Tra gli oltre 1900 espositori da tutto il mondo che riempiranno i padiglioni del Salone del Mobile di Milano dal 16 al 21 aprile, quest’anno ci sarà anche il regista statunitense David Lynch. Interiors by David Lynch. A Thinking Room, così si chiama l’esposizione del cineasta tra i più poliedrici in assoluto. Cinema, televisione, pittura, fotografia, musica e interior design sono infatti tra le attività d’interesse del regista, che attraverso più arti è stato sempre capace di dialogare con il pubblico con il suo iconico stile surreale.

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A Thinking Room è costituita da più “camere di pensiero”, a cui si accede attraversando un sipario bordeaux. Il curatore del progetto Antonio Munda descrive questi spazi come onirici e commoventi. “Il Salone riflette sulla produzione d’interni e su quanto questa stia in relazione con l’interiorità di chi, quello spazio, lo arreda come proiezione esteriore di sé” aggiunge Munda. In effetti nel suo cinema David Lynch immerge i personaggi e gli spettatori in mondi sovrannaturali e fiabeschi, luoghi dell’ignoto e dell’inconscio. A partire dal suo allucinato esordio dalle atmosfere cupe Eraserhead – La mente che cancella (1977), fino all’estetica straniante di Velluto Blu (1986) o Strade Perdute (1997) il regista utilizza i luoghi come estensione della psicologia dei protagonisti. Un esempio evidente di questo è La Loggia Nera di Twin Peaks, luogo metafisico in bilico tra la vita e la morte in cui l’uomo fa esperienza delle sue più grandi paure.
L’approdo al cinema per Lynch passa però attraverso l’arte della pittura, il suo primo amore, raccontato nel documentario The Art Life di Rick Barnes, Jon Nguyen e Olivia Neergaard-Holm, che ripercorre la storia della formazione pittorica del regista. La pittura è intesa da Lynch come l’arte principale che si porta dietro tutte le altre. Così come la fotografia, che pure ha fatto parte della carriera artistica del regista, pur essendo una rappresentazione fissa gli ha insegnato a pensare per immagini: “I miei film sono quadri filmati, ritratti in movimento imprigionati su celluloide”, dice. I suoi progetti fotografici più noti includono Nudes, dedicato al nudo artistico femminile, e Industrial Landscapes, nel quale ritrae paesaggi urbani e fabbriche.
Anche nell’ambito dell’interior design David Lynch ha realizzato nel tempo progetti visionari, come Mathematics: A Beautiful Elsewhere, esposizione organizzata dalla Fondation Cartier di Parigi nel 2012, che raccoglie istallazioni e sculture dedicate agli eventi più importanti nella storia della matematica. Sempre nella città di Parigi, che sembra essere particolarmente sensibile al genio artistico di Lynch, il regista ha creato la versione reale del Club Silencio, location di una delle scene più memorabili del suo Mulholland Drive (2001), nella 142 Rue Montmartre. Interamente progettato e arredato da lui, il Club Silencio è uno spazio di cultura e incontro, bar-libreria con una collezione di testi personalmente scelti dal regista.

Non stupisce, perciò, che il Salone del Mobile di Milano, per la sua edizione del 2024, abbia voluto un’esposizione pensata da uno dei più visionari artisti del nostro tempo. Come si legge nella presentazione dell’evento, Thinking Room sarà “un luogo immerso nel velluto blu, nel quale è possibile perdersi per poi ritrovarsi e decidere se chi ha offerto quell’opportunità sia l’artista o l’uomo, ammesso che ci sia una differenza”.

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