Volfango De Biasi riparte da dove ci aveva lasciati. Se Una famiglia mostruosa costituiva il pretesto per raccontare lo spaventoso incontro tra due nuclei parentali “diversamente simili”, Un matrimonio mostruoso prosegue sulla falsariga del predecessore.

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A riunire le famiglie, umana e non, è il funerale di Nando, padre di Luna (Emanuela Rei) e suocero di Adalberto (Cristiano Caccamo), morto, così si racconta, sotto una colata di cemento armato a presa rapida. Il “defunto”, in realtà, è fuggito in un paradiso fiscale, abbandonando la moglie Stella (Ilaria Spada) per una ragazza più giovane e lasciandola sola, senza soldi e piena di debiti.
La donna, in evidente difficoltà finanziaria, studia allora un “machiavellico” piano per cavarsi d’impaccio. E la crisi matrimoniale tra il vampiro Vladimiro (Massimo Ghini) e la strega Brunilde (Paola Minaccioni) rappresenta una ghiotta occasione per fare breccia nel cuore del consuocero, convincerlo a maritarla e appropriarsi furbescamente di ogni sua ricchezza.

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Se Una famiglia mostruosa ibridava stregonesche atmosfere alla Addams Family ai più comuni stilemi della commedia leggera, questo secondo capitolo si presenta come una naturale evoluzione del concept. Il cast corale torna al gran completo e De Biasi tenta di sfruttarne la variegata composizione per imbastire sottotrame ai margini della principale storyline: Luna e Adalberto sono alle prese con una crisi di coppia, Salmetta (Sara Ciocca) e Ivano (Vincenzo Sebastiani) affrontano le prime fasi di una giovane infatuazione e lo strambo zio Nanni (Paolo Calabresi) deve fare i conti con un’improvviso mutamento di personalità.
Tenta De Biasi; ma invano.

Non c’è nient’altro in Un matrimonio mostruoso. Non un guizzo di regia o sceneggiatura, non un reale tentativo di mostrare qualcosa di nuovo. Il tutto si esaurisce in una demoralizzante mancanza di idee e fiacchezza di intreccio.
Non che ci si aspettasse profondità o riflessioni di rilevanza capitale; ma il film, per larghi tratti, fallisce persino nel suo intento primario di intrattenimento. E la già fragile impalcatura del primo episodio crolla sotto i colpi di un umorismo superficiale e anacronistico. Tanto da arrivare a domandarsi quale sia – e se esista – il target di questo progetto.

Ed è un vero peccato, perché a dispetto della coltre di faciloneria che oscura l’intero film, una freccia al suo arco il lungometraggio di De Biasi l’avrebbe pure. Nella sequenza del finto funerale, in apertura, la simbolica beatificazione del “defunto” Nando recita “assolto per sempre”. Un vero e proprio lutto (nazionale) inconsapevolmente e spaventosamente attuale.
In fin dei conti siamo tutti mostruosi. Forse qualcuno più di altri.
Nulla però che un largo ed ipocrita sorriso non possa magicamente aggiustare.

Regia: Volfango De Biasi
Interpreti: Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Cristiano Caccamo, Paolo Calabresi, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli, Elisa Di Eusanio, Greg, Sara Ciocca, Vincenzo Sebastiani, Mattia Lucentini, Irene Girotti
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 101′
Origine: Italia, 2023

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