Shawn Levy sembra aver trovato un sodalizio fortunato con Ryan Reynolds, dopo aver lavorato insieme in Free Guy. Eroe per gioco e The Adam Project, i due sembrano intenzionati a proseguire la loro collaborazione in casa Disney con Deadpool 3. Il regista sembra aver trovato una formula vincente per conquistare il botteghino: un buon mix di nostalgia, riferimenti geek, effetti speciali e una storia cucita a pennello sulle spalle del suo protagonista.

Adam vive nel 2050, è un pilota di caccia spaziali in un tempo in cui i viaggi nel tempo esistono. Un inseguimento con una non meglio identificata figura femminile lo costringe ad un salto nel passato, nel 2022. Solo e ferito si reca dall’unica persona che può aiutarlo a sistemare il suo aereo a riconoscimento di DNA, ossia il giovane sé stesso di dodici anni. Il piccolo Adam si trova coinvolto dal grande Adam in un’avventura fatta di viaggi spaziali, sparatorie e spade laser, nel tentativo di svelare un mistero che si nasconde nel loro passato.

The Adam Project è una riuscita operazione postmoderna, in cui diversi elementi e richiami ad altre opere si mischiano andando a creare una nuova storia, autonoma e indipendente, che ha però il sapore del familliare e del conosciuto. Una delle grandi fonti d’influenza del film sono senza dubbio i film Marvel, richiamati fin dalla scelta di un cast attoriale profondamente legato alla saga: Ryan Reynolds (Deadpool), Mark Ruffalo (Hulk) e Zoe Saldana (Gamora). Questa influenza si esplicita in particolare in due temi: i viaggi nello spazio e in quelli nel tempo.

Adam è un linguacciuto pilota di navi spaziali, sarcastico e dalla battuta sempre pronta, ha più di qualche punto in comune con lo Star-lord di Guardiani della galassia. Da quest’ultimo film deriva anche un’attenzione al retrofuturismo che si riflette in un’estetica anni ’80 e nella scelta delle hit musicali che accompagnano gli scontri. Se nei guardiani era Hooked on a Feeling a dettare il ritmo del film, qui l’onore spetta a Gimme some lovin’, che accompagna l’adrenalinica apertura del film di Shawn Levy. Anche il viaggio nel tempo sembra allinearsi a quello di Avengers: Endgame, che al contrario di film come Tenet o Ritorno al futuro si pone pochi problemi di continuità temporale, di paradossi e infrange fin dalle premesse uno dei grandi taboo dei salti nel passato: non interagire con te stesso.

The Adam Project è un film che funziona solo perchè pensato appositamente per il suo protagonista: a Ryan Reynolds non viene chiesto nulla di più che essere sé stesso, e lui si limita a far questo. Un personaggio che forse ha visto la sua maggior affermazione proprio nel primo Deadpool, e che abbiamo imparato a conoscere, riproposto in salse diverse, ma pur sempre uguale.

Il film di Shawn Levy è una commedia d’azione senza pretese, si rivolge ad un pubblico di adolescenti appassionato di videogiochi e ha come unico obiettivo quello di intrattenerlo. Ci riesce, come confermano i successi di botteghino e la presenza tra i più visti di Netflix fin dalla sua uscita, ma non aspettatevi nulla di più.

Titolo originale: id.
Regia: Shawn Levy
Interpreti: Ryan Reynolds, Zoe Saldana, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Walker Scobell
Distribuzione: Netflix
Durata: 109’
Origine: USA, 2022