Sergio Leone – L’italiano che inventò l’America, di Francesco Zippel

Pieno di guest stars, il documentario non è soltanto un tributo ad un grandissimo artista capace di creare un proprio universo fantastico ma un resoconto storico su una certa idea di Cinema

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Quanto è importante lo sguardo di Sergio Leone all’interno del cinema contemporaneo? Francesco Zippel coinvolge registi, critici, musicisti, produttori, biografi e inframezza le interviste con gli spezzoni di tutte le opere: si parte da Il colosso di Rodi e si finisce con il progetto de L’assedio di Leningrado interrotto precocemente dalla morte del regista avvenuta il 30 aprile del 1989, a soli 60 anni. E’ lo stesso Leone a tracciare le coordinate della propria idea di Cinema: guardare al mito americano con gli occhi di un bambino, quel bambino di Viale Glorioso che giocava in piazza nel 1942 mentre i nazisti avevano occupato Roma. Gli stessi occhi che si erano gonfiati di meraviglia guardando i classici americani degli anni 40 e 50. Dice molto bene Quentin Tarantino che Sergio Leone è sceso al fondo dell’archetipo di genere e ha creato un nuovo linguaggio, con uno stile inimitabile. Tra tutti gli intervistati Steven Spielberg sembra quello che lucidamente ha colto la grandezza di Sergio Leone nel riappropriarsi di un genere (il peplum, il western, il gangster movie) per inserire elementi autonomi come la ironia, la nostalgia, la ambivalenza nella figura dell’eroe. La figura di Clint Eastwood nella trilogia del dollaro è molto riuscita proprio perché mescola insieme tratti della indolenza romana e improvvisi movimenti violenti ridisegnando la figura dell’anti-eroe, così lontano dal classico cowboy americano.

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Proseguendo il discorso interrotto a metà dal padre Vincenzo Leone (Roberto Roberti) per l’arrivo del fascismo, Sergio Leone propone sempre una precisa idea di Cinema inteso come spettacolo popolare in cui vengono mascherati gli eventi della vita reale. E non è un caso che negli ultimi tre film la dimensione epica prenda il sopravvento dilatandosi nel tempo e mescolando passato e presente. Così i ricordi di un bambino si mescolano con il sentimento del tempo, trasfigurando luoghi e personaggi. In questo percorso prettamente visivo, la memoria viaggia sulle splendide note di Ennio Morricone che modulano la percezione affettiva delle immagini portando lo spettatore in una esperienza empatica immersiva.
Francesco Zippel rende il documentario scorrevole portando alla luce anche aneddoti e curiosità: il rapporto con Robert De Niro e Clint Eastwood, la grande riconoscenza di Jennifer Connelly e l’imbarazzo per il suo primo bacio sul set, la simbiosi magica con Ennio Morricone (occhi e orecchie come Hitchcock e Hermann), il gioco dei diversi rumori nell’incipit di C’era una volta il West (la mosca intrappolata nella pistola è una idea di Dario Argento), i forti legami con i figli Francesca Raffaella e Andrea, la sottolineatura sulla influenza dei fumetti fatta da Frank Miller, il grande rispetto di Martin Scorsese, Jacques Audiard, Tsui Hark, Darren Aronofsky e Damien Chazelle. E poi la esplosione anticipata del ponte nel film Il Buono, il Brutto, il Cattivo, il richiamo alle Fosse Ardeatine per Giù la Testa e ancora il progetto voluto, amato, desiderato, inseguito per tutta la vita: C’era una volta in America. Il produttore Arnon Milchan racconta l’enorme emozione di avere visto la versione originale di 4 ore e mezza e la grande accoglienza del film a Cannes con 20 minuti di applausi. Poi ci sarà lo scempio dei tagli in post produzione ma questa è un’altra storia.

Il documentario di Francesco Zippel diventa così non soltanto un tributo ad un grandissimo artista capace di creare un proprio universo fantastico ma un resoconto storico su una certa idea di Cinema, una precisa visione sospesa tra nostalgia e mito, al di fuori delle logiche produttive. C’era una volta Sergio Leone, un gigante che ha sempre guardato il mondo con gli occhi di un bambino. E che ha reinventato l’America.

 

Regia: Francesco Zippel
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 107′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6
Sending
Il voto dei lettori
3 (5 voti)
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