Monarch. Legacy of Monsters, di Chris Black e Matt Fraction

Ha problemi di tono e a volte fatica a sostenere le buone idee che la attraversano, ma la serie Apple sul Monsterverse si rivela un testo essenziale per riflettere sull’apoliticità delle piattaforme

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A volte conviene fermarsi, fare un passo indietro e riunire le idee. Sembra impossibile, oggi, in un contesto sempre più accelerato, rapidissimo, indulgere in un reset pare ma a ben vedere, per giustificarlo, per sostenerlo, basta un’idea o, ancor meglio, una vera necessità.

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Si potrebbe in effetti già scrivere moltissimo della strana parabola del Monsterverse. Iniziato nel 2014 dallo splendido lavoro in “assenza del mostro” di Gareth Edwards, proseguito con il Vietnam/Monster Movie Kong – Skull Island di Vogt-Roberts e poi divenuto divertissement giocoso dal taglio massimalista nelle mani di Michael Dougherty e Adam Wingard, che, tra King Of The Monsters e Godzilla vs Kong pare voler riscoprire il potenziale quasi supereroistico di Godzilla, seguendo un po’ certe linee che già in oriente si intravidero negli anni ’80. Ma la carne al fuoco dagli ultimi due film è forse troppa, tra derive criptozoologiche e teorie cospirative e la presa sul pubblico, rischia di divenire sempre più debole.

Ecco, in primo luogo allora colpisce di Monarch – Legacy of Monsters, la serie legata al Monsterverse prodotta da Apple e arrivata sulla piattaforma a novembre il suo essere una sorta di tutorial per lo sguardo dello spettatore, capace di mostrargli dove guardare e, ancor meglio, risolvendo per lui certi passaggi più oscuri della “mitologia” del Monsterverse, primo tra tutti, le teorie legate alla Terra Cava, sempre più centrali nella narrazione. Per farlo, la serie si sofferma dunque sulle origini dell’agenzia Monarch, l’ente che nel franchise pare sorvegliare (e forse domare per i propri fini) i Titani come Godzilla e Kong. Ne esplora le origini e costruisce su di essa un dramma famigliare che inizia quando due fratellastri decidono di mettersi alla ricerca del loro padre, misteriosamente scomparso mentre tentava di svolgere ricerche per conto dell’agenzia.

Ma se le intenzioni sono chiare, il passo di Monarch. Legacy of Monsters è squilibrato, indeciso sull’approccio da adottare, costantemente rimpallato tra il serioso realismo di Edwards e le derive war fantasy di Voight-Roberts senza tuttavia mai cogliere il vero nucleo stilistico delle due letture. E così a spiccare sono soprattutto certi bagliori, certe intuizioni, come lo straordinario personaggio di Kurt Russell, l’action hero sornione e senza paura che la serie avrebbe meritato e che invece viene spesso tenuto ai margini oppure certi passaggi che quasi miracolosamente riescono a conservare uno sguardo sul Mostro pienamente cinematografico, anche traslato in uno spazio televisivo.

Monarch. Legacy of Monsters trova la sua misura nel bell’ultimo atto ma è indubbio che, al di là di qualsiasi problema di ritmo o approccio, la serie riesca soprattutto a rendere il trauma orientale legato a Godzilla un fatto tutto americano, con la creatura che si insinua nelle pieghe dell’inconscio collettivo occidentale e si infiltra fin dentro le pieghe della sua Storia, di cui riscrive in modo inquieto certi passaggi centrali. Ma forse non è soltanto un discorso storico, quello di Monarch ma anche ideologico. Ecco da questa prospettiva lo sguardo della serie Apple è in effetti lucidissimo. Perché da un certo punto di vista Black e Fraction firmano un bigino dello zeitgeist, di certi suoi pensieri, ma anche di certe sue contraddizioni.

Monarch. Legacy of Monsters prosegue infatti una riflessione già sfiorata in Godzilla vs Kong, che promuovendo a ruolo di protagonista/eroe il podcaster cospirazionista interpretato da Bryan Tyree Henry, pareva strizzare l’occhio a tutta quella galassia di commentatori dell’alt-right che proprio in internet e attraverso deliranti podcast esprimevano le loro teorie sulla Q-Nation o sui brogli di Hilary Clinton.

Ecco, la serie su questo strano gesto d’intesa con alcune delle zone più ambigue della palude internet costruisce il suo mondo, a partire proprio dal racconto dell’Agenzia, non più entità minacciosa per la salvaguardia del mondo ma contesto diviso in correnti e alleanze, che accoglie tanto le derive più violente e pericolose quanto quelle più altruiste, interessate alla convivenza pacifica di uomini e titani, quasi ambientaliste, si potrebbe dire. Che è un po’ un segnale evidente del non voler prendere davvero posizione, del lasciare la palla ad un pubblico chiamato a leggere tra le righe.

Monarch. Legacy of Monsters ha tutta l’aria di essere un testo capitale per riflettere sull’apoliticità delle piattaforme, aperte a ogni tipo di spettatore e di sguardo, anche i più discutibili. E per certi versi, se la serie vuole essere tutorial, se punta a essere uno spazio accogliente, deve esserlo per tutti, anche per il lato oscuro di internet.

 

Titolo originale: id.
Creata da: Chris Black, Matt Fraction
Regia: Matt Shakman (Episodi 1, 2), Julian Holmes (Episodi 3, 4), Mairzee Almas (Episodi 5, 6), Hiromi Kamata (Episodi 7, 8), Andy Goddard (Episodi 9, 10)
Interpreti: Kurt Russell, Wyatt Russell, Anna Sawai, Kiersey Klemons, Anders Holm, Joe Tippet
Distribuzione: Apple TV+
Durata: 10 Episodi, 41-50 minuti a episodio
Origine: USA, 2023

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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Il voto dei lettori
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