Supersex, di Francesca Manieri

C’è qualche rara illuminazione soprattutto nell’intesa tra Alessandro Borghi e Jasmine Trinca ma la serie su Rocco Siffedi è patinata, illustrativa e mai autenticamente carnale. Da oggi su Netflix.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

“Oh, mon Dieu” dice Sylvie quando vede il pene del giovane Rocco Siffredi a Parigi. Forse è uno dei momenti della serie in cui il ‘re del porno’ italiano vede la sua immagine allo specchio. Perché è lì che la pornostar vede i riflessi del proprio desiderio. Forse la cosa più interessante di Supersex è proprio l’immagine di come il protagonista sia percepito dagli occhi degli altri. Creata e scritta da Francesca Manieri (sceneggiatrice, tra gli altri, di Veloce come il vento, L’immensità e delle serie Il miracolo e We Are Who We Are) e diretta da Matteo Rovere (anche produttore per Groenlandia insieme a Lorenzo Mieli per The Apartment), Francesca Mazzoleni e Francesco Carrozzini, debutta da oggi su Netflix ed è composta da sette episodi. Non a caso, il continuo saliscendi tra caduta e rinascita di Rocco richiama quello dell’ex-pilota Loris in Veloce come il vento. In più l’intensità del rapporto del personaggio interpretato da Stefano Accorsi con la sorella portata sullo schermo da Matilda De Angelis, è simile a quello tra Rocco e Lucia, dove la sintonia tra Alessandro Borghi e Jasmine Trinca (già evidente in Supereroi di Paolo Genovese) sposta la miniserie dalla ferrea struttura di un biopic che, se da una parte è fondamentale, dall’altra l’imprigiona perché il mito di Rocco Siffredi è più suggerito che mostrato.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Supersex parte (quasi) dalla fine, come un lungo flashback, a Parigi nel 2004 quando Siffredi, durante un’intervista, annuncia di volersi ritirare per sempre dal mondo del porno. Quando tra il pubblico riconosce il fratellastro Tommaso, è come se avesse visto un fantasma. Da quel momento la serie alterna varie fasi temporali della vita di Rocco, dall’infanzia a Ortona nel 1974 con la sua voce-off, al salto temporale di dieci anni più tardi con la sua corsa al treno fino al suo arrivo a Parigi a metà degli anni ’80 da dove Rocco Tano inizierà la sua metamorfosi in Rocco Siffredi, nome che ha preso dal gangster interpretato da Alain Delon in Borsalino.

Alessandro Borghi è credibile nel ruolo della pornostar che, tra l’altro, fa una breve apparizione come cliente al ristorante di Parigi. Ma al di là del protagonista e della figura di Lucia, gran parte degli altri personaggi non riescono a far emergere il rapporto che hanno con Rocco a cominciare dal padre e il fratello, mentre appaiono forzati, a rischio caricatura, sia quello della madre che di Tommaso. In più resta sfocato anche quello di Gabriel Pontello, il supereroe di Rocco scoperto proprio dal fotoromanzo porno “Supersex” in cui lo stesso dettaglio delle sue pagine strappate in qualche modo anticipa quello strappo con l’ambiente visto proprio in apertura nel primo episodio della serie.

Viene da pensare alla rappresentazione che ha fatto Hazanavicius di Godard. Come nel caso del cineasta francese, il Mito rischia di soffocare un racconto che cerca un respiro ampio ma poi s’impantana in una confezione patinata – anche quella relativa all’infanzia – dove l’ambiente del porno diventa illustrativo e mai autenticamente carnale. Dietro c’è sicuramente un grosso lavoro di preparazione, soprattutto di scrittura. Poi, come a volte succede, le cose non tornano nel momento in cui i personaggi prendono vita sullo schermo. Le diverse epoche sono suggeriti più da un’attenta ricostruzione e da canzoni come Bravi ragazzi di Miguel Bosé e soprattutto Questa notte c’è di Ornella Vanoni che regala uno dei pochi momenti di autentica nostalgia. Perché Supersex la cerca la nostalgia ma raramente riesce a trovarla. E rischia di smarrirla quando percorre le improbabili strade di un gangster/polar con clan dei corsi e resa dei conti con gli zingari a Ortona dove le pagine della vita di Rocco rischiano di volare via proprio come il fotoromanzo che da il titolo alla serie.

 

Creata da: Francesca Manieri
Regia: Matteo Rovere, Francesca Mazzoleni, Francesco Carrozzini
Interpreti: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni, Francesco Pellegrino, Enrico Borello, Vincenzo Nemolato, Gaia Messerklinger, Jade Pedri, Linda Caridi
Distribuzione: Netflix
Durata: 50′ (circa) ogni episodio
Origne: Italia, 2024

 

 

La valutazione della serie di Sentieri Selvaggi
2.2
Sending
Il voto dei lettori
2.51 (76 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array