Mulholland Drive, di David Lynch

Torna oggi in sala dopo 20 anni il film più complesso, libero, straniante, magnifico del regista statunitense in versione restaurata e distribuito dalla Cineteca di Bologna.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Altri “detour” verso infinite “lost highways”. Mulholland Drive spinge ancora di più all’estremità il cinema di David Lynch. C’è lo smarrimento di Strade perdute combinato con lo sperimentalismo nel mettere in scena incubi e deliri di Eraserhead. Ma Mulholland Drive, votato nel 2016 come miglior film del 21° secolo da 177 critici interprellati dalla BBC, è anche un mélo pulsante che avvolge le due protagoniste: Rita, che ha perso la memoria dopo un incidente d’auto, e Betty, una ragazza che va a vivere a casa della zia e aspira a diventare attrice. Siamo davanti, ancora una volta nel cinema di Lynch, a una storia d’amore, eccessiva come Cuore selvaggio e struggente come The Elephant Man. Al tempo stesso il film di Lynch è anche un esempio di “cinema nel cinema” (un regista alle prese con i produttori che gli vogliono imporre la protagonista femminile), un “gangster movie” (il cineasta ricattato da strani personaggi) e un sublime abisso onirico che conduce a un luogo di magia e di rito che ha un’atmosfera sinistra simile ad Eyes Wide Shut.
Previsto inizialmente per una serie televisiva poi rifiutata dal canale ABC, Mulholland Drive è stato all’epoca distribuito in sala grazie al produttore Alain Sarde, alla seconda collaborazione di Lynch dopo Una storia vera. Sarà una coincidenza, ma con questo film il cinema di Lynch hA la libertà tipica della “Nouvelle Vague”, a cominciare dai i titoli di testa in cui le musiche di Badalamenti sottolineano un delirante musical. Ma c’è di più. Forse in Mulholland Drive è presente l’anima di Jacques Rivette nellla concatenazione di movimenti e azioni collettive, nel far continuamente vivere i corpi anche nel fuori-campo, nel pedinare i protagonisti con un occhio soggettivo che può essere sia quello del cineasta sia quello di un personaggio.  C’è tutto un universo che vibra anche fuori i limiti del “cadrage”, un po’ come nei personaggi di Alto basso fragile dove la provvisoria gioia si alterna a un senso di inquietudine opprimente, o la necessità di far quasi coincidere il tempo filmico con il tempo reale di Out 1.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

In Lynch sono presenti degli slittamenti temporali che assorbe completamente le due protagoniste. Ma resta sempre integro quell’improvvisazione che arriva dal cineasta francese, come nella splendida sequenza del provino di Betty per un ruolo cinematografico. Il personaggio che simula è al tempo stesso sé stessa e altro da sé.

Dentro Mulholland Drive possono anche rintracciarsi invisibili ciak di momenti che si ripetono, con lo stesso atteggiamento godardiano di Wong Kar-wai in In the Mood for Love. Nelle due bravissime protagoniste, uguali e contrarie (una bruna e l’altra bionda), Naomi Watts e Laura Elena Harring, c’è una coincidenza e un distanziamento dal proprio personaggio, una necessità di perdersi dentro gli oscuri labirinti lynchiani con il proprio ruolo ma anche con se stesse in quanto attrici. Rita/Camilla e Betty/Diane si perdono, come in Bergman, una dentro l’altra, come l’attrice afasica e l’infermiera di Persona. Si alternano giochi di maschera e di doppio, di arte e di vita, forse già preannunciati con l’arrivo di Betty sorridente a Los Angeles e il suo viaggio in taxi assieme all’anziana coppia dal sorriso e dagli atteggiamenti così caricati nell’essere stranianti. L’immagine, nel cinema di Lynch mantiene sempre quel suo forte senso di instabilità, sempre a metà tra ciò che rappresenta e le proiezioni mentali di un sogno/incubo che ha sempre di più la capacità di avvolgere dentro, di portare verso altri abissi, sorprendendo e depistando da un’inquadratura a quella successiva. Lynch è tra i pochissimi cineasti capaci di disorientare con i suoi ribaltamenti narrativi, con le distanze usate tra la macchina da presa e ciò che inquadra (come le immagini dall’alto di Mulholland Drive di notte) con il nostro sguardo che si smarrisce negli labirinti più complessi. Ogni visione è un nuovo viaggio, un nuovo film. Sì, Mulholland Drive è uno dei film decisivi del 21° secolo ma è anche quello di Lynch che dopo ogni visione si trasforma in un altro film. Qui dentro ci sono insieme uno cento mille film e anche tutta la filmografia del cineasta. Per questo resterà fondamentale, irripetibile, bellissimo per sempre.

 

Titolo originale: id.
Regia: David Lynch
Interpreti: Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Jeanne Bates, Ann Miller, Angelo Badalamenti, Dan Hedaya, Brent Briscoe, Robert Forster
Distribuzione: Cineteca di Bologna
Durata: 147′
Origine: Francia, USA 2001

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

Sending
Il voto dei lettori
3.95 (22 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array