la perdita di riflessi e della lucidità mentale restano solo però sulla pagina scritta. Awake diventa così una confusa esercitazione di genere che cerca di spiegare allo spettatore ogni passaggio. Non c’è la spirale in cui entra il detective interpretato da Al Pacino in Insomnia e soprattutto la mutazione fisica dell’operaio Christian Bale di L’uomo senza sonno. La follia emerge a scatti, tra i disordini sociali tipo la trilogia di La notte del giudizio (l’assalto alla farmacia) con il senso di devastazione e morte e il dettaglio dell’occhio di Gina Rodriguez, esibito e inutile dettaglio di un film che non si accontenta di confrontarsi con il genere ma cerca di indicarne nuove strade senza sapere in realtà dove si trovano. Awake spreca i personaggi secondari, dal prete Barry Pepper a Jennifer Jason Leigh che è la direttrice del laboratorio di ricerca fino a Frances Fisher nei panni della nonna dei figli di Jill. Sono così inconsistenti che hanno il tempo di attraversare temporaneamente solo la retina dell’occhio della protagonista. Il film ha fretta di definire e poi concludere alcune scene decisive come l’auto di Jill e dei figli che cade nel lago e gli evasi con la divisa. La fuga diventa così una conseguenza narrativa. Ma ha poco ritmo e una tensione quasi nulla. Dopo mezz’ora il coinvolgimento è praticamente assente. Awake diventa così l’esempio di come mandare all’aria una discreta idea di base. Il corpo e la mente, infatti, sono sempre stati tenuti ai margini.

 

Titolo originale: id.
Regia: Mark Raso
Interpreti: Gina Rodriguez, Ariana Greenblatt, Lucius Hoyos, Shamier Anderson, Jennifer Jason Leigh, Frances Fisher
Distribuzione: Netflix
Durata: 96′
Origine: USA, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
1.33 (3 voti)
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