The Beekeeper, di David Ayer

L’apicultore lontano dal mondo contemporaneo deve vedersela con i cyber-criminali dell’epoca informatizzata. Statham mena le mani per difendere la lingua dell’action da questo nostro cinema dei dati

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Questo sull’apicultore è il quinto film di Jason Statham da Operation Fortune di Guy Ritchie, uscito ad aprile 2023 (seguono Fast X, Shark 2 e I mercen4ri): nell’industria dell’action oramai del tutto rifondata in chiave supereroistica, l’ex-Transporter resiste con il suo cinema in cui si menano le mani alla vecchia maniera, il protagonista inarrestabile utilizza qualsiasi oggetto contundente o meno si trovi vicino per stendere decine di energumeni in fila, sibila pochissime frasi per tutto il film e quando lo fa sono soprattutto punchlines gradasse ad effetto (qui ossessivamente legate alla metafora dell’arnia, dell’alveare, della regina, dell’ape maschio ecc) – ma soprattutto, almeno all’apparenza (come il padre vendicativo del miracoloso Silent Night di John Woo) è un uomo comune, che alleva api quando non fa il meccanico, forte del suo brutto grugno da quartiere operaio delle periferie inglesi.
Anzi, uno potrebbe addirittura leggere l’intero The Beeekeeper come il tentativo di resistenza del corpo-Statham ai meccanismi del cinema d’azione contemporaneo, in cui il canovaccio che si ripete instancabile dai tempi di Senza un attimo di tregua di John Boorman va per forza di cose legato con un worldbuilding più ampio che coinvolga cospirazioni governative e società segrete (in questo caso proprio quella dei “beekeeper”, sicari infallibili al di sopra della legge e delle istituzioni, che intervengono a ristabilire l’ordine internazionale quando l’equilibrio è in pericolo).

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

No, questo non sarà il nuovo John Wick, per quanto la direzione sembra evidentemente quella – soprattutto, perché Jason Statham sembra non volere saperne nulla di marchingegni hi-tech, armi sofisticate e una squadra di cattivi chiamati a sopprimerlo che sembrano uscire dai film precedenti di David Ayer (una carriera oramai battuta in orgogliosa ritirata, gli avremmo preferito un Fuqua periodo Shooter), da Suicide Squad a Bright: l’apicultore qui avanza a colpi di pestaggi ed esplosivi, denti che saltano, dita mozzate, arti spezzati, non si preoccupa più di tanto di agire nell’ombra anzi sembra adorare farsi individuare, apparire all’improvviso nei luoghi ultrasorvegliati incurante di scatenare così l’allarme. Pare quasi volerci dire che è questa l’unica maniera per sovvertire le regole del nostro mondo informatizzato – i cattivi vengono stavolta dal mondo dei ricchi rampolli debosciati che giocano con frodi cibernetiche, criptovalute, phishing e data mining, tu dimmi se non ha ragione Statham, che non possiede manco uno smartphone e vive osservando i tramonti tra i campi, a mettere a ferro e fuoco i call center che hanno truffato l’anziana proprietaria del fienile dove si è ritirato a fare il miele, prosciugandole tutti i conti correnti e i risparmi di una vita.
A margine, bisognerebbe seriamente provare a ragionare dei motivi per cui siamo finiti senza via d’uscita in uno storytelling universale ossessionato dai killer, oggi come non mai, dai ranghi bassi della filiera fino alle vertigini come l’ultimo cristallino Fincher: la figura dell’assassino inafferrabile e delle mille maniere per progettare un omicidio perfetto (sistematicamente agli alti livelli, presidenti della repubblica, capi di multinazionali, e così via) ha surclassato poliziotti, ladri, gangster nel mondo dell’entertainment. Chissà se gli studi sul comportamento sociale delle api hanno una spiegazione anche per questo.

Titolo originale: id.
Regia: David Ayer
Interpreti: Jason Statham, Josh Hutcherson, Jeremy Irons, Emmy Raver-Lampman, Taylor James, Adam Basil, David Witts, Bobby Naderi, Michael Epp, Phylicia Rashad, Jemma Redgrave, Minnie Driver
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 105′
Origine: USA, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
1.62 (21 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array