The Family Plan, di Simon Cellan Jones

Funziona quando sposa senza remore il suo spirito deliberatamente assurdo e sopra le righe, ma la transizione tra action e commedia familiare è qui eseguita con poca gradualità e precisione. Apple TV+

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Tra le prime sequenze di The Family Plan, ce n’è una che appare assolutamente illustrativa – se non addirittura emblematica – delle strategie che cadenzeranno tutto ciò che andremo a vedere nel racconto. Vediamo qui Dan (Mark Wahlberg) al supermercato con in braccio il figlio neonato. All’apparenza è un tradizionale padre di famiglia americano, con una vita sedentaria e immerso nella stasi della quotidianità. Eppure nel momento in cui gli si affianca un uomo (più o meno) losco, ecco che lo vediamo profondersi in acrobazie impreviste, e abbattere a suon di Kung Fu il nemico che voleva approfittare del suo apparente stato di vulnerabilità. Ma Dan non ha dimenticato da dove viene, e soprattutto quale è la natura dei (violenti) trascorsi che si è lasciato alle spalle per poter inseguire il sogno di un’esistenza ordinaria, vissuta ormai lontano dai richiami diabolici di un passato che deve rimanere sepolto. E che adesso minaccia di ritornare, fino a tormentare la sua famiglia.

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Il motivo per cui questa scena appare così esplicitamente teorica riguardo alle logiche di The Family Plan, è da ricondurre proprio alla lucidità con cui sintetizza tutti gli elementi e i registri del film. Ogni aspetto del racconto è infatti racchiuso al suo interno: c’è la commistione di azione e spirito comico e la sospensione dell’incredulità nella messa in scena degli eventi; il disseppellimento del passato e la seguente rivelazione della doppia identità di sicario/civile dell’uomo; fino alla necessità di difendere a tutti i costi la famiglia. Solo che rispetto ad opere come Taken o Blacklight, si assiste qui ad un’inversione di codici e percorsi. Perché ora a dominare non è l’eroismo (stra)ordinario di un padre di famiglia né tanto meno la caccia agli uomini che compromettono l’incolumità del suo nucleo familiare: ma è la fuga. Dal passato, dagli assassini e dalle logiche criminali di un mondo che non ha più alcun posto nell’idea di vita ordinaria che Dan si è costruito con sudore e coraggio insieme ai propri cari.

 

Ecco allora che il viaggio in macchina da Buffalo a Las Vegas che il protagonista decide di intraprendere con la famiglia nel momento in cui la sua copertura viene rivelata, da strumento per sfuggire ai criminali diventa veicolo (sia metaforico che fisico) per rinsaldare i legami familiari. E quando The Family Plan ragiona su queste istanze, trova il passo e la direzione giusti per canalizzare tutti i suoi discorsi in un’escalation folle di inseguimenti e comportamenti idiosincratici (soprattutto da parte di un ispiratissimo Wahlberg) senza mai rinunciare a quel tocco di ironia e levità che rende ogni personaggio credibile e sincero anche in mezzo ad intrecci deliberatamente assurdi.

Ma è il modo in cui The Family Plan arriva a sospendere l’incredulità che appare un po’ discutibile. Se paragonato alle metodologie dei Fast & Furious o della tetralogia di John Wick, qui la transizione tra l’assurdo e l’ordinario è eseguita con meno gradualità e precisione, come se ci fosse un certa disomogeneità tra due orizzonti sì opposti, ma che in contesti di questo tipo devono porsi sempre uno in continuità con l’altro. Peccato. Perché sotto la superficie si nasconde un racconto coerente, che non tradisce (quasi) mai le istanze che ne attraversano il cuore.

Titolo originale: id.
Regia: Simon Cellar Jones
Interpreti: Mark Wahlberg, Michelle Monaghan, Maggie Q, Zoe Colletti, Van Crosby, Ciarán Hinds, Kellen Boyle, Said Taghmaoui, Felicia Pearson
Distribuzione: AppleTV+
Durata: 121′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3 (1 voto)
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