Drive-Away Dolls, di Ethan Coen

I fratelli Coen continuano i loro percorsi separati. Ed Ethan prova a rinverdire i fasti del passato, con una commedia queer dai toni neri e caustici. Ma si rimane sul piano di un gioco facile

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I fratelli Coen continuano a seguire percorsi separati. Joel è rimasto fermo a Macbeth. Ethan ha prima tentato la strada del documentario, raccontando in maniera piuttosto convenzionale la parabola di uno dei padri del rock ‘n roll, Jerry Lee Lewis. E ora, con Drive-Away Dolls, prova a rinverdire i fasti del passato. Ritornando così alla vena più nota e celebrata del cinema dei fratelli, quella che ha i toni dell’umorismo più nero e caustico. Perciò si lancia nell’avventura di una commedia queer, scritta insieme alla moglie Tricia Cooke, spesso già montatrice dei film dei Coen. Una commedia “irriverente”, neanche a dirlo. Per partito preso. E quindi un’irriverenza più di intenzione che di effettiva sostanza.

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La storia è da road movie.  Due amiche, Jamie e Marian, hanno bisogno di dare una svolta alla loro vita. Così decidono innanzitutto di cambiare aria e di fare un viaggio a Tallahassee in Florida. Sono entrambe lesbiche, ma hanno un modo completamente diverso di vivere la propria sessualità. Jamie è sempre stata libera e aperta, fin troppo forse. Tanto da aver mandato a monte il rapporto con la sua compagna Sukie, una poliziotta incazzosa e violenta. Marian, dal canto suo, è rigida, bloccata, sembra non aver ancora compreso bene i suoi desideri e come soddisfarli. Fatto sta che, per una serie di coincidenze, le due ragazze si ritrovano invischiate in una losca faccenda, che ruota intorno al contenuto di una misteriosa valigetta.

Già, la valigetta… l’oggetto magico del cinema di genere, dai thriller ai noir di serie B. Dunque, un oggetto che nello sguardo consapevole di Ethan Coen si carica immediatamente di una valenza immaginaria importante. Un potere numinoso che sarà ovviamente dissacrato, quando si scoprirà il contenuto a dir poco assurdo. Ed è un esempio perfetto del tipico “trattamento” coeniano, di sistematica demitizzazione dei riferimenti e di “inabissamento di ogni senso”, come diceva Pietro Masciullo a proposito de Il grande Lebowski. Sì, certe citazioni mantengono un’aura poetica, in particolare l’Henry James letto sia da Marian che del Capo dell’improbabile banda che è sulle tracce delle protagoniste. E, così pure, alcuni dei temi sfiorati hanno la loro importanza: la rivendicazione di una liberazione sessuale contro il puritanesimo di facciata, strumentale al potere, l’affermazione di un punto di vista femminile contro un universo maschile che non sembra capace di uscire dall’imbecillità. Ma appunto, sono motivi che Drive-Away Dolls sfiora soltanto. Tenuti a distanza innanzitutto nella scelta di un’ambientazione temporale, il 1999, che non obbliga a stare al passo con le istanze del presente. Alla fine tutto si disperde nel facile gioco di uno stile più che brillante, che saetta con leggerezza tra gli stereotipi formali e narrativi, tra i richiami delle culture e delle controculture. E sebbene tutti gli interpreti reggano il gioco, dalle protagoniste, Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan, ai comprimari, Pedro Pascal, Matt Damon, Bill Camp ecc…, in definitiva, ciò che svela a pieno la sostanza di Drive-Away Dolls è il trattamento che Ethan Coen riserva ai personaggi secondari. Se Jamie e Marian godono di una protezione speciale e rivelano persino delicatezze inaspettate, gli altri vengono sbeffeggiati, mandati in malora e abbandonati nel giro di poche inquadrature. Come scarti. In fondo, se nulla ha senso, tutto è accessorio. E perciò non vale la pena di tentare nulla in più di un’intelligente canzonatura. Tutto sommato facile e innocua.

Titolo originale: id.

 

Regia: Ethan Coen

 

Interpreti: Margaret Qualley, Geraldine Viswanathan, Matt Damon, Pedro Pascal, Bill Camp, Colman Domingo, Joey Slotnick, C.J. Wilson

 

Distribuzione: Universal Pictures

 

Durata: 84′

Origine: USA, UK 2024

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
3 (6 voti)
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