L’esorcista. Il credente, di David Gordon Green

Il regista con Jason Blum ripete il giochino dei tre Halloween ma qui i risultati sono ancora peggiori. Guarda solo Friedkin, nega i sequel e il citazionismo ora è l’anticamera della morte del genere.

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Forse il quasi contemporaneo ritorno in sala del cult di William Friedkin è impietoso nei confronti della versione targata Jason Blum/David Gordon Green. Perché la devozione (vera o presunta) nei confronti dell’originale lo smaschera apertamente e mostra come sia privo di ogni possibile sguardo sulla contemporaneità malgrado l’uso di un montaggio serrato che però finisce anche per anestetizzare la suspense. Il produttore e il cineasta provano a replicare lo schema di Halloween, Halloween Kills, Halloween Ends che già aveva mostrato, dietro l’omaggio i suoi limiti ma anche una capacità di ragionare sui residui del genere. Se però, soprattutto nel primo, l’operazione era interessante proprio per la mancanza d’inventività dell’horror degli anni Dieci e quindi rafforzava ancora di più la grandezza (in quel caso) del film di Carpenter, L’esorcista. Il credente si pone come uno dei possibili sequel del film di Friedkin facendo tornare in squadra Ellen Burstyn per la prima volta dal 1973 ma finendo per renderla anonima, anzi rischiando quasi di soffocarla.

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Tutto comincia ad Haiti dove Victor si trova in vacanza con la moglie incinta. A causa di un terremoto la donna resta gravemente ferita. Victor deve scegliere: salvare lei o la figlia. Passano 13 anni e l’azione si sposta in Georgia. L’uomo vive con la figlia adolescente Angela che ha cresciuto da solo. Un giorno la ragazzina le chiede se può restare dall’amica Katherine per fare i compiti ma non torna più a casa. Sia Angela sia Katherine, dopo essere misteriosamente scomparse, vengono ritrovate dopo tre giorni ma non si ricordano niente di quello che è successo. Ma il loro comportamento all’inizio è anomalo, poi diventa inquietante; un demone si è infatti impossessato del loro corpo. Disperato, Victor si rvolge all’unica persona che può aiutarlo, Chris MacNeil che proprio 50 anni prima si era trovata nella stessa situazione con Regan.

Le porte semiaperte del film di Friedkin, gli scatti improvvisi di Linda Blair vengono riciclati in un horror mai come stavolta riposseduto del suo citazionismo. Il legame con L’esorcista viene mostrato in modo così esclusivo come se non ci fossero mai stati sia i sequel successivi, quello grandioso di John Boorman del 1977 e invece quello più trascurabile firmato da William Peter Blatty (proprio l’autore del romanzo da cui è partito tutto) del 1990. Forse sarebbe più interessante provare a inquadrare L’esorcista. Il credente nel cinema pre-horror di David Gordon Green sul prima e il dopo della vita del protagonista dopo un evento tragico. Così Victor può essere, stavolta sì, una possibile reincarnazione cinematografica di Jeff Bauman/Jake Gyllenhaal che ha perso le gambe dopo l’attentato della maratona di Boston in Stronger. Io sono più forte o di Joe Ranson/Nicolas Cage e Gary Jones/Tye Sheridan, il primo in fuga dal proprio passato e il secondo da un padre violento in Joe.

David Gordon Green non è Rob Zombie e il suo cinema non inventa nulla. Ma stavolta con Jason Blum, rinnegano anche la grande lezione di Wes Craven degli anni ’90 con la saga di Scream e portano l’horror in un buco nero forse per celebrarne la morte. Ci potevano essere interessanti frammenti di un poliziesco, comunque sciupato in tutta la sequenza del bosco dove si sono perse Angela e Katherine. Poi il grigiore diventa dominante. Una seduta spiritica per liberare le ragazze dal demone così inconsistente si era vista raramente. Quando poi riappare Linda Blair, i giochi sono già fatti. Come per Halloween, potrebbe essere l’inizio di un’altra trilogia. Concepito così, non si vedrebbe nessuna differenza se fossero girati da un’intelligenza artificiale.

 

Titolo originale: The Exorcist: Believer
Regia: David Gordon Green
Interpreti: Leslie Odom Jr., Lidya Jewett, Olivia Marcum, Ann Dowd, Ellen Burstyn, Norbert Leo Butz, Jennifer Nettles, Rory Gross, Amanda Beth, Nigel Barto, Raphael Sbarge
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 111′
Origne: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5
Sending
Il voto dei lettori
1.2 (10 voti)
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