Fast X, di Louis Leterrier

Questi primi 140′ raccolgono gli highlights dell’intera saga e appiattiscono ogni elemento verso una interscambabilità un po’ frastornante. Ma lo Jakob Toretto di John Cena è il guizzo inaspettato

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Il momento di maggiore lucidità della saga della stirpe Toretto è probabilmente quello, architettato dallo sceneggiatore Chris Morgan, tra il quinto e l’ottavo capitolo del franchise, in cui la familia diventa una sorta di sporca dozzina su quattro ruote, al servizio della fantomatica “agenzia”. E’ così che una produzione seriale pensata nelle prime sortite per il pubblico di oltranzisti dell’action, si è pian piano rimodulata fino a rappresentare una sorta di versione “coatta” dei dispositivi complessi degli 007 o Mission: Impossible recenti.
Difficile riuscire a fare qualcosa di più, in termini innanzitutto di messinscena plastica, e già il nono capitolo sembrava un episodio decisamente schizofrenico. Ma soprattutto, difficile rilanciare dopo le astrazioni altissime di John Wick 4 – restando anche solo su quattro ruote, non c’è nulla qui, in questo paio d’ore che è solo la prima parte di quello che ci viene annunciato come un dittico di chiusura, che possa anche lontanamente lambire la coreografia di lamiera intorno all’Arco di Trionfo parigino del film di Reeves e Stahelski. Il quarto Wick ha seriamente fatto invecchiare di colpo il resto del cinema action coevo di un paio di decenni. E sicuramente in questo non giova qui nemmeno l’arrivo al timone (al volante?) dell’operazione di un cineasta oramai opaco, fermo ad una concezione decisamente accumulativa del genere, come Louis Leterrier, subentrato per volere di Vin Diesel al bizzoso Justin Lin.

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Lo script, che rimane comunque a firma anche del veterano Lin, si affanna a recuperare riferimenti dai capitoli precedenti dei F&F (lo stesso super-cattivo viene fuori da vicende narrate nel quinto film), illudendosi davvero che la serie probabilmente più inverosimile degli ultimi trent’anni hollywoodiani possa avere una lore minimamente solida a cui appoggiarsi, nonché che agli spettatori possa sul serio importare di riferimenti, resurrezioni e incroci genealogici: un palese autofraintendimento che finisce così per disinnescare le peculiarità delle figure ritornanti intorno a cui si regge invece da sempre la mitologia torettiana (un errore che non compie invece lo scaltro Morgan, che continua a portare avanti i suoi Hobbs & Shaw su altri lidi). Ognuno di questi eroi è oramai del tutto interscambiabile nella sua infallibilità nei combattimenti, nelle sparatorie e alla guida, Jason Statham (che ritrova qui il Leterrier dei suoi inizi) vale come Michelle Rodriguez che vale come Scott Eastwood, e il film si adatta al mood recuperando per le coreografie di corpo a corpo o su mezzi di trasporto una carrellata di veri e propri highlights già visti negli stunt più celebri della saga, ritornando anche nelle città centrali della mappa torettiana come Rio o Londra – come a dire che se per i personaggi ormai uno vale l’altro, lo stesso non si applica alle sequenze action, quelle sì subito riconoscibili.

Il pezzo forte stavolta è la mega-palla da biliardo esplosiva che rotola per Roma, ma è indubbio che ci si approcci all’ennesimo esempio di disaster porn pirotecnico con un po’ di stanchezza: non aiuta l’esasperante genericità da matto-crudelissimo-e-sghignazzante dell’antagonista Jason Momoa, a cui tocca anche una frastornante gag comica a colloquio con due cadaveri acchitati da vivi compagni di aperitivo. Ed è così allora che il momento più inaspettatamente riuscito di tutta la baraonda sia il viaggio on the road tra lo Jakob Toretto di Vin Diesel e il piccolo figlio di Dom, con tanto di assolo trionfale di un John Cena a cui sullo schermo vogliamo davvero sempre più bene.

Titolo originale: id
Regia: Louis Leterrier
Interpreti: Vin Diesel, Jason Momoa, Brie Larson, Charlize Theron, Nathalie Emmanuel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Sung Kang, Ludacris, Jordana Brewster, John Cena, Jason Statham, Rita Moreno, Helen Mirren, Alan Ritchson, Michael Rooker, Scott Eastwood, Daniela Melchior
Distribuzione: Universal
Durata: 141′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2.5 (4 voti)
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