Il popolo delle donne, di Yuri Ancarani

Presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, è in sala l’ultimo lavoro del regista di Atlantide, lectio magistralis della psicoterapeuta Marina Valcarenghi, operazione magnetica sulla parola

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Marina Valcarenghi, psicoterapeuta e psicanalista che da decenni è impegnata nel campo del lavoro clinico sui comportamenti sessuali violenti, tiene una lectio magistralis nel cortile della Legnaia dell’Università degli Studi di Milano. Ancarani riprende e registra l’intero intervento della dottoressa, da tre angolazioni differenti, e con piani di ripresa sempre più stretti: il fulcro del discorso sono le parole e i concetti espressi dalla lectio, una riflessione lucida e di forte impatto sulle tematiche dell’insicurezza femminile nel percorso verso una autonomia sociale, e della mascolinità tossica come reazione all’affermazione “di genere”, riflessione veicolata dalle portentose capacità argomentative e divulgative dell’83enne Valcarenghi, che guarda dritta nell’obiettivo della videocamera anche quando il regista cambia inquadratura, fiera e implacabile come la Letizia Battaglia de La mia Battaglia di Franco Maresco.
Lasciando a lei l’intero spazio del documentario, fatti salvi alcuni micro-inserti sull’attività di un gruppo di studenti che sta preparando una manifestazione nelle aule vicine al cortile, Ancarani sembra costruire una sorta di raddoppio formale del chiostro che accoglie la relazione della dottoressa: ancora una volta, come sin dai tempi del clamoroso The Challenge, un’opera-mondo che disegna la gittata dei propri confini invitando ad una fruizione “installativa” dello sguardo – se l’attenzione è tutta sul flusso del discorso, la gabbia strutturale delle immagini non è dunque meno magnetica, quasi una versione “scientifica” del lavoro fatto con le memorie di Caetano Veloso nel bellissimo Narciso Em Ferias di Renato Terra e Ricardo Calil.

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E’ chiaro che opere come quella e questa si inseriscono nella fortuna attuale che va arridendo alla formula-podcast, e a tutta l’ossessione vocale che regge la comunicazione contemporanea sulla narrazione trasportata dalle parole, dalle testimonianze, dai racconti orali (Valcarenghi parte da una raccolta di stralci di dichiarazioni di uomini violenti, raccolti nelle carceri, nei tribunali, nelle sedute, e riportati come banca-dati fondamentale per la sua dissertazione): ma per Ancarani si tratta con evidenza anche di una sorta di nota a margine del precedente, fortunato Atlantide (durante la cui lavorazione il regista ha conosciuto Marina Valcarenghi) – è come se Il popolo delle donne “spiegasse” infatti i comportamenti sociali rappresentati nel gruppo di giovanissimi piloti di “barchini” veneziani di quel film cruciale.
La chiamata all’azione delle donne da parte della dottoressa (rinnovare “il mito delle amazzoni”) sembra riversarsi nelle sequenze finali, fasciate dalle straordinarie musiche di Caterina Barbieri, con la manifestazione che parte proprio dall’università di Milano: sullo sfondo del corteo, luccica però l’azzurro minaccioso delle camionette della Polizia, il segnale di un controllo sempre e comunque pronto a scattare in immediata repressione, se necessario.

 

Regia: Yuri Ancarani
Distribuzione: Barz and Hippo
Durata: 60”
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
1.8 (5 voti)
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