21° TOHorror Fantastic Film Fest – Premi, successi e prospettive
Mandico, Noé, Sion Sono e la director’s cut di Donnie Darko. E poi i concorsi e le scoperte: si chiude l’edizione 21 ma l’appuntamento è per la maratona di Halloween
Anche questa edizione del TOHorror Fantastic Film Fest – la numero 21 perché si è voluto contare quella che purtroppo l’anno scorso non ha avuto luogo – è finita. Fra concorso, fuori concorso e omaggi le premesse erano notevoli, ma ancora di più lo sono stati i risultati. Grande partecipazione presso le sale del Cinema Massimo di Torino, e non solo per le anteprime più attese: quasi tutte le proiezioni hanno registrato numeri che fanno ben sperare. A cominciare dall’apertura con Prisoners of the Ghostland di Sion Sono, film non particolarmente riuscito ma certamente di grande richiamo.
Sempre esterni alla gara, After Blue (Paradise Sale) di Bertrand Mandico e Lux Aeterna di Gaspar Noé hanno colpito nel segno di una manifestazione che vuole esistere esclusivamente in presenza, riunendo un folto pubblico di cinefili nella stessa stanza per il tempo della visione. Una scelta di gusto che negli ultimi due anni è diventata sempre più posizione politica. I due autori francesi, tramite i loro estremismi, rappresentano quel cinema che il TOHorror intende valorizzare facendo divulgazione a favore della settima arte e in dialogo costante e diretto con i suoi spettatori.
Ne è un esempio virtuoso Frank & Zed di Jesse Blanchard, stupefacente incontro fra l’arte dei pupazzi e lo splatter delirante dei primi Sam Raimi e Peter Jackson, vincitore del premio Antonio Margheriti per il film con la più spiccata inventiva artigianale. Sette anni di produzione in vista di un’opera monumentale fatta di passione. Sono da citare anche The The Scary of Sixty-First di Dasha Nekrasova e We’re all going to the World’s Fair di Jane Schoenbrun, gioiellini di messa in scena che insieme al Director’s Cut di Donnie Darko hanno alimentato la sezione American Nightmare.
La giuria del concorso – composta dalla critica Fiaba Di Martino, il micro-collettivo Dikotomiko e il regista Lou Pepe – ha decretato come vincitore Midnight in a Perfect World del filippino Dodo Dayao, il cui premio è stato ritirato di persona dall’attrice Glaiza De Castro. Mentre The Sadness del canadese trapiantato a Taiwan Rob Jabbaz porta a casa sia menzione speciale sia premio del pubblico. Chi scrive intende poi segnalare l’argentino Intra di Pablo Rabe e Gabriel Drah per la forza espressiva e lo statunitense We Need to Do Something per la qualità di scrittura e recitazione.
A proposito del cult di Richard Kelly, scelto per la serata di chiusura in una versione più lunga rispetto a quella rilasciata esattamente vent’anni fa, riteniamo sia bene spendere qualche parola. Realizzato a cavallo dei due millenni, il film porta con sé davvero tutte le scorie linguistiche del periodo. Eppure sembra aver ancora molto da dire sulla costruzione narrativa del mistero, l’approfondimento psicologico e la ricostruzione simbolica del disagio sociale. Sembra, anzi, che oggi molte di queste capacità del cinema siano andate perdute. Grazie di tutto e viva il TOHorror.
Infine la notizia della maratona ideata per Halloween. La notte fra il 31 ottobre e il 1 novembre, dalle 22 alle 6, presso il Cine-Teatro Baretti si susseguiranno una serie di proiezioni non stop per salutare il risveglio delle streghe. Partenza con The Lighthouse di Robert Eggers, mai giunto nelle nostre sale e certamente in attesa di esplodere sul grande schermo. A seguire una valanga di cortometraggi di genere provenienti dalla selezione fatta per l’edizione “congelata” del 2020. «E si chiuderà con Killer Klowns from Outer Space per buttarla in caciara», ha promesso il direttore Max Supporta.