RoFF18 – Mi fanno male i capelli. Incontro con Roberta Torre e il cast

Abbiamo incontrato la regista e il cast Alba Rohrwacher e Filippo Timi del film in concorso a Roma 2023. un omaggio alla figura di Monica Vitti

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

“C’è qualcuno in questa sala. C’è qualcuno qua dentro?” è la provocazione agli spettatori con la quale Roberta Torre descrive il finale di Mi fanno male i capelli, nel quale la protagonista si trova in una sala vuota. Il suo film è infatti un film metacinematografico, che riflette sull’essenza stessa del ruolo (anche terapeutico) del cinema. Anche se come sottolinea la regista stessa, in primis il suo è un film “sulla memoria”, che parte da personaggi come l’ex Sex Pistols Johnny Rotten, il quale in diverse interviste, dopo la diagnosi fatta a sua moglie di una malattia simile a quella di cui soffre Monica nel film, ha affermato: “A me importa solo che lei si ricordi di me”.
Incontrando la stampa della Festa del Cinema di Roma, Torre ha inoltre aggiunto come Monica Vitti stessa parlasse spesso del concetto di memoria e di perdita della memoria, già in gioventù. In fondo, “per un’attrice la memoria è un baluardo, una paura e una necessità e il cinema è fatto di memoria, per eccellenza. Possiamo fare a pezzi la memoria e ricomporla in maniera diversa”. In questo senso, si apre un rapporto diretto con l’ultimo film di Torre, Le Favolose, nell’uso dell’oggetto, in particolare dell’abito, come evocazione del passato o come “viatico verso un altro mondo”.  Parlando in particolare dei momenti in cui Monica si mette a cercare l’abito adatto al suo immaginario ruolo di madrina a casa Alberto Sordi, Torre ha affermato: “Attraverso ognuno di questi abiti si apriva un rapporto con un film del passato, per far incontrare il passato e il presente e farli dialogare, il che è una cosa magica. Si tratta di un’evocazione di quegli abiti che rappresentano mondi, sia che Monica se li metta o che non riesca a trovarli.”

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Sempre parlando di abiti, Alba Rohrwacher ha fatto riferimento ad un evento quasi mistico, accaduto durante le ricerche per i costumi del film. Rohrwacher ha infatti indossato lo stesso abito indossato dall’attrice in Polvere di stelle, vestendolo alla perfezione, bottone per bottone. “L’amore con cui abbiamo messo in atto il progetto aveva una protezione celeste che diceva di osare, con rispetto, tenerezza e gentilezza”. L’attrice ha inoltre affermato di aver fatto entrare Monica Vitti nel suo inconscio: “Me la portavo dentro i sogni. Siamo arrivate ad uno spostamento autentico, l’autenticità cercata e inseguita ed è arrivata”. Rohrwacher ha affrontato la questione del confronto con il modello rappresentato da Vitti dicendo: “A fare la differenza è il rispetto con il quale abbiamo affrontato questa avventura, i personaggi gentili e il candore con il quale Monica guarda l’altra grandissima Monica. Non c’è mai stato il confronto. Non mi permetterei di interpretare Monica Vitti. Questa mi sembrava un’idea speciale, geniale. Di avvicinarsi ad un personaggio senza incarnalo, ma trascendendolo. Con rispetto, amore con candore e ironia”. Ha inoltre ammesso di essere stata “folgorata” dalla visione del film La notte, al Centro Sperimentale quando aveva appena 20 anni.

Filippo Timi raccontando Monica Vitti, ha ricordato di aver visto Polvere di stelle in uno dei primi televisori a colori. Ha descritto di aver la grande attrice come “goffa”, ma per questo “accessibile”. “Mi sembrava che le fragilità ci appartenessero, perché ci faceva ride e piagne uguale. Infatti non si può dire che Monica Vitti è un’attrice comica o drammatica, stessa cosa vale per Anna Magnani”. Per quanto riguarda il suo personaggio, il dolce e apprensivo Edoardo, Timi ha invece affermato di aver usato “quei pennarelli Carioca che usi poco, quelli che stanno sempre in fondo”. “Come il marrone, il color tabacco. Ecco quello è il mio colore. È sano perché pareggia le cose nella coppia. Anche se le cose vanno male, io ti reggo, non ti lascio”. A questo proposito Roberta Torre ha affermato: “Edoardo rappresenta il maschile che si occupa della tenerezza e dell’accudimento. Esiste questa cosa e volevo che venisse fuori ed è venuta fuori con Filippo”.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array