UnArchive Found Footage Fest Roma

In programma dal 3 all’8 maggio a Roma la nuova edizione del festival che celebra il riuso creativo delle immagini dimenticate e ne esplora il potere. Cinema Intrastevere, Accademia di Spagna, Alcazar

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UnArchive Found Footage Fest è il festival internazionale che celebra il riuso creativo delle immagini dimenticate e offre una riflessione sulla funzione degli archivi audiovisivi e cinematografici nel mondo contemporaneo. L’evento, ideato e prodotto dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Archivio Luce e con il sostegno del MiC, verrà diretta da Alina Marazzi (Un’ora sola ti vorrei, Vogliamo anche le rose, Tutto parla di te), e da Marco Bertozzi (Cinema Grattacielo). Il festival si propone di incoraggiare il pubblico a “dis-archiviare” le immagini custodite negli archivi e a scoprire il cinema che più li affascina, caratterizzato da una ricerca estetica costante e da un’indagine incessante sulle rappresentazioni visive. Il cinema in questione è il found footage, che attraverso la ri-lettura e la ri-semantizzazione delle immagini, produce nuovi significati e interpretazioni del mondo contemporaneo. L’edizione che presenta un programma importante e articolato si svolgerà in alcuni spazi significativi nel cuore di Roma, a Trastevere. Le proiezioni di film saranno ospitate dal 3 all’8 maggio dalle tre sale del Cinema Intrastevere, mentre il locale Alcazar sarà dedicato alle performance audiovisive dal vivo. I panel e le tavole rotonde si svolgeranno presso l’Accademia di Spagna a Roma, mentre le installazioni artistiche saranno allestite presso l’adiacente Tempietto del Bramante.

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Al centro del programma, il Concorso internazionale, rivolto a opere audiovisive che presentano forme innovative di riuso creativo di materiali d’archivio.

La selezione dei lungometraggi propone una vasta gamma di film che spaziano dal visionario viaggio di Sierra Pettengill in Riotsville USA, alla cavalcata sentimentale-cinematografica di André Bonzel in Et j’aime à la fureur. Vi sono anche film che esplorano il materiale d’archivio come The Natural History of Destruction di Sergei Loznitsa, oppure che offrono un patchwork iconografico sulla propaganda come Red Africa di Alexander Markov. La selezione comprende inoltre film dell’immaginario cinematografico italiano come Gli ultimi giorni dell’umanità di Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo, così come film che presentano un’immagine intima e universale dell’Iran, come Radiograph of a Family di Firouzeh Khosrovani.

La sezione dedicata ai cortometraggi presenta opere di artisti provenienti da tutto il mondo. Bill Morrison svela scomode verità attraverso le immagini di sorveglianza in Incident, mentre Shon Kim offre un divertissement poliforme in Booklorbar: Action. Carlos Velandia riflette sulla rappresentazione della donna nel cinema in Woman as Image, Man as Bearer of the Look, mentre Richard Misek analizza le dinamiche commerciali degli archivi audiovisivi in History of the World According to Getty image. In concorso anche i registi Peter Tscherkassky, che omaggia le origini del cinema in Train Again e l’iraniano Mohammadreza Farzad che si interroga sull’esistenza umana in Subtotals.

Il programma delle Proiezioni speciali comprende 3 proiezioni dedicate a maestri del cinema internazionale e opere di particolare rilievo. Questa edizione dedica una particolare attenzione a due grandi registi, Werner Herzog e Alexander Sokurov, capaci di trascendere il found footage e riflettere sulla contemporaneità. The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft di Herzog e Fairytale di Sokurov sono due opere che sembrano comporre il manifesto perfetto per UnArchive FFF. Inoltre, il festival rende omaggio alla Premio Nobel per la letteratura 2022, Annie Ernaux, con il film Les Annes Super 8, diretto a quattro mani con il figlio David Ernaux-Briot.

Una buona rappresentanza di titoli italiani la troviamo nella sezione Panorami italiani con Una claustrocinefilia di Alessandro Aniballi e L’estate è finita – appunti su Furio di Laura Samani. Il festival ospita anche due opere recenti che esplorano il patrimonio audiovisivo dell’Archivio Luce. Cipria di Giovanni Piperno è un viaggio attraverso l’Italia all’alba della seconda guerra mondiale, che esplora la magia dell’immaginario cinematografico, la questione femminile e l’inquietante astrazione propagandistica dei film di regime. Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno è invece un diario intimo e universale del mal de vivre di una giovane donna nell’Italia di oggi, tratto dall’omonimo libro di Fuani Marino, edito da Einaudi.

Ancora molte sezioni con novità e informazioni sul riutilizzo del found footage in un festival (Frontiere, Carte Blanche e retrospettiva, Riuso di classe, Unarchive Expanded, Live Performance, Panel e tavole rotonde, Masterclass e Origine) che si pone come occasione internazionale di conoscenza, incontro e confronto attorno alle diverse pratiche di riuso che stanno catalizzando la ricerca espressiva di cineasti e videoartisti, animatori e performer, archivisti e curatori d’arte.

Qui il programma completo.

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