Le mie ragazze di carta, di Luca Lucini

Un racconto a tratti troppo controllato dalla scrittura che trova le giuste connessioni con il presente, ed offre un’interessante riflessione sulle immagini con un tono che omaggia la commedia sexy.

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Non è il classico racconto di formazione quello di Luca Lucini, quanto piuttosto l’esempio di un’educazione sentimentale dentro un’Italia che sta cambiando. Siamo nel 1978 ed il paese si avvia a vivere l’apice di un boom economico. Stanno cambiando i costumi, sta cambiando la mentalità. E come in ogni fase di passaggio agli entusiasmi vanno sommate le resistenze di chi al passato non sa ancora rinunciare. Le persone guardano al futuro con fiducia. Alcune sono intrappolate in gelosie e paura. Tiberio (Alvise Marascalchi) è un ragazzino di quattordici anni. Lui e la sua famiglia sono arrivati a Treviso dalla campagna, con le loro abitudini desuete, ed una mentalità che si trascina dietro i valori contadini. Il padre Primo (Andrea Pennacchi) ha avuto un lavoro da postino e lo affronta al pari di una missione da compiere. La madre Anna (Maya Sansa) è invece la classica casalinga che si ritrova dal macellaio a spettegolare sulle fortune e le disgrazie del quartiere. Il loro appartamento sta proprio davanti ad un cinema, l’ Odeon, che dopo l’arrivo nelle case della televisione a colori se la passa male (allora era la tv, oggi la minaccia sono le piattaforme). Per scongiurare il fallimento il proprietario Bastiano decide di trasformarlo in un cinema porno. Che fa il pienone. E si attira le ire della parte più bigotta della città tra desideri repressi e richieste di censura. Poi c’è l’oratorio, dove un parroco eterodosso, interpretato da Neri Marcorè, insegna ai ragazzi il rugby. Così come avviene nel film d’esordio Tre metri sopra il cielo ed allo stesso modo di Come diventare grandi nonostante i genitori, dove una giovane band lotta per coronare un sogno fatto di musica, i protagonisti della storia tornano ad essere i ragazzi.

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Lucini parte dal contrasto tra la città e la provincia, un tema affrontato nel recente Io e mio fratello, declinando il tema con il segno opposto. Lì la protagonista Denise Tantucci giunge in Calabria da Milano per scongiurare un matrimonio, e ritrova il senso della vita tra le boutades dei parenti sulla sua inadeguatezza amorosa ed esistenziale. Qui accade il contrario. Arrivando dalla campagna i protagonisti entrano in una realtà all’ apparenza più complessa, che si vuole considerare più evoluta, più aperta, ma che in verità non brilla di ampie vedute. Questo scarto viene indagato attraverso la sessualità. Il turbamento adolescenziale di Tiberio è in equilibrio tra l’amore impossibile per una pornostar, Milly D’Italia, e l’indifferenza per le attenzioni di una coetanea. Poi c’è il Primo, che consegna la posta ad un uomo, Claudio (Cristiano Caccamo) che ormai sta diventando una donna, ed vittima delle violenze degli amanti di turno. Primo si rivela in possesso di straordinaria umanità, un po’ quello che avveniva tra Pozzetto e Ranieri nel film di Steno, La patata bollente.

Accettazione, diversità, crescita, morale, erotismo. Lo sguardo di Lucini in alcuni passaggi è un aperto omaggio alla commedia sexy, privata dei suoi aspetti goliardici espliciti. Con il coraggio, in questi tempi che si fingono puritani, di usare il nudo senza intenzioni trasgressive. Niente docce sconsiderate insomma. Forse la riflessione generale è un po’ confusa, anche se indubbiamente il film affronta un quesito contemporaneo basilare, quello sul potere delle immagini e la seduzione esercitata dalla immagini sulla realtà. Se un difetto si può trovare è in questa scrittura sempre molto controllata. Quando poi bastano la passione e l’ardore di un fotogramma a stravolgere ogni significato, e le immagini trovano la loro espressione più pura in quella trascendenza di senso che rende incandescente anche la più piccola emozione.

Regia: Luca Lucini
Interpreti: Maya Sansa, Andrea Pennacchi, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Raffaella Di Caprio, Alessandro Bressanello, Christian Mancin, Marta Guerrini
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 96′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
3 (3 voti)
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