BERGAMO FILM MEETING
6 – 14 marzo 2010
La sezione principale del festival, da sempre luogo ideale per la scoperta e il lancio di nuovi autori, propone quest’anno 7 film di recente produzione, inediti per gli schermi italiani. Le opere presentate partecipano al Premio Bergamo Film Meeting, assegnato ai tre migliori film sulla base delle preferenze espresse da tutto il pubblico del festival.
La piccola A – Little-a
di Salvatore D’Alia e Giuliano Ricci (Italia 2009, 80’) AInt
Con: Lucia Vasini, Giancarlo Previati, Nicoletta Ramorino. Cameo di Paolo Rossi
Antonia è sempre mossa dal desiderio di compiacere gli altri. Accetta la presenza ingombrante di una madre che, nonostante l’età, ha trovato un fidanzato più giovane; sopporta l’ex marito che le riversa addosso i suoi problemi; è perseguitata da Caterina – ex del suo ex – che frequenta uno dei suoi seminari per casalinghe depresse. Il suo lavoro con i pazienti del Day Hospital psichiatrico rappresenta l’unico momento di auto-realizzazione. Riuscirà Antonia a dare finalmente spazio ai propri desideri?
Ori -Two – Due
di Miguel Angel Jiménez (Spagna, Georgia 2009, 85’) AIt
con Khatuna Shurghaia, Beqa Qavtaradze, Tazo Terunashvili
Storie parallele di due giovani alienati in modi diversi dalla guerra. Nino vive a Tibilisi ed è fidanzata a un tassista con il quale sta per sposarsi. Sebbene il lieto evento si avvicini, Nino appare visibilmente insicura del suo futuro. Nelle lontane montagne del Caucaso, Tazo cerca rifugio dai bombardamenti russi, presso la casa dello zio Beqa, che vive in solitudine. L’ eco della guerra è ancora presente nelle vite dei due protagonisti, in una storia dal sapore agrodolce, fatta di silenzi e sigarette.
Apaföld – Father's Acre – La terra del padre
di Viktor Oszkár Nagy (Ungheria 2009, 88’) AIt
Con: János Derisi, Tamás Ravasz, Andrea Nagy
Appena uscito di prigione, un padre torna a casa, dal figlio. Desideroso di riconciliarsi con il ragazzo, l'uomo cerca di trasmettergli i suoi valori e acquista un terreno per piantare una vigna. Ma il figlio, che gli rimprovera la lunga assenza, rifiuta categoricamente i suoi tentativi di riavvicinamento. La tensione tra i due cresce quando il padre dà inizio a una relazione con la sorella della ex moglie, deceduta durante la sua prigionia.
Kenjac – Donkey – Somaro
di Antonio Nuić (Croazia, Bosnia Herzegovina, Gb , Serbia 2009, 90') AIt
Con: Nebojsa Glogovac, Natasa Janjic, Ljubo Kapor
È il 1995. L’estate in cui ha avuto luogo l’operazione “Storm”. Dopo sette anni Boro, insieme alla moglie Jasna e al figlio Luka, torna a Drinovci, in Herzegovina, il suo villaggio natale. Boro litiga di continuo con Jasna, e non rivolge la parola al padre, Paško, che ritiene responsabile della morte della madre. Con la “complicità” di un asino, la vicenda prenderà una piega inaspettata.
Efeitos Secundários – Side Effects – Effetti secondari
di Paulo Rebelo (Portogallo 2008, 97’) AIt
Con: Maria João Luís, Rita Martins, Nuno Lopes
Laura è una parrucchiera sulla cinquantina. Da quando è vedova, conduce una vita vuota, in una periferia vicino al mare. Nella sua solitudine Laura si dedica agli animali abbandonati. La sua “tranquillità” è messa alla prova quando porta a casa Carmo, una giovane senzatetto ribelle e sieropositiva. Nel frattempo, Laura incontra Rui, un pescatore molto più giovane di lei, e i due si innamorano. Carmo diventa un ostacolo alla loro felicità.
Thomas
di Miika Soini (Finlandia 2008, 73') AIt
Con: Lasse Pöysti, Mauri Heikkilä, Visa Koiso-Kanttila
Nell’autunno della sua vita, Thomas conduce un’esistenza semplice, isolato nel suo appartamento seminterrato, dove gli fanno compagnia una radio, una scacchiera e una foto della moglie. Non si avventura spesso all’aperto e quando lo fa, il mondo esterno gli rammenta la sua età avanzata, la sua solitudine e ricordi che preferirebbe dimenticare. Ha la sensazione di vivere una storia senza fine e per poterla concludere, Thomas deve affrontare il suo passato.
Amateurs
di Gabriel Velázquez (Spagna 2008, 84') AIt
Con Emilie De Preissac, Paco Luque, Alberto Díaz
Julio Nieves, sessantacinquenne caporeparto in un’impresa edile, ha passato tutta la sua vita a Vallecas, un sobborgo di Madrid. Ora deve affrontare il suo imminente pensionamento. La sua vita cambia quando una giovane sedicenne, come un dono dal cielo, arriva da Marsiglia e dice di essere sua figlia. Ma se non fosse veramente sangue del suo sangue? E cosa succederebbe se Nieves la ospitasse per lenire la sua solitudine? Quanto possono osare le persone per non restare sole?
AIt= Anteprima Italiana; AInt= Anteprima Internazionale
Il documentario è un percorso di ricerca ormai consolidato di Bergamo Film Meeting. La sezione Visti da vicino propone ben 22 film provenienti da diverse parti del mondo.
Sono produzioni indipendenti che scandagliano la realtà, multiforme e infinita. I documentari proposti – ma forse il termine non è più adatto ad esprimere la ricchezza produttiva a cui stiamo assistendo – riguardano le elaborazioni cinematografiche più varie ma sono sempre riconducibili a un tema, luogo, personaggio “visto da vicino”. L’interesse degli autori è rivolto alle persone, ai “casi”, alle situazioni particolari, alle zone di frontiera, alle singolarità nelle quali si generano tensioni tra il particolare e il generale, tra il vero e il falso, tra il dentro e il fuori.
Forty Foot
di Leticia Agudo, Aoibheann O’Sullivan, Paul McGrath (Irlanda 2009, 9’) AIt
Forty Foot è un’insenatura nascosta nella costa a Sud di Dun Laoghaire, Irlanda. È un luogo dove da almeno duecentocinquant’ anni alcuni gruppi di persone si trovano per nuotare, anche d’inverno.
Five Ways to Darío – Le cinque vie verso Darío
di Darío Aguirre (Germania 2009, 80’) AInt
Darío Aguirre vive fra la Germania e l’Ecuador. Cercando il suo nome su internet trova centinaia di omonimi. Darío scive e-mail e lettere a molti di loro, cercando di sapere di più delle loro vite. Cinque Darío Aguirre gli rispondono e lo invitano a casa loro.
Angeles City, Philippines
di Davide Arosio, Alberto Gerosa (Italia, Filippine 2009, 30’)
Un funzionario di polizia, un australiano in pensione, un’exballerina di go-go bars, un ladyboy euna prostituta vivono ad Angeles City, ex sede della più grande base militare americana al di fuori degli Stati Uniti, chiusa nel 1991. La presenza della base per quasi un secolo ha favorito il sorgere di molti bordelli, facendo della città filippina in una delle destinazioni più popolari del turismo sessuale.
Het geheim van Boccherini – The Secret of Boccherini – Il segreto di Boccherini
di Carine Bijlsma (Olanda 2008, 24’) AIt
Il padre della regista, il famoso violoncellista Anner Bylsma, pare sia uno dei pochi a conoscere “il segreto” di Boccherini. Bylsma realizza il suo sogno di recarsi nell’ormai abbandonato Palacio del Infante don Luis de Borbón, dove Boccherini scrisse le sue più importanti composizioni. Qui, un quintetto di giovani musicisti suonerà la musica del celebre autore.
Toonladders en Tweedeklassers– Middle School Melodies – Melodie della scuola media
di Carine Bijlsma (Olanda 2009, 52’) AInt
I musicisti di Yo! Opera organizzano un workshop settimanale per un gruppo di ragazzi di una cosiddetta “scuola secondaria nera”, con l’obiettivo di realizzare una piccola performance. Cantare, suonare, scrivere i testi delle canzoni: all’inizio è tutto nuovo per i ragazzi. Ma poi alzano la voce, in tutti i sensi. L’esperienza della loro vita quotidiana riecheggia nei testi delle loro canzoni.
Vienen por el oro, vienen por todo – Vengono per l’oro, vengono per tutto
di Pablo D’Alo Abba, Cristian Harbaruk (Argentina, Spagna 2009, 88’) AIt
Un intervento minerario, a pochi chilometri dalla città di Esquel, nella Patagonia argentina, suscita un forte dibattito nella popolazione. La miniera fornisce argento e oro, che la compagnia canadese Meridian Gold estrae usando cianuro e grandi quantità d’acqua. Sebbene la miniera porti lavoro, molti abitanti sono lontani dall’essere contenti del progetto. La decisione finale sarà presa dopo un referendum. Ma la città è divisa.
Il figlio di Amleto – The Son of Hamlet
di Francesco Gatti (Italia 2009, 75’)
Nel 1989 il noto scrittore e critico d’arte Giovanni Testori presentò al mondo delle gallerie milanesi l’artista, fino ad allora sconosciuto, Sergio Battarola. Trovatosi di punto in bianco “adottato” come un figlio dalla firma più autorevole del momento, Sergio si creò le più rosee aspettative. Vent’anni dopo, scopriamo che le cose non sono andate proprio come pensava…
Cooking History
di Peter Kerekes (Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria, Finlandia 2009, 88’)
Un ritratto dei cuochi di guerra di tutta Europa che hanno vissuto i conflitti del XX secolo: 10 ricette raccontano la Storia, dalla Seconda Guerra Mondiale fino al conflitto ceceno, dalla Francia, ai Balcani, alla Russia. I ricordi raccontano un’altra Storia e ci portano dietro le quinte di date, fatti, dichiarazioni di guerra, battaglie e accordi di pace.
Commissariat – Police Station – Commissariato
di Ilan Klipper e Virgil Vernier (Francia 2008, 85’) AIt
Una stazione di polizia, nella tranquilla periferia di Rouen, in Normandia. Non c'è pathos, nessuna inquadratura spettacolare, la camera cerca di andare “oltre’” l’aspetto pittoresco o eroico degli eventi, ma senza nasconderne il lato umoristico. Le strategie della confessione, la seduzione, il rammarico e l'autorità ritraggono un mondo di ordinaria follia.
El puesto
di Aurélien Lévêque (Francia, Belgio 2009, 74’) AIt
Marin è un “peone”, un contadino, e vive da solo in una capanna nella profonda Patagonia Argentina. Con i suoi cani e i suoi cavalli controlla le pecore e i confini di una proprietà. La sua vita quotidiana è una lotta per la sopravvivenza nella solitudine, in un mondo fuori dal tempo. Un western senza spari e combattimenti.
La forteresse – The Fortress – La fortezza
di Fernand Melgar (Svizzera 2008, 104’)
Uomini, donne, bambini dalla Romania, dal Togo, dalla Georgia, dal Kosovo, dalla Colombia arrivano ogni settimana alle porte della Svizzera. Fuggono da guerre, dittature, persecuzioni e problemi economici. Vallorbe, è un centro d’accoglienza dove i rifugiati vivono quasi reclusi, nell’attesa che le autorità svizzere decidano cosa fare di loro. È la Fortezza, un tempo albergo di lusso, ora circondato da filo spinato.
Technozoyds: An Electromentary – Technozoyds: un electromentario
di Dion Merz, Nicole Biermaier, Ravi Vaid (Svizzera 2009, 78’) AIt
Il 2003 ha visto l’apertura di un nuovo electro club underground a Zurigo: la Dachkantine. Divenuto in breve un punto di riferimento europeo, chiude improvvisamente nel 2006. Con interviste, reperti filmati dei concerti tenuti da DJ di minimal techno, letture di autori, gruppi musicali, il film restituisce un’immagine esauriente di questo eccezionale club.
Dovidjenja, kako ste? – Goodbye, How Are You? – Arrivederci, come stai?
di Boris Mitic (Serbia, Francia, Germania, Svezia, 2009, 60’) AIt
Fra tutte le forme di satira, quella asciutta, fatta di una o due righe di aforismi, può essere il mezzo più efficace per commentare in modo informale, non pretenzioso, lo stato del mondo. In questo film, il potere degli aforismi satirici si combina con la libertà del documentario creativo e la magia dell’espressione visiva, per condurre lo spettatore in un viaggio introspettivo nei Balcani.
Grandi speranze – Great Expectations
di Martina Parenti, Massimo D'Anolfi (Italia 2009, 77’)
Un percorso nei luoghi e nei tempi della futura classe dirigente: chi insegna a giovani privilegiati come mantenere il potere; chi insegue il sogno di aprire una fabbrica di acqua minerale a Shanghai; chi si ostina a imporre un metodo di lavoro occidentale a impassibili impiegati cinesi… (continua). Tra destini già scritti, sete di successo facile e invasioni economiche, la commedia umana ci accompagna in un viaggio dall’Italia alla Cina.
La tumultueuse vie d’un déflaté – The Hectic Life of a Dismissed Worker – La tumultuosa vita di uno scoppiato
di Camille Plagnet (Francia, Burkina Faso 2009, 59’) AIt
La vita frenetica di Grand Z, per vent’anni guidatore della linea ferroviaria Abidjan-Ouagadougou , licenziato nel 1995 dalle Ferrovie Nazionali del Burkina Faso, a seguito delle privatizzazioni imposte dalla Banca Mondiale. Inveterato edonista, dopo una vita vissuta intensamente, Grand Z si ritrova a terra: con il licenziamento non gli resta che una vita difficile in attesa della pensione.
Jaffa, the Orange's Clockwork – Jaffa, la meccanica dell’arancia
di Eyal Sivan (Israele, Francia, Germania, Belgio 2009, 88’)
Storia degli agrumi originari della terra palestinese, conosciuti da sempre in tutto il mondo come “arance Jaffa”. La storia delle arance è la storia di questa terra. La lettura della rappresentazione visiva del marchio Jaffa riflette sui fantasmi dell’Occidente in tema di Terra Santa e Stato di Israele, e offre uno strumento per rivelare la storia mai raccontata di quella che una volta era un’industria comune e un simbolo per gli arabi e gli ebrei di Palestina.
Canto da terra d’água – Waterland Song – Canto della terra d'acqua
di Adriano Smaldone, Francesco Giarrusso (Portogallo, Italia 2009, 30’)
Un film in cui i paesaggi giocano un ruolo preponderante: blocchi tellurici indipendenti che descrivono gli eventi, ormai sepolti dall'azione del tempo, della regione portoghese di Trás-os-Montes. Le parole di David Afonso, le canzoni interpretate da Adélia Garcia e la lettura delle lettere, inserite in uno spazio privo di azione, consentono di addentrarci negli strati temporali che compongono la storia e l'immaginario transmontano.
Sacred Places – Luoghi sacri
di Jean-Marie Teno (Camerun, Francia 2009, 70’) AIt
S. Leon, un modesto quartiere nella città di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso: si lotta per la sopravvivenza e per mantenere la propria dignità. Jean-Marie Teno riflette sui molti paradossi dell’Africa di oggi, attraverso le vite di tre persone: un costruttore e suonatore di djembé, il gestore di un video club che funziona anche come luogo di preghiera e un tecnico di cinquant’anni che ha deciso di diventare scrittore di lettere.
Boul fallé. La voie de la lutte – Boul fallé. The way of fight – Boul fallé. La via della lotta
diRama Thiaw (Costa d’Avorio, Sénégal, Francia 2009, 71’) AIt
1988, i giovani senegalesi scendono in piazza per protestare contro la rielezione del presidente Abdou Diouf. Nasce il movimento “Boul Fallé”, che significa “fregatene e vai avanti”. I mezzi espressivi del movimento sono l’hip hop e la lotta. Dagli studi di registrazione nel suburbio di Pikine alle arene di sabbia, la telecamera della regista ci porta a conoscere i protagonisti del movimento: uomini che hanno deciso di tornare a essere nobili guerrieri.
Hinterland
di Marie Voignier (Francia 2009, 49’) AIt
A settanta chilometri da Berlino, un’enorme cupola di metallo, che un tempo fu una base aerea della Germania Est, ospita una sorta di parco tropicale. Attraverso la scoperta delle “Isole Tropicali”, Hinterland propone una visione singolare sul Luogo e la Storia, tracciando un’archeologia poetica delle nostre relazioni con il Tempo, lo Spazio e l’Illusione.
Koluszki Blues – Nowhere Blues – Blues di nessun posto
di Bartosz Warwas (Polonia 2009, 19’)
Molto lontano, in una piccola città oltre le montagne e un’enorme foresta, Warkocz è intrappolato. Solo il Grande Amore può liberarlo. Mentre attende pazientemente che arrivi, Warkocz si spazzola la lunga barba, la chiave per il suo potere…
Nairobi Love Story
di Maria Weber (Italia, Austria, 2009, 45’) AInt
Margareth e Eric si amano da cinque anni, ma i loro genitori sono contrari alla loro relazione perché appartengono a due differenti tribù keniote, in perenne conflitto culturale e politico: Margareth è una kikuyu e Eric è un luo. Tra gli alti e bassi del loro rapporto emergono anche idee diverse e contrapposte sul loro amore.
AIt= Anteprima Italiana; AInt= Anteprima Internazionale
JEAN GABIN: UNA CERTA IDEA DI FRANCIA
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Si può descrivere in due parole la Tour Eiffel? Ovviamente no. Così come non è possibile per le coste della Normandia, l’Impressionismo, il Camembert, Edith Piaf…. Semplicemente, ci sono cose che esprimono meglio di altre una certa idea di un Paese e, per questo, bastano a se stesse; sono parte integrante del suo paesaggio e della sua storia. Jean Gabinè tra queste. Jean Gabin è Jean Gabin, ça suffit. Con questa retrospettiva/ omaggio di 24 film, Bergamo Film Meetingvuole “raccontare” uno degli attori più amati del cinema francese (nato nel 1904 e scomparso nel 1976), attraverso la visione dei film che meglio rappresentano le diverse fasi dei suoi ben quarantasei anni di carriera (dal 1930 al 1976), compiendo allo stesso tempo un viaggio entusiasmante nella storia del cinema d’oltralpe.
La formazione di Gabin ha inizio con il teatro di rivista: grazie al padre, artista di primo piano dei caffè concerto parigini, l’attore approda nel 1924 alle Folies-Bergère, come figurante. È qui che apprende il mestiere, calcando le scene dei cabaret e dei music-hall, fino a ottenere diverse parti come comprimario sui set, soprattutto in commedie brillanti e musicali.
Ma è l’incontro con il regista Julien Duvivier, nel 1934, a consacrarlo al grande schermo. Tra i due nasce un vero sodalizio, a partire da Maria Chapdelaine (Il giglio insanguinato, 1934), poi con La belle équipe (La bella brigata, 1936) e Pépé le Moko (Il bandito della Casbah, 1937). Lo stile di Gabin è già marcato, quel suo recitare “per sottrazione”, con gesti minimi e il semplice magnetismo dello sguardo (“alla Gabin” appunto), che riesce a dare profondità e intensità al carattere da interpretare.
Tre sono le anime cinematografiche di Gabin. Nella prima fase della sua carriera è l’eroe romantico e tormentato, votato a un destino ineluttabile, interprete dei drammi sociali del realismo poetico cari al maestro Duvivier come a Jean Renoir (Les bas fonds – Verso la vita, 1936; La bête humaine – L’angelo del male, 1938) e a Marcel Carné (Quai des brumes – Il porto delle nebbie, 1938; Le jour se lève – Alba tragica, 1939).
Il secondo Gabin, uscito dall’esperienza bellica (durante la quale ha servito nella 2me Division Blindée del generale Leclerc e ha intrecciato un’appassionata relazione con Marlene Dietrich), è un incanutito tombeur de femmes con non poche pennellate di amarezza e ambiguità (La Marie du port – La vergine scaltra, 1950, di Marcel Carné; En cas de malheur – La ragazza del peccato, 1958, di Claude Autant-Lara) – ma anche, a seconda dei casi, incisivo gangster o piedipiatti (Touchez pas au grisbì – Grisbì, 1954, di Jacques Becker; Le cave se rebiffe – Il re dei falsari di Gilles Grangier, 1961; Maigret et l'affaire Saint-Fiacre – Maigret e il caso Saint Fiacre di Jean Delannoy, 1959)
Il terzo Gabin, infine, è il sornione patron, completamente imbiancato e un po’ appesantito dalla bonne cuisine du pays (la cucina francese, quella vera di una volta). Un po’ misantropo, un po’ filosofo, un po’ disincantato, un po’ padre putativo, ma generoso e ironico: L'air de Paris (Aria di Parigi, 1954) di Marcel Carné, Un singe en hiver(Quando torna l’inverno, 1962) di Henri Verneuil. Lo stesso genere di patron che, sotto il segno di Simenon, incarna un grande Maigret (in tre film) o uno statista alla Clemanceau (Le President –Il presidente, 1960, di Henri Verneuil), e che diviene, tra l’altro, collega, amico, padrino per le generazioni di attori francesi a venire, come Lino Ventura (Grisbì), Jean-Paul Belmondo (Un singe en hiver – Quando torna l'inverno di Henri Verneuil, 1962), Alain Delon (Mélodie en sous-sol – Colpo grosso al casino di Henri Verneuil, 1963), Gérard Depardieu (L'affaire Dominici – L'affare Dominici di Claude Bernard-Aubert, 1973).
In collaborazione con British Film Institute di Londra, Tamasa Distribution di Parigi, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma, Fondazione Cineteca Italiana di Milano.
I film:
La belle équipe – La bella brigata di Julien Duvivier (Francia 1936, 100')
Les bas-fonds – Verso la vita di Jean Renoir (Francia 1936, 90')
Pépé le Moko – Il bandito della Casbah di Julien Duvivier (Francia 1937, 94')
La grande illusion – La grande illusione di Jean Renoir (Francia 1937, 114')
La bête humaine – L'angelo del male di Jean Renoir (Francia 1938, 100')
Le quai des brumes – Il porto delle nebbie di Marcel Carné (Francia 1938, 91')
Le jour se lève – Alba tragica di Marcel Carné (Francia 1939, 93')
Remorques –Tempesta di Jean Grémillion (Francia 1941, 79’)
Moontide – Ondata d'amore di Archie Mayo (Usa 1942, 94')
The Impostor – L’impostore di Julien Duvivier (Usa 1944, 92')
Au delà des grilles – Le mura di Malapaga di René Clément (Francia, Italia 1949, 104')
L'air de Paris – Aria di Parigi di Marcel Carné (Francia, Italia 1954, 100')
Touchez pas au grisbi – Grisbì di Jacques Becker (Francia, Italia 1954, 94')
Chiens perdus sans collier – Cani perduti senza collare di Jean Delannoy (Francia, Italia 1955, 93')
Des gens sans importance – Appuntamento al chilometro 424 di Henri Verneuil (Francia 1956, 101')
La traversée de Paris – La traversata di Parigi di Claude Autant-Lara (Francia, Italia 1956, 80')
Les grandes familles di Denys de La Patellière (Francia 1958, 92')
Maigret et l'affaire Saint-Fiacre – Maigret e il caso Saint Fiacre di Jean Delannoy (Francia, Italia 1959, 101')
Les vieux de la vieille di Gilles Grangier (Francia, Italia 1960, 90')
Le président – Il presidente di Henri Verneuil (Francia, Italia 1961, 110')
Le cave se rebiffe – Il re dei falsari di Gilles Grangier (Francia, Italia 1961, 98')
Un singe en hiver – Quando torna l'inverno di Henri Verneuil (Francia 1962, 105')
Mélodie en sous-sol – Colpo grosso al casino di Henri Verneuil (Francia, Italia 1963, 118')
L'affaire Dominici – L'affare Dominici di Claude Bernard-Aubert (Francia, Italia, Spagna 1973, 105')
LUCI E OMBRE: La Dark Lady
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Se il genere noir ha avuto la sua massima fioritura nel cinema americano, tra gli anni ’40 e ’50, la Dark Lady ne è stata la sua regina. Stereotipo di una femminilità tanto seducente quanto traviante, in realtà la Dark Lady presenta sfumature più sottili, ambiguità più complesse. La sua centralità nella messa in scena e nella narrazione è fuori dubbio e funziona da specchio per fragilità, vigliaccherie, tradimenti, angosce e trasalimenti. LaDark Lady è un motore di sentimenti, passioni, malvagità, cadute, delitti. Ma proietta anche personalità forti, decise a tutto, che vanno incontro al proprio destino, con orgoglio e consapevolezza. Espressione del male, la Dark Lady è, a suo modo, anche angelo e giustiziere, che sconvolge l’universo maschile e allo stesso tempo ne incrina il potere e la tracotanza, mettendone a nudo, per contrasto, le tante nevrosi, l’impotenza, l’ipocrisia. Senza peraltro rinunciare al fascino, all’eleganza, a un erotismo tanto sfacciato quanto “naturale”, tanto seducente quanto inevitabile. Un personaggio forte, un campo magnetico di tensioni e di turbamenti, di collassi psicologici e di derive senza scampo. A lei hanno dato il volto numerose dive del passato (da Rita Hayworth a Lana Turner, da Barbara Stanwyck a Ida Lupino, da Gene Tierney a Gloria Grahame).
La rassegna si compone di 11 titoli.
In collaborazione con British Film Institute di Londra, Park Circus e Hollywood Classics di Londra, cineteca Griffith di Genova
I film:
Murder, My Sweet– L'ombra del passato di Edward Dmytryk (USA, 1944, 95')
Laura – Vertigine di Otto Preminger (USA, 1944, 88')
Scarlet Street – La strada scarlatta di Fritz Lang (USA, 1945, 103')
Out of the Past – Le catene della colpa di Jacques Tourneur (USA, 1947, 97')
The Lady from Shanghai – La signora di Shanghai di Orson Welles (USA, 1947, 92')
The Postman Always Rings Twice – Il postino suona sempre due volte di Tay Garnett (USA, 1946, 113')
Deadly Is the Female – Gun Crazy – La sanguinaria di Joseph H. Lewis (USA, 1950, 86')
Human Desire – La bestia umana di Fritz Lang (USA, 1954, 91')
Angel Face – Seduzione mortale di Otto Preminger (USA, 1952, 91')
They Drive by Night – Strada maestra di Raoul Walsh (USA, 1940, 95')
Double Indemnity – La fiamma del peccato di Billy Wilder (USA, 1944, 106')
DARKMARATONA & MIDNIGHT MOVIE
La figura della Dark Lady è protagonista anche delle nottate del Meeting, con 3 titoli distribuiti tra proiezioni di mezzanotte e la consueta maratona notturna del festival, che ogni anno riscuote sempre un grande successo e raccoglie un folto numero di appassionati cinefili.
Midnight Movie:
The Blue Dahlia – La dalia azzurra di Gorge Marshall (Usa 1946, 96')
Rientrando a casa dopo il congedo dalla marina militare, Johnny sorpende sua moglie Helen tra le braccia di Eddie, il proprietario della discoteca Blue Dahlia. Quando Helen viene trovata assassinata, Johnny è sospettato di omicidio. Unico film scritto direttamente da Raymond Chandler per lo schermo.
Darkmaratona:
Una notte “in bianco” sprofondando nelle ombre del cinema noir, tra le inquietudini e le tensioni di un B-Movie d’eccezione, Detour(1945) di Edgar G. Ulmer, e le incursioni nel fantastico de Il bacio della pantera (1942) di Jacques Tourneur.
Cat People – Il bacio della pantera di Jacques Tourneur (Usa 1942, 73')
Prodotto da Val Lewton per la Rko, diretto da Jacques Tourneur, il prototipo del film fantastico d’atmosfera. L’orrore sta acquattato nell’oscurità del fuori campo, la tensione nasce da passi, fruscii, ombre che scivolano sui muri, la donna-pantera, il “mostro” può essere reale o del tutto immaginario, creato da una psicosi. Simone Simon è un perfetto “angelo nero”, in bilico tra ingenuità e senso di colpa. Un capolavoro non eguagliato dal remake di Paul Schrader.
Detour di Edgar G. Ulmer (Usa 1945, 67')
Un caso, una deviazione, e la vita si trasforma in un incubo irrazionale. Un musicista squattrinato si mette in viaggio da New York in autostop per raggiungere la fidanzata che si è trasferita a Los Angeles. La morte accidentale dello sconosciuto che gli ha dato un passaggio e la comparsa di una donna incontrata per strada lo portano fuori strada, in un bar di periferia, a ricordare un omicidio e la fidanzata perduta. Costruito in un lungo flashback, il noir più astratto e perfetto di Edgar Ulmer.
ARIA FRESCA: Il NUOVO CINEMA UNGHERESE
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Guardando alle produzioni e agli autori emersi in questi ultimi anni, si può parlare tranquillamente di una nuova onda del cinema ungherese. Sebbene il cinema magiaro non abbia mai attraversato periodi di decadenza, è vero che una nuova generazione di registi si va affermando, con evidenza e personalità, portando con sé nuovi stili e nuove forme, raccontando storie e situazioni dell’oggi, con tocco e maestria d’autore. All’edizione 2010 del Magyar Filmszemle, il festival nazionale ungherese che comprende anche sezioni dedicate ai corti e ai documentari, cinque lungometraggi di finzione in concorso su sedici erano opere prime, sette portavano la firma di autori nati dopo il 1970. È l’affermarsi di una generazione nuova, in cui spiccano i nomi di György Pálfi (1974), Aaron Matyassy (1978), Szabolcs Hajdu (1972), ma dove si contano molti altri giovani alla loro opera prima o seconda, che si stanno facendo largo nei festival internazionali di tutto il mondo. Per non parlare di Csaba Bollok la cui carriera, pur essendo nato negli anni ‘60, ha preso l’avvio insieme a quella dei suoi colleghi più giovani.
Si può dire che il cinema dei giovani nasca, innanzitutto e non senza ambivalenze, dal rapporto con un cospicuo passato. Mundruczo, ad esempio, è in qualche modo legato a Jancso, di cui ha interpretato l’ultimo film, Oda az igazsag (Tanto per giustizia, 2010), e del quale recupera e reinventa le magniloquenze stilistiche in Delta (2007); Palfi sembra avvicinarsi all’ariosa libertà della narrazione di Gyorgy Szomjas, mentre Flieghauf, riconosce i suoi debiti nei confronti di Béla Tarr. Allo stesso modo, Aron Matyassy in Utolso idok (Tempi perduti, 2009) ha forse tenuto conto della lezione di Péter Gothar, soprattutto quello di Paszport (Passaporto, 2000) e Agnes Kocsis in Friss levego (Aria fresca, 2006) sembra memore del magnifico corto di Polanski, Gdy spadaja z nieba anioly (La caduta degli angeli, 1959).
La tradizione, dunque, ma anche la ricerca. L'Universitá d'Arte di Teatro e di Cinema (Színház- és Filmművészeti Egyetem) continua a formare e irrobustire nuove leve, garantendo quel plafond di professionalità sul quale innestare l’inventiva dei singoli, che poi trova la complicità di una legislazione che dopo il 1989 ha intelligentemente rivisitato un sistema di intervento pubblico, affidandone il controllo in buona parte ai cineasti stessi.
Difficile stabilire un’identità complessiva del movimento, azzardare costanti e linee guida, ma è pur vero che nel panorama complesso dei “nuovi autori” persiste uno slancio irrequieto verso la sperimentazione. Il nuovo cinema ungherese infatti non rinuncia al rischio, sia con le situazioni che rappresenta e che riguardano il più delle volte personaggi “ai limiti”, molto vivaci sul piano umano, portatori di forti conflittualità , sia con una messa in scena capace di portare elementi di provocazione e creatività.
La rassegna è realizzata in collaborazione con Magyar Filmunió di Budapest.
I film:
Észak, észak – Nord, Nord
di Csaba Bollók (Ungheria 1999, 70')
Un giorno Juli si allontana da casa in bicicletta, dimenticandosi la bussola. Ha intenzione di andare verso nord, tra le montagne. Quando scende la sera capisce di essersi perduta. Il padre della giovane donna incarica Misi, "l'automobilista" , di ritrovarla. I due differenti percorsi di Juli e Misi disegnano la mappa di un paese strano, surreale, dove viaggiatori e abitanti sembrano essere allo stesso modo stranieri.
Hukkle – Singhiozzo
di György Pálfi (Ungheria 2002, 78')
Un uomo seduto su una panchina ha il singhiozzo, un giovane ubriaco russa in carrozza, una gentile signora anziana raccoglie i lillà nella valle, donne cuciono nel negozio del sarto, uomini giocano a bowling in una birreria, l'apicoltore raccoglie il miele, una mietitrice miete il grano che al mulino diventerà farina… Mentre tutto questo accade, un poliziotto cerca di scoprire l'autore di un omicidio. Eccentrico e intrigante.
Fehér tenyér – White Palms – Palmi bianchi
di Szabolcs Hajdu (Ungheria 2006, 97')
Miklós Dongó, ginnasta di grande talento, giunge in Canada per allenare Kyle, uno dei più promettenti ginnasti della squadra nazionale. Ma Kyle è un osso duro, egocentrico e arrabbiato. L’invenzione della storia si mescola a elementi autobiografici ed esperienze reali, vissute dal fratello del regista, Zoltán Miklós Hajdu, atleta affermato e interprete principale del film.
Iszka utazása – Iska’s Journey – Il viaggio di Iszka
di Csaba Bollók (Ungheria 2007, 92')
Iska ha dodici anni e vive per strada in una città carbonifera dell’Europa dell’Est. Il film è la storia delle sue lotte per la sopravvivenza. La protagonista Maria Varga interpreta un ruolo che è simile a quello della sua vita reale. La sua ingenuità e la sua vitalità danno un fascino tragico alla storia.
Tejút – Milky Way – La Via Lattea
di Benedek Fliegauf (Ungheria 2007, 82')
Il protagonista del film è il pianeta Terra, o meglio la galassia dell'umanità: la Via Lattea. Composto da diversi episodi legati tra loro da uno stile e un'atmosfera identici, il film utilizza il tema del mistero come filo rosso delle diverse storie, un mistero proteiforme che va dal normale al divino, passando per la psicologia, la natura e il micro-realismo.
Delta
di Kornél Mundruczó (Ungheria, Germania 2008, 96')
Un uomo torna a casa per assistere al funerale del padre. Vent’anni prima era stato cacciato dalla madre e per questo non aveva mai conosciuto sua sorella. Il loro primo incontro risulta fatale, perché i due si innamorano. Insieme, scoprono che il padre è stato ucciso dalla madre con l'aiuto del suo amante…
Friss levegö – Fresh Air – Aria Fresca
di Ágnes Kocsis e Andrea Roberti (Ungheria 2006, 109')
Viola è una bella donna che lavora come custode di una toilette pubblica. È sola, e cerca un uomo tra annunci sui giornali e incontri per cuori solitari. Angela, sua figlia, ha diciassette anni e vuole diventare stilista. Un giorno la ragazza scopre il segreto della madre.
Utolsó idök – Lost Times – Tempi perduti
di Áron Mátyássy (Ungheria 2009, 90')
Storia di una vendetta e di un rapporto ambiguo tra fratello e sorella. Siamo nel 1997, alla frontiera fra l'Ungheria e l'Ucraina. Un meccanico, contrabbandiere di sigarette e benzina, vive con la sorella autistica, che viene stuprata da due sconosciuti. Lui scopre chi sono.
Fondo Nino Zucchelli.
CINEMA FINLANDESE: ANNI RIBELLI
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Prosegue dal 2005 la collaborazione con il Fondo Zucchelli – una dotazione di circa 200 film provenienti dagli archivi della manifestazione cinematografica Gran Premio Bergamo Internazionale del film d’Arte e sull’Arte, donati alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e in deposito presso Lab 80 film.
Il Gran Premio Bergamo negli anni seppe intercettare cinematografie poco conosciute e comunque non visibili nel circuito distributivo italiano. È il caso, ad esempio, della cinematografia finlandese, sulla quale Bergamo Film Meeting si concentra quest’anno, con due film che appartengono al Fondo: Pilvilinna (Il castello dei sogni) di Sakari Rimminen e Laukaus Tehtalla (Uno sparo in fabbrica) di Erkko Kivikoski. Entrambi sono stati realizzati all’inizio degli anni ’70, una stagione che, dopo l’esperienza del ’68, conosce i fenomeni giovanili del ribellismo, del rifiuto del mondo famigliare, della liberazione sessuale, delle tensioni nelle fabbriche, della violenza contro le istituzioni. I due film raccontano storie di disagio e di smarrimento, di crisi individuali e sociali, rappresentando con efficacia il clima di cambiamento sociale e antropologico di quegli “anni difficili”.
Pilvilinna – Il castello dei sogni
di Sakari Rimminen (Finlandia 1972, 90’)
Il giovane Erik lascia Parigi e torna in Finlandia, dai suoi genitori e nel suo vecchio liceo occupato da giovani radicali e arrabbiati, che considerano la disciplina imposta dagli insegnanti una forma di capitalismo imperialista. Erik, un po’ riluttante, vaga in compagnia di Annida, una ragazza appartenente a una famiglia benestante che comincia a sperimentare il sesso e la marijuana. Film generazionale, teso e asciutto.
Laukaus Tehtaalla – Uno sparo in fabbrica
di Erkko Kivikoski (Finlandia 1973, 85’)
La fabbrica Finnmetalli naviga in cattive acque e si fonde con la Polyvanainen. I nuovi dirigenti decidono di licenziare una quarantina di operai. Si tenta di organizzare lo sciopero, ma i padroni giocano sulla non compattezza dei dipendenti. Mentre tutti subiscono passivamente il trasferimento oppure la pensione anticipata, l’operaio Henrikson perde il controllo e imbraccia il fucile…
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Un sogno serio
di Andrea Pellizzer (Italia 2009, 70’)
Nella stagione calcistica 2007/08, una piccola società di calcio iscritta al campionato cadetto raggiunge un traguardo storico e impensabile fino a pochi mesi prima: disputare, al termine di una strepitosa stagione, le finali dei Play Off per approdare ad un sogno che si chiama Serie A. Quella dell'U.C. AlbinoLeffe è un’avventura che la squadra condivide con tutti gli abitanti della Val Seriana.
Indesiderabili
di Chiara Cremaschi (Italia 2010, 52’)
Rieucros è un piccolo paese del Sud della Francia, nella regione della Lozere. In applicazione del decreto di legge del 12/11/1938 riguardante gli stranieri, diventa la sede del primo campo di internamento in Francia. Baldina Di Vittorio e Giulietta Fibbi là hanno compiuto 20 anni. Entrambe provenivano da famiglie di esuli italiani antifascisti. Al campo hanno condiviso il quotidiano con altre donne, il freddo, la fame e la voglia di restare lucide e vive.
All About Eve – Eva contro Eva
di Joseph L. Mankiewicz (Usa 1950, 138’)
Una famosa attrice di Broadway (Bette Davis), ormai ultra quarantenne, prende sotto la sua protezione una giovane, ambiziosa e astuta arrampicatrice, che a poco a poco la scalza dal trono. Commedia sul mondo del teatro, esemplare nel sapiente equilibrio tra sceneggiatura e regia e nella brillantezza tagliente dei dialoghi. Ebbe quattordici nomination agli Oscar e ne vinse sei: film, regia, sceneggiatura, George Sanders (attore non protagonista) , suono, costumi.
AVANTI!Un progetto di distribuzione culturale
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È dal 2005 che ai festival di Bellaria e Torino è presente una giuria che sceglie alcuni documentari italiani da distribuire nel circuito culturale dei cineforum e delle varie forme di associazione che in Italia si impegnano a diffondere la cultura cinematografica, senza trascurare le nuove forme di linguaggio e le realizzazioni indipendenti. Il “premio”, assegnato da alcuni operatori che agiscono nel settore della distribuzione e della produzione, consiste nell’aiuto alla diffusione delle opere selezionate. Attraverso la rete di contatti che attività come Lab 80 film, Bergamo Film Meeting e FIC – Federazione Italiana Cineforum hanno costruito nel corso degli anni, si vuole dare maggiore visibilità a film che altrimenti rischierebbero di circolare solo nei festival specializzati. AVANTI! vuol dire Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani. Il punto esclamativo vuol essere di sprone e di buon auspicio.
Bergamo Film Meeting è uno degli attori principali di AVANTI!; così è parso giusto agli organizzatori presentare, per il secondo anno consecutivo, due delle opere selezionate nell’ultima edizione di Torino Film Festival.
Corde di Marcello Sannino (Italia 2009, 55’)
“I campioni non si fanno nelle palestre. Si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione” (Muhammad Alì). Ciro è un giovane pugile di Napoli; fin dall’età di tredici anni i suoi maestri Geppino e Lino Silvestri gli hanno insegnato che la stoffa del campione sta nell’avere un grande sogno che anima la volontà. Il sogno di Ciro è una vita normale, nonostante la difficoltà di crescere in un quartiere dove violenza e degrado accompagnano la vita di tutti.
Magari le cose cambiano di Andrea Segre (Italia 2009, 69’)
Nel cuore della Ponte di Nona di oggi, Sara e Neda ci conducono in una sorta di autoinchiesta su quali siano le dinamiche di interesse e di potere che segnano le vite quotidiane di migliaia di cittadini come loro: quartieri costruiti senza servizi, senza collegamenti viari, senza luoghi di socialità, senza nessuna manutenzione. Imbuti schiacciati dal traffico disumano di una città costruita pensando solo all’interesse delle rendite fondiarie e dei bacini elettorali.
Cinescatti è il nuovo progetto di Laboratorio 80 e Bergamo Film Meeting per il recupero e la valorizzazione degli archivi di famiglia, con particolare attenzione ai filmati realizzati da cineamatori tra gli anni ‘30 e gli anni ‘80 nei formati 9,5mm, 8mm, Super8, 16mm.
I materiali, spesso dimenticati in armadi, soffitte e cantine sono documenti preziosi per ricostruire una sorta di “psicologia del Novecento” fatta di paesaggi umani e di scenografie ormai scomparse. Questo è un nuovo campo di ricerca che può coinvolgere singoli individui e famiglie, istituzioni pubbliche e private, scuole e università. Gli interventi di raccolta ed elaborazione dei filmati, infatti, sono di grande interesse per le ricadute sui territori di volta in volta interessati e sono rivolti in particolare ai Comuni, alle biblioteche, agli assessorati alla cultura, agli studenti e al corpo insegnante, a tutti coloro che posseggono filmati e che hanno a cuore la loro conservazione e la loro utilizzazione per scopi culturali e didattici.
Il progetto si avvale dello strumento dei bandi di raccolta per la donazione dei filmati, con lo scopo di effettuarne la trascrizione su supporto digitale e assicurarne la custodia.
Dal 6 al 28 marzo, alla Sala di Porta S. Agostino di Bergamo, il progetto Cinescatti sarà presentato al pubblico. L’iniziativa prevede la proiezione di filmati realizzati da registi, enti, associazioni e istituzioni italiane ed europee, che già da tempo hanno avviato progetti di raccolta, archiviazione ed elaborazione dei film di famiglia. Durante la giornata conclusiva, il 27 marzo, si terrà un incontro che vedrà la presenza di esperti italiani e stranieri.
Il primo bando di Cinescatti per la raccolta di filmati è aperto dal 6 marzo al 30 giugno 2010.
Presentazione:
venerdì 5 marzo 2009 – ore 18. 30
Porta Sant’Agostino, Bergamo
Il programma dell’iniziativa:
Dal 6 al 28 marzo 2010
Cinescatti
Porta Sant’Agostino, Bergamo
Apertura:
da martedì a venerdì ore 16-19
sabato e domenica ore 11-19
lunedì chiuso.
Negli orari di apertura, tutti i giorni saranno proiettati i film:
A Malestrom – A Family Chronicle – Il Maelstrom: cronaca famigliare
di Péter Forgács (Olanda 1997, 60')
I Peeremboom sono una numerosa famiglia di ebrei olandesi; The Maelestrom – A Family Chronicle riutilizza e monta immagini tratte in prevalenza dalla loro collezione di home movie che documentano gli avvenimenti della loro vita famigliare dal 1933 al 1942: gli anni che vedono la nascita e la crescita del nazismo in Europa.
Private Century – See you in Denver – Secolo privato – Ci vediamo a Denver
di Jan Šikl (Repubblica Ceca 2007, 52')
Il destino di due generazioni della famiglia Hvanhara, dal 1920 al 1970. Il capofamiglia è il fondatore di una società di distribuzione e di una rete di sale cinematografiche. I figli crescono tra slapsticks e western, «See you in Denver» è la battuta di uno dei loro eroi preferiti. Un motto che li accompagna per tutta la vita.
Circo Togni Home Movies – Work in Progress
a cura di Associazione Home Movies e La camera ottica (Italia 2006, 53')
I film in 8mm della famiglia Togni e del Circo, dagli anni '40 agli anni '70. Darix, una leggenda del circo, e la sua famiglia: gli uomini, le donne, i figli, gli animali. Sempre in viaggio, il circo non si ferma mai. Quando non è in primo piano, è nello sfondo. La cinepresa lotta per cogliere momenti di una famiglia che vorrebbe essere uguale a tante altre: i figli che crescono, le feste, i giochi, il mare.
Memoire d’outremer – Memorie d’oltremare
di Claude Boisson (Francia 1997 60')
Un montaggio di filmati girati tra gli anni ‘20 e gli anni ’60, in tutte le colonie francesi. Nel rovistare nei mercatini delle pulci e tramite le inserzioni su giornali, Claude Bossion ha raccolto sessanta ore di girato e ne ha fatto un vero film. Frasi lette da attori, tratti da ricordi, presi dagli archivi o romanzi popolari entrano in risonanza con le immagini.
Superottimisti in Valsesia
A cura di Superottimisti (Italia 2009, 60')
Una raccolta di pellicole effettuata tra le comunità Walser dell'alta Valsesia ha portato alla luce circa 30 ore di materiale amatoriale che racconta la valle, la sua gente, le sue tradizioni, i suoi cambiamenti. Il montaggio riunisce le immagini più belle, accompagnate da una selezione di canti registrati amatorialmente negli anni '50 in quella zona.
Le memorie sono fatte di questo
di Barbara Cattaneo, Alberto Valtellina (Italia 2010, 75')
Enrico Cattaneo detto “Ketto”, nato nel 1917 in una famiglia benestante, ha attraversato il XX secolo in modo avventuroso e originale. Appassionato cineasta, ha ripreso alcuni momenti significativi della sua vita, tra Bergamo, le montagne di Gromo e la guerra in Russia. Il vivace racconto, effettuato in prima persona, si intreccia a fotografie, filmati, disegni, lettere e libri tratti dal suo vasto archivio. I grandi eventi del secolo passato sono chiaramente leggibili sullo sfondo, ma colti nella loro quotidianità.
Venerdì 26 marzo – ore 21,00
Proiezione dei film:
Come un canto. Appunti e immagini di un regista dimenticato
diPaolo Simoni e Claudio Giapponesi (Italia 2009, 25’)
Inventario balcanico
di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi (Italia 2000, 63’)
Sabato 27 marzo – ore 15,00
Incontro di presentazione del progetto Cinescatti e di altre iniziative italiane e straniere rivolte al recupero e alla conservazione degli archivi di famiglia. Partecipano Associazione Home Movies di Bologna, Progetto Superottimisti di Torino, Cinémathèque Cinémémoire di Marsiglia.
ore 18,00
Ricordi In-versi – Spettacolo per musica, poesie e pellicole.
Le poesie del poeta Guido Catalano vivono sullo schermo grazie alle immagini dell'archivio Superottimisti, accompagnate dalla musica dal vivo di Gattico & Suzuki (pianoforte e violino).
La regia è a cura di Alessandro Bernard.
Proposte e iniziative “difformi e/o dislocate”, in perfetta sintonia con la filosofia del festival.
Fern-Fenster di Simonetta Fadda, Osvaldo Arioldi Schwartz
Videoproiezione con colonna sonora dal vivo (Italia 2010, 20’)
Le parole sono di Simonetta: «Giorno e notte, il mio dirimpettaio fa sempre la stessa cosa: scrive sul suo computer davanti alla finestra. A volte, beve birra mentre scrive. Io lo guardo. Due finestre che diventano due schermi. Il voyeurismo estremo produce un’opacità dello sguardo». Osvaldo Schwartz dialoga con le immagini attraverso la musica. Venti minuti di tensione audiovisiva.
Deviazioni/Oro. Un’invenzione di Matteo Corona
Nell’atrio dell’Auditorium, sala di proiezione principale del festival, un lungo muro progettato, realizzato, e “illustrato” – con la tecnica dello stencil a spray – dal writer Matteo Corona “Oro”, accompagnerà gli spettatori nella camera oscura del Bergamo Film Meeting 2010. L’installaziane s’ispira ai film presentati nella rassegna dedicata alla Dark Lady.
E ancora:
· Dal 5 al 14 marzo presso la tensostruttura Meeting Point in piazza Libertà, Bergamo Film Meeting ospiterà incontri con gli autori e i registi presenti al Festival. Il programma delle giornate è allegato alla cartella stampa. Tra le varie iniziative segnaliamo gli eventi organizzati da MilanoNera, legati alla rassegna sulla Dark Lady e l’incontro di venerdì 12 alle ore 19, con Niccolò Ammaniti, che parlerà di cinema e letteratura.
· Dal 5 al 28 marzo, la cucina italiana sarà protagonista al cinema e in 40 ristoranti della provincia di Bergamo, grazie alla rassegna enogastronomica Fuori Menù, voluta dall’associazione Promozione del Territorio e realizzata dai suoi soci fondatori: Camera di Commercio di Bergamo, Ascom, Confindustria, Ente Fiera Promoberg e Bergamo Fiera Nuova. Durante le giornate di Fuori Menù, nei locali che hanno aderito all’iniziativa, sarà possibile scegliere un menù ispirato a un celebre film, per rendere omaggio a Bergamo Film Meeting. Un’iniziativa per far incontrare due settori fondamentali della cultura e della tradizione italiana, il cinema e la ristorazione, unenendo i piaceri del gusto, del cibo e della visione cinematografica.
BERGAMO FILM MEETING – presidente Alberto Castoldi, direttore Angelo Signorelli, segreteria Fiammetta Girola – è realizzato con il patrocinio e il contributo di:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema
Comune di Bergamo
Commissione Europea – Media Programme
Regione Lombardia – Culture, Identità e Autonomie della Lombardia
Fondazione ASM Brescia
Fondazione della Comunità Bergamasca
Credito Bergamasco
Fondazione Banca Popolare di Bergamo Onlus
Camera di Commercio e Industria di Bergamo
Media Partner:
Cineforum, L’Eco di Bergamo, Files Multimedia, Tassino Eventi, MilanoNera, RockIsland.it, Festival o Festivals
con la collaborazione di:
British Film Institute di Londra
Fondazione Cineteca Italiana di Milano
Magyar Filmunió di Budapest
Cineteca Griffith di Genova
Tamasa Distribution di Parigi
GAMeCinema
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Accademia Carrara di Bergamo
Università degli Studi di Bergamo
Lab 80 film di Bergamo
FIC – Federazione Italiana Cineforum
Laboratorio 80
Fondazione Alasca
Cinescatti
CGIL di Bergamo
Auditorium ARTS di Bergamo
Torino Film Festival
Trieste Film Festival – Alpe Adria Cinema
Cortopotere Short Film Festival
Milano Film Festival
Karlovy Var IFF
Festival International de Films de Femmesdi Créteil
Titanic Internation Film Festiva (Ungheria)
Festival International du Film de La Rochelle
Film Festival Cottbus
BERGAMO FILM MEETING è socio fondatore e membro dell’AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema e del Coordinamento Lombardo dei Festival di Cinema.
BERGAMO FILM MEETING 2010 – INFO
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• LUOGHI / PROIEZIONI
Le proiezioni si terranno all’Auditorium di Piazza Libertà.
La rassegna “Visti da vicino” ed eventuali repliche si terranno al Cinema Capitol Multisala, via Tasso 41.
Proiezioni, incontri e attività collaterali del progetto cinescatti saranno presentati alla Sala di Porta S. Agostino.
Tutti i film in lingua originale sono proiettati con i sottotitoli italiani.
Il programma delle proiezioni potrà subire modifiche per cause di forza maggiore. Le variazioni saranno comunicate tramite cartelli esposti nei luoghi del festival.
Dal 6 al 13 marzo, in Via Tasso 4, nell’ex Sala Consiliare all’interno dell’edificio della Biblioteca Caversazzi, saranno aperti gli uffici per l’accoglienza degli ospiti, la segreteria e l’ufficio stampa. Lo spazio è concesso dal Comune di Bergamo Divisione Attività Culturali e Turismo.
Dal 5 al 14 marzo, in Piazza Libertà, sarà aperto il Meeting Point, una tensostruttura con servizio ristorazione e spazio per incontri, dibattiti, conferenze stampa, concerti, serate speciali e feste.
• PUBBLICAZIONI
Le pubblicazioni date dal festival sono 2: un Catalogo Generale con le informazioni relative alla Mostra Concorso e alle altre Sezioni del Meeting e il volume dedicato a Jean Gabin. Tutte le pubblicazioni contengono saggi originali, filmografie complete, interviste con autori, repertorio bibliografico e un’ampia documentazione fotografica.
• BIGLIETTI / ABBONAMENTI
Biglietti e abbonamenti saranno in vendita presso l’Auditorium di Piazza Libertà a partire dalle 14.30 di sabato 6 marzo.
Il costo del biglietto per le proiezioni di ogni singola fascia giornaliera (mattino, pomeriggio, sera) in Auditorium è di 6 euro.
Il costo del biglietto per ogni fascia giornaliera (pomeriggio, sera) al Cinema Capitol è di 3 euro.
Non si accettano prenotazioni dei posti in sala e non è prevista prevendita dei biglietti.
Il costo della tessera valida per tutte le proiezioni è di 30 euro e di 25 euro per gli abbonati Lab 80, Noi Club, dipendenti e clienti Credito Bergamasco, Giovani Card, Associazione Fidelio, studenti universitari regolarmente iscritti, dipendenti e clienti Banca Popolare di Bergamo.
L’abbonamento dà diritto a ricevere le pubblicazioni e la borsa di Bergamo Film Meeting 2010.
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CORSO ONLINE PRODUZIONE+DISTRIBUZIONE CINEMA. DAL 19 MARZO!
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