Force of Nature – Oltre l’inganno, di Robert Connolly

Il nuovo film del cineasta australiano, sequel di Chi è senza peccato, pecca nell’amministrazione dei suoi spazi, faticando a restituire la tensione del romanzo da cui è tratto.

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Racconto, stacco, flashback. Ricordo, stacco, flashback. Force of Nature – Oltre l’inganno, non è certo il primo film (e non sarà l’ultimo) a fare un uso sostanzialmente scolastico del linguaggio cinematografico di base. Quel che stranisce, semmai, è il generale propagarsi della suddetta “accademia” nel corso dell’intero minutaggio della pellicola. Ragion per cui sorprende, e non poco, leggere il nome di Robert Connolly come regista del film; dal momento che, non più tardi di tre anni fa, vi parlavamo dell’autore di The Bank e These Final Hours come di un cineasta consapevole, capace di sintetizzare Sheridan e Lehane per donare discreto lustro a Chi è senza peccato – The Dry, primo capitolo della saga tratta dai romanzi di Jane Harper di cui questo Force of Nature – Oltre l’inganno costituisce la naturale prosecuzione.

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Abbandonato il deserto di Chi è senza peccato. The Dry e inoltratosi tra le pagine del nuovo racconto, Connolly si avventura questa volta in un’indagine tra le montagne boscose dell’Australia meridionale, dove cinque colleghe di lavoro, partite per un’escursione organizzata dall’azienda presso cui lavorano, denunciano la scomparsa di una di loro. Il detective federale Aaron Falk (Eric Bana), nuovamente protagonista dell’opera, si mette dunque al lavoro per ritrovare Alice, la quale, tra l’altro, è una sua informatrice in incognito in un’operazione riguardante i presunti illeciti del suo datore di lavoro. Ma i misteriosi resoconti delle quattrl compagne di viaggio – nonché l’imminente arrivo di una tempesta – costringono Falk a una corsa a ostacoli e contro il tempo.

Non sono però di natura temporale i principali impacci di Force of Nature – Oltre l’inganno. Anche perché Connolly sfrutta i 112 minuti a sua disposizione per sciorinare con tutta calma le varie pieghe della controparte cartacea, muovendosi (in maniera anche abbastanza convenzionale) su due piani narrativi differenti, tra i segreti del presente e i fantasmi della memoria.

La per lo più monotona e standardizzata gestione del racconto – che pur guardando ai grandi del genere sembra più che altro ricalcare le atmosfere formattate del nostrano Donato Carrisi (La ragazza nella nebbia, L’uomo del labirinto) – si accompagna però al principale vulnus della pellicola: la mala amministrazione degli spazi. All’interno di una gabbia naturale potenzialmente foriera di angoscia e di vertigini claustrofobiche, il regista finisce infatti per seguire le orme delle sventurate protagoniste e perdere i propri punti di riferimento. Portando il film ad adagiarsi, placidamente, lontano dalla tensione e dalla possibilità di incidere.

 

Titolo originale: Force of Nature: The Dry 2
Regia: Robert Connolly
Interpreti: Eric Bana, Jeremy Lindsay Taylor, Richard Roxburgh, Anna Torv, Deborra-Lee Furness, Robin McLeavy, Sisi Stringer, Lucy Ansell, Jacqueline McKenzie, Tony Briggs
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 112′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
1.5 (2 voti)
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