DOCUSFERA #3 – Luca Ferri racconta il Divino Otelma

La scorsa domenica durante la nostra rassegna Docusfera il regista bergamasco Luca Ferri ci ha parlato del suo documentario sulla figura di Almeto Marco Belelli, in arte il Divino Otelma

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Durante la nostra rassegna Docusfera il regista bergamasco Luca Ferri (Mille cipressi, La casa dell’amore, Dulcinea) ci ha parlato del suo ultimo film, Vita terrena di Amleto Marco Belelli, del suo protagonista il Divino Otelma e di come la costrizione di determinate dinamiche produttive (la pandemia da Covid 19) lo abbiano portato a realizzare questo documentario a distanza. Un desktop movie in piena regola che però non rinuncia ai tratti autoriali del cineasta ma anzi lo ha portato a sfidarsi nella ricerca di una nuova cifra stilistica.

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Partendo proprio dal soggetto di Vita terrena di Amleto Marco Belelli, Marco Belelli stesso in arte il Divino Otelma – celeberrimo personaggio televisivo, Luca Ferri racconta di come i preconcetti che aveva da prima dell’inizio delle riprese si siano poi disciolti. “Era da molto che volevo fare un film sul Divino Otelma… avevamo immaginato un film “fisico” ed avevamo già tutto pronto. A causa della pandemia ci siamo trovati spiazzati e impossibilitati. Il film originale era pensato più come idea astratta che come spunto per una conoscenza reciproca tra noi e Otelma. Poi però costretto alla distanza e alle videochiamate Zoom il film ha preso (fortunatamente) tutta un’altra piega. Ho scoperto che il Divino è una persona lucidissima e un vero intellettuale, molto umano e sensibile. C’è stato un approccio più empatico e formativo di quanto pensassi all’inizio”.

La forma di questo documentario è sicuramente il punto più visivamente pressante e presente. Nonostante la limitazione però Luca Ferri riesce a imprimere comunque una sua visione d’insieme, anche pensando alla sua filmografia (ad esempio il corto Si) e alle scelte linguistiche. “Questa modalità esecutiva mi ha sicuramente messo in crisi. Ci siamo resi conto che le videoconferenze non bastavano più, quindi abbiamo deciso di dare al Divino Otelma un suo apporto con materiali da lui realizzati. E il materiale che ci ha passato è qualcosa di profondamente cinematografico. Penso alla passeggiata in Via del Campo o alla ruota panoramica. O anche il finale, al cimitero. È sicuramente una persona estremamente lucida nell’osservare e creare l’immagine”.

C’è un punto in Vita terrena di Amleto Marco Belelli in cui il Divino definisce il documentario che sta girando come una “retrospettiva”, fino a sembrare quasi una seduta psicologica. “La cessazione di questi incontri è stato un lutto per entrambi” spiega Ferri. “il Divino ha trasformato questi nostri 52 incontri in una lunghissima seduta psicanalitica. È riuscito a creare lui stesso il film. Le mie idee erano solo di scrittura iniziale, per il resto lui ha proseguito in autonomia nel raccontarsi. Ed è incredibile la crescita che ho visto in lui, persino nei formati. Se all’inizio non possedeva nemmeno una webcam vediamo come poi man mano la qualità cresca fino ad avere un’immagine del Divino quasi in alta definizione. Cresce l’investimento da parte sua perché si rende conto che il film è importante sia per lui che per me”.

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