Passages, di Ira Sachs

Un’opera perfetta nel delineare la follia di relazioni amorose tossiche mostrando tre personaggi in balia di continui spostamenti del centro di gravità affettivo. Ottima la prova dei protagonisti.

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Fenomenologia della patologia narcisistica, con effetti a catena sulle vite degli altri. Ira Sachs (Love is Strange 2014, Frankie 2019) contamina gli elementi drammatici di un triangolo amoroso con sfumature ironiche e in alcuni momenti grottesche. Tomas (Franz Rogowski) è un regista che è sposato da anni con il grafico Martin (Ben Whishaw); l’incontro di Franz con la bella insegnante Agathe (Adèle Exarchopoulos) determina la rottura della precedente unione e l’inizio di una sarabanda di sentimenti disattesi. Parigi fa da sfondo quasi invisibile a questo triangolo amoroso.
Ira Sachs conduce dialoghi e situazioni sul modello del cinema francese (Pialat e Rohmer su tutti) ma lo arricchisce del maladettismo Fassbinderiano soprattutto nella figura di Franz, indeciso sulla propria identità sessuale. L’autolesionismo del giovane tedesco che non sa quello che vuole, lo conduce a vagare con la bicicletta in maniera peripatetica, disperatamente da un lato all’altro della città. Se la bisessualità è uno stato molto fluido che riflette la confusione del proprio rapporto con la sfera affettiva, l’atteggiamento manipolatorio di Franz nei confronti dei suoi amori è specchio di una fragilità emotiva che sfocia in un disturbo dissociativo. Franz vorrebbe applicare alla vita sentimentale le sue regole, come fa quando dirige un film, con atteggiamento dispotico e arrogante. Ma il Cinema non è la vita e Franz si trova a cambiare continuamente oggetto del desiderio perché le persone sfuggono al suo controllo.

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Passages non vive solo di questo triangolo queer, è anche una portentosa prova d’attori: oltre all’ormai gigantesco Rogowski capace anche con la cadenza della voce di trasmettere confusione e instabilità, sono da sottolineare le prove in sottrazione degli altri due protagonisti, Adèle Exarchopoulos e Ben Whishaw. La prima amplifica il personaggio interpretato ne La vita di Adele donandole sensualità e maturità (notate i suoi movimenti quando balla o quando mangia). Il secondo fornisce un manuale perfetto di innamorato condotto alla distruzione psicologica da un narciso egocentrico. Martin non riesce a tagliare il cordone ombelicale della dipendenza affettiva e i suoi tormenti sono tutti nei suoi movimenti indecisi, nei lapsus, nella timidezza arresa degli occhi. Non è un caso che la scena più emozionante del film veda Martin e Agathe uno di fronte all’altra, alle prese con le bugie e i doppi giochi di Franz. La sessualità è il mezzo con cui Franz afferma il suo dominio nella relazione triangolare, disarmando gli altri due amanti con una falsa immagine di debolezza.

Le scene di sesso sono girate con un rigore e una perizia particolare, evitando compiacimenti e manierismi, ma concentrandosi sul linguaggio sensuale dell’unione di due corpi. Il triangolo Queer si scontra con il perbenismo borghese. Esilarante il confronto di Franz con i genitori di Agathe: in un pranzo imbarazzante alle difficoltà del parlato (tedesco, francese, inglese) si aggiunge una comprensione impossibile di stili di vita alternativi. Franz non sembra essere proprio il modello di buon padre di famiglia e fa di tutto per non nascondere la sua indole, nel vestiario e nelle risposte secche e spiazzanti.

Presentato a Palermo in anteprima nazionale alla 13° edizione del Sicilia Queer Film Fest, Passages è un’opera perfetta nel delineare la follia di relazioni amorose tossiche mostrando tre personaggi in balia di continui spostamenti del centro di gravità affettivo. Il narcisismo di Franz alla fine si risolve in un percorso di solitudine: un uomo in ginocchio che continua a ingannare sé stesso e gli altri. Franz attraversa un gruppo di bambini che giocano felici ignari di tutto e riprende la sua folle corsa in bicicletta.

 

Titolo originale: id.
Regia: Ira Sachs
Interpreti: Franz Rogowski, Ben Whishaw, Adèle Exarchopoulos, Caroline Chaniolleau, Théo Cholbi, William Nadylam, Léa Boublil
Distribuzione: MUBI e Lucky Red
Durata: 91′
Origine: Francia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
Sending
Il voto dei lettori
3.4 (15 voti)
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