The Flash, di Andy Muschietti

Qualcosa stride nel ritrovare il Batman di Michael Keaton, forse perché quelli di Burton non erano cinecomic come li intendiamo. Tanto che in questi multiversi fatichi a capire chi sia il cattivo

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Avere una figlia che preferisce l’italodisco alle playlist di canzoncine per bambini di due anni pensate per la sua età ti permette di scoprire le decine di versioni presenti su YouTube di Bla Bla Bla, leggendaria hit stagione 1999 di Gigi D’Agostino, già quella una campionatura dello scat che si sente ad un certo punto in Why Did You Do It?, singolo datato 1975 degli Stretch. La rete è piena di remix e rifacimenti del brano, facilitati dalla natura minimal del pezzo, che agiscono però anche sul look del video originale, anch’esso una scarnissima animazione in stile cavandoliano in cui il piccolo protagonista se la deve vedere con una specie di coccodrillo che spunta da una pozzanghera (nell’interpretazione di Rosa Sozzo Sinceri). Gli interventi degli utenti sul video ne alterano il colore sullo sfondo, ne moltiplicano i personaggi, ne spezzano la coreografia con filtri, effetti, variazioni: una semplice ricerca sul portale vi srotolerà davanti agli occhi le mille Bla Bla Bla home made del web. La mia preferita è un mash up tra il brano di Gigi D’Agostino e il tema di Halloween di John Carpenter, con tanto di video in cui le zucche e i fantasmini attraversano la passeggiata del pupazzetto del clip originale: al centesimo ascolto non so ancora se funzioni o meno, ma ho smesso di chiedermelo. Ecco, quella zucca carpenteriana sulle ritmiche del dj torinese è un po’ come il Batman di Michael Keaton in questo The Flash: riconosco le melodie ma allo stesso tempo c’è qualcosa che stride – forse perché i film di Burton non erano ancora dei cinecomic, o almeno non come li intendiamo oggi, e allo stesso tempo perché, proprio per questo, magari qualcuno aveva la curiosità di vedere quel Batman in azione almeno una volta per davvero, con tutti quei gadget e il resto.
Tanto, come il testo di Bla Bla Bla ricampionabile all’infinito visto che in sostanza non dice né significa nulla, allo stesso modo tutte le figure di questi multiversi sono interscambiabili e riassemblabili in maniera esponenziale – è il primo livello di queste operazioni, quello del gioco combinatorio che rimanda instancabilmente ad altre versioni della stessa storia nell’immaginario pop, come i Superman di Christopher Reeve o addirittura quello di Nicolas Cage (i riferimenti ai recasting più disastrosi di Hollywood arrivano fino al ridanciano plot twist finale su Bruce Wayne…). Ne fanno le spese personaggi letteralmente sacrificati al meccanismo come il ritorno di Zod o l’ingresso di Kara Zor-El, incastrati nel loop della realtà alternativa come escrescenza di un’unica sequenza ripetuta (come Momoa di Fast X “figliato” in sostanza da una sola inquadratura di Fast 5): è vero che il film tenti il mood intimista (mutuato dalla saga a fumetti denominata Flashpoint) alla Dottor Strange nel multiverso della follia, in cui il viaggio del tempo è una questione familiare e di sentimenti (i figli di Wanda come la madre di Barry Allen), ma ad un certo punto il rischio di restare ingolfati nella dinamica a incastri-senza-conseguenze si fa particolarmente presente.

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Peccato, perché Muschietti inanella una lunga sequenza iniziale molto solida a Gotham City con il pipistrello di Ben Affleck che, sottotraccia, nei tableaux vivants come nei ralenti, conferma ancora una volta il debito estetico e formale indelebile dei prodotti DC nei confronti di Zack Snyder l’innominabile (lo ribadiva già a gran voce il precedente Black Adam, di cui questo è comunque decisamente più riuscito). Nella velocità evanescente con cui i protagonisti di questi dispositivi accettano di ripensare in un attimo concetti come morte, passato, colpa e responsabilità, ancora una volta come nel recente, inavvicinabile Across the Spider-verse questi film sembrano rinunciare al perno “morale” del villain, dell’individuazione dell’antagonista: chi è davvero il cattivo di questa storia? Zod? L’assassino a piede a libero della madre di Barry? Il “canone”? The Flash sembra strutturato come un’ode al procedere per tentativi (il barattolo di pelati, lo scontro tra Zod e Supergirl, il replicare la presa dei poteri di Flash..).  Anche qui, questi testi sembrano suggerire come l’unico nemico immaginabile oggi sia quello interno, non più banalmente un nostro doppio quanto un nostro cattivo pensiero che si evolve fino ad assumere un’identità propria, e malvagia. Al netto delle gag, delle battute e degli istanti “emozionali”, quella puramente mentale rimane insomma la suggestione più interessante di operazioni come questa.

Titolo originale: id:
Regia: Andy Muschietti
Interpreti: Ezra Miller, Michael Keaton, Ben Affleck, Michael Shannon, Kiersey Clemons, Ron Livingston, Sasha Calle, Antje Traue, Temuera Morrison, Saoirse-Monica Jackson, Maribel Verdú, Rudy Mancuso
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Durata: 144′
Origine: USA, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2.71 (7 voti)
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