La petite, di Guillaume Nicloux

A volte troppo marcato nella sua drammaturgia, riesce comunque a mostrare il tema della maternità surrogata con pudore. Ottimo Fabrice Luchini e sorprendente Mara Taquin. Dal romanzo di Fanny Chesnel.

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Un telefono squilla. È un presagio di morte di un dramma familiare ma è anche un altro incrocio del cinema di Guillame Nicloux con il thriller, come era già accaduto ad esempio in Une affaire privée – Una questione privata o L’eletto. Come nel primo film, anche La petite è la storia di un’indagine. Non si tratta come in quel caso di ritrovare una ragazza scomparsa da sei mesi, ma invece una giovane donna che diventa determinante per mantenere l’idea di una ‘possibile nuova famiglia’.

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Joseph, un uomo di circa 60 anni, riceve la notizia che suo figlio Emanuel e il suo compagno sono morti in un incidente aereo. Entrambi aspettavano un bambino da una madre surrogata, Rita, una ragazza che vive a Gand, in Belgio, e che ha già un’altra figlia. Joseph cerca così di rintracciarla. Nel corso della sua ricerca s’imbatte in diversi ostacoli, a cominciare dai genitori del partner di Emanuel che vogliono tenere nascosta l’identità della madre per finire a sua figlia Aude  non convinta della sua scelta. Ma sarà soprattutto difficile il primo incontro con Rita, che mostra il suo carattere impulsivo ed è ancora arrabbiata perché non ha ricevuto i soldi della gravidanza. Joseph però, pur di raggiungere il desiderio di diventare nonno, è pronto a tutto pur di accontentarla.

Tratto dal romanzo Le Berceau di Fanny Chesnel, La petite affronta il tema della maternità surrogata (proibita in Francia mentre in Belgio è eticamente accettata) in punta di piedi, quasi sottovoce, senza implicazioni politiche ma mostrandola soprattutto attraverso le reazioni, i sentimenti, i problemi e i desideri dei due protagonisti. Si avverte il peso di una struttura ‘romanzesca’ della sceneggiatura scritta dall’autrice del libro assieme allo stesso Nicloux che a volte un po’ marcata e non sempre depurata come nelle scene in cui Joseph torna per pagare una bici presa di nascosto per seguire Rita o i momenti in cui il film sottolinea tutte le implicazioni legali della scelta del protagonista. Però il film trova anche momenti intensi soprattutto nel modo in cui mostra come cambia in continuazione il rapporto tra Joseph e la ragazza. Fabrice Luchini regala un’interpretazione notevole proprio per il modo in cui cambia frequentemente l’umore al suo personaggio, dal volto pietrificato nella sala d’attesa in cui gli viene comunicato che il film è morto al viaggio verso Gand dove invece ritrova una nuova vitalità. Ma la rivelazione è la giovane attrice belga Mara Taquin, che gioca sull’impulso, sulla rabbia, sulla (im)possibile ricerca di felicità del suo personaggio. I momenti più sereni sono come dilatati come nella scena in cui Joseph viene trascinato in acqua sulla spiggia da Rita e la figlia. Il ritorno alla realtà fa sempre paura. Qui Nicloux trova ‘corrispondenze affettive’ alla Sautet, mostra ‘cuori in inverno’ che aspettano di trovare il loro posto nel mondo. Per questo tutta la prima parte, dal lutto fino al viaggio è notevole, dal momento in cui il protagonista vede in tv Sylvie Vartan che canta Par amour, par pitié fino alla scena in cui l’uomo è nella stanza del figlio appena deceduto e tocca i suoi libri e odora i suoi vestiti. Poi è inevitabile che l’aspetto drammaturgico diventi determinante. Così a volte La petite non riesce a sottrarsi a una rigidità eccessiva come nel modo in cui vengono mostrati i genitori del cmpagno di Emanuel. Però Nicloux, che già aveva affrontato gli effetti del lutto in Valley of Love, riprende in mano il film mettendo alla guida i suoi ottimi protagonisti. Per questo ogni volta che perde la strada e rischia di sbandare, diventa ancora più vero perché si attacca alla vita con tutte le forze che ha in corpo.

 

Titolo originale: id.
Regia: Guillaume Nicloux
Interpreti: Fabrice Luchini, Mara Taquin, Maud Wyler, Veerle Baetens, Abbas Fasaei, Lucas Van Den Eynde, Viv Van Dingenen, Juliette Metten, Sandrine Dumas, Aurélia Thiérrée
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 93′
Origine: Francia, 2023

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
3.25 (4 voti)
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