Riabbracciare Parigi, di Alice Winocour

Gli effetti traumatici post-attentato in un film di grande intelligenza, molto documentato e attentissimo ai dettagli, pieno di dolore ma anche carico di pudore e d’amore. Bravissima Virginie Efira

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Rivedere Parigi. Con altri occhi, quelli di una rinascita dopo la morte. Nulla è più come prima. Mia, che lavora in radio come traduttrice dal russo, è a cena col suo compagno ma lui riceve una telefonata e le dice che deve rientrare in ospedale per un’emergenza. Lei sta tornando a casa in moto ma inizia a piovere forte così si ferma in una brasserie, L’etoile d’or. Il locale è pieno, c’è chi si fa i selfie davanti alle lumache e chi sta festeggiando un compleanno. Mia sta bevendo un bicchiere di vino poi va in bagno perché ha le mani sporche d’inchiostro. Improvvisamente, il rumore degli spari e il vuoto. Stacco. Un giorno Mia passa davanti al luogo dell’attentato e incontra Thomas, uno dei sopravvissuti. Da quel momento cerca di ricordare quello che le è accaduto. E parte dal dettaglio di un uomo che le ha tenuto la mano.

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Si incrociano le voci-off in Riabbracciare Parigi. E la mano sensibilissima di Alice Winocour è attentissima ai minimi dettagli, dai toni di voce, agli sguardi persi nel vuoto, alle paure. Non solo. La cineasta riesce quasi a interagire con i pensieri della protagonista, interpretata da Virginie Efira che offre una prova di sconvolgente verità, come se lei stessa, prima del suo personaggio, si portasse addosso i segni della tragedia. L’attentato è rivissuto soprattutto soggettivamente. Parigi, come nell’ottimo Un anno, una notte, diventa una metropoli quasi sconosciuta che sembra aver perso anche la propria identità. C’è un lavoro enorme di ricerca da parte di Alice Winocour che ha letto moltissimo materiale sui social sulle persone che c’erano la sera degli attentati (anche se non sono direttamente citati, viene da pensare a quelli del 2015 alla sede di Charlie Hebdo e al Bataclan) e ha parlato con molti psichiatri. L’azione della sparatoria è mostrata fugacemente. A prevalere è invece il racconto su quello che sta accadendo nella testa delle persone che quella sera sono stati presenti nella brasserie come Mia e Thomas ma anche sulla ragazza che invece ha perso i genitori.

Virginie Efira ha lo sguardo bloccato. Si vede nella scena in cui è ferma in mezzo la strada. Non sente più le parole del compagno. Trova invece la complicità con chi ha vissuto lo stesso trauma, proprio come Max Klein/Jeff Bridges nello stratosferico Weir di Fearless. Senza paura. Al quarto lungometraggio, la cineasta francese riesce a costruire un cinema dalla forza emotiva sconvolgente e dolente, come aveva già fatto con la figura del militare francese che soffriva di disturbi post traumatici da stress dopo il rientro dall’Afghanistan in Maryland. Ma è anche un film sulla ricerca di un nuovo equilibrio da parte della protagonista. E, sotto questo aspetto, Mia può essere una variazione del personaggio dell’astronauta Sarah interpretata da Eva Green in Proxima. Ogni primo piano su Virginie Efira è l’esempio di come il film sa raccontare la sua protagonista anche solo da un’inquadratura. Ogni sua reazione non ha bisogno di parole. Sono solo gesti improvvisi, istintivi, vissuti. Quello in cui se ne va dal concerto, l’altro in cui non si sente inizialmente di affrontare il gruppo di sopravvissuti nel locale o il tentativo di discolparsi dalla donna che l’accusa di essersi chiusa in bagno e non aver fatto entrare nessuno durante la sparatoria. Ma Winocour è anche bravissima a raccontare tutte le altre storie, da quella dell’ottimo Benoît Magimel la cui vita sembra sospesa in un limbo, alla cameriera, fino al cuoco della brasserie che sarà una figura fondamentale per Mia.

Riabbracciare Parigi è un film complessissimo di straordinaria umanità, un cinema sulle cicatrici sul corpo e sulla memoria dove, da questo punto di vista, riprende la lezione di Resnais di Hiroshima mon amour. Un cinema pieno di dolore ma anche carico di pudore e d’amore che guarda con speranza ai giorni che verranno. Diversissimo ma autentico ed emozionante come Un anno, una notte. Ogni piano, ogni dialogo diventano un abbraccio.

Titolo originale: Revoir Paris
Regia: Alice Winocour
Interpreti: Virginie Efira, Benoît Magimel, Grégoire Colin, Maya Sansa, Amadou Mbow, Nastya Golubeva Carax, Anne-Lise Heimburger, Sofia Lesaffre, Clarisse Makundul
Distribuzione: Movies Inspired
Durata: 105′
Origine: Francia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4.2
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Il voto dei lettori
4 (3 voti)
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