Superman, di Richard Donner

La vera pietra miliare del cinema tratto dai supereroi dei fumetti che si poggia su una idea di cinema spettacolare, con budget enorme e messa in scena moderna. Da oggi torna in sala

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Supereroi dei fumetti e trasposizione cinematografica. Come tutto ebbe inizio. Temporalmente l’idea di mettere mano al Superman della DC Comics sembrava indipendente dall’onda del successo di Guerre stellari (1977) e di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977). Infatti la produzione era in gestazione fin dal 1973, per merito di Alexander e Ilya Salkind e Pierre Spengler. Fino ad allora gli adattamenti come Batman (1966) e Spiderman (1977) rimanevano esperimenti limitati dalla scarsità dei mezzi tecnici e dalla forte matrice televisiva. Superman (1978) si poggia su una idea di cinema spettacolare, con budget enorme (55 milioni di dollari) e messa in scena moderna: Marlon Brando (cachet complessivo di 19 milioni di dollari, grazie agli incassi stratosferici complessivi di 300 milioni di dollari) e Gene Hackman (già premio Oscar per Il braccio violento della legge) tra gli attori; John Williams alla colonna sonora; Mario Puzo, David e Leslie Newman, Robert Benton e Tom Mankiewicz in sceneggiatura. Derek Meddings, Denys N. Copp e Les Bowie sono i supervisori degli effetti speciali. Per la regia si succedono nomi illustri tra i quali Hamilton, Spielberg, Coppola e Friedkin; alla fine la scelta cade su Richard Donner che viene dal successo de Il presagio (1976).

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Superman, per ambizioni e temi, è da considerare la vera pietra miliare del cinema tratto dai supereroi dei fumetti; senza l’opera di Richard Donner non avremmo né il Batman di Burton, né lo Spiderman di Sam Raimi , né la trilogia di Christopher Nolan. L’idea vincente di Donner è quella di umanizzare l’eroe e metterlo in una posizione di diversità rispetto al mondo circostante. In questo la prova di Christopher Reeve è davvero esemplare ed è ispirata dal Cary Grant di Susanna! (1938): i suoi impacci con Lois Lane (Margot Kidder), la sua gaffe con il datore di lavoro Perry White (Jackie Cooper), il basso profilo, regalano al personaggio una diversità con il mondo cinico del giornalismo. Attorno, una società avida in cui un malvivente come Lex Luthor (Gene Hackman) è disposto a disintegrare la California per rivalutare il prezzo di terre desertiche nella falda di Sant’Andrea.

Il film è nettamente diviso in tre parti con un lungo prologo in cui i titoli di testa si perdono tra le stelle, in un originale effetto tridimensionale sul modello di Guerre stellari. Nella prima parte capiamo le modalità dell’arrivo di Superman sulla Terra: il Dio padre Jor-El (Marlon Brando) manda il figlio Cristo Kal-El (Christopher Reeve) poco prima dell’esplosione del pianeta Krypton, per potere indicare la via della bontà e della giustizia. Adottato da Jonathan (Glenn Ford) e Marta Kent (Phyllis Thaxter) una coppia senza figli di Smallville in Kansas, il giovane mostra subito i suoi superpoteri ma è il padre a riportarlo alla realtà della sua diversità. Alla morte del genitore adottivo, Clark/Kal-El si recherà in Artide nella Fortezza della Solitudine (che ricorda molto Il mare di ghiaccio di Caspar David Friedrich) e scoprirà le sue origini extra terrestri. Questo primo segmento dell’opera è molto denso di temi: il rapporto padre-figlio, la cattiveria degli adolescenti che bullizzano il giovane Clark Kent, la necessità di scoprire le proprie origini e costruire una forte identità affettiva.

La seconda parte è tutta concentrata sull’arrivo di Clark Kent a Metropolis nella redazione del Daily Planet e il suo innamoramento per la giornalista Lois Lane: il tono è tra l’ironico e il romantico. Di fronte a una società cinica che gli rimprovera la mancanza di ambizione e una certa fragilità caratteriale, Clark Kent risponde trasformandosi in Superman (e la riga dei capelli si sposta da destra a sinistra!). L’idea è cercare di raddrizzare storture, ingiustizie, abusi e letteralmente di volare “sopra la città” con la propria amata al fianco come nel capolavoro di Marc Chagall. Sulle note di Can You Read My Mind? di John Williams, Lois Lane/Margot Kidder realizza gli speciali poteri di Superman, come guardare attraverso gli oggetti e fare tornare indietro il tempo.

La terza parte del film è più vicina al modello “disaster movie” di Terremoto (1974) e L’inferno di cristallo (1974). La lotta tra Superman e Lex Luthor si sviluppa attraverso contrasti di luce e di luoghi: se Superman è circondato dalla luminosità dei grandi spazi aperti ed è aperto alla comprensione dell’altro, Luthor sta nei sotterranei circondato da arredamenti barocchi e con un totale disprezzo per la signorina Teschmacher (Valerie Perrine) e lo scagnozzo oligofrenico Otis (Ned Beatty). Altamente spettacolari le scene catastrofiche del Golden Gate e della diga di Hoover.

Superman è stato premiato con l’Oscar per i migliori effetti visivi e con un Oscar “speciale” al regista Richard Donner, Superman. Attraverso l’approfondimento delle motivazioni dei diversi personaggi, nasce l’idea di un prodotto originale che poggia le sue basi su una sceneggiatura pluristratificata. Il personaggio principale comincia ad acquistare una conflittualità che rappresenta il punto di snodo verso il cinema post moderno: non è facile essere un supereroe, a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità. E anche crisi di identità, incomprensione, solitudine.

 

Premio Oscar per i migliori effetti visivi a Les Bowie, Colin Chilvers, Denys N. Coop, Roy Field, Derek Meddings e Zoran Perisic

Premio Oscar speciale a Richard Donner

 

Titolo originale: id.
Regia: Richard Donner
Interpreti: Christopher Reeve, Marlon Brando, Gene Hackman, Ned Beatty, Jackie Cooper, Glenn Ford, Trevor Howard, Margot Kidder, Jack O’Halloran, Valerie Perrine, Maria Schell, Terence Stamp, Phyllis Thaxter, Susannah York
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 143′
Origine: USA, 1978

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
4.14 (7 voti)
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