Non mi uccidere, di Andrea De Sica

Il nuovo film del regista di Baby e I figli della notte arriva in streaming vod. Un film che funziona più per le scene orrorifiche e d’azione ma rinnova le problematiche del racconto teen nostrano

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Tredici anni fa usciva nelle sale l’adattamento cinematografico dell’universo letterario di Stephenie Meyer, Twilight. Quella del vampiro è stata fin da sempre una figura romantica della letteratura e del cinema. Utilizzando il fantastico e una leggera venatura horror, la saga con Robert Pattinson e Kristen Stewart è riuscita a raccontare una generazione americana con in cuffia Muse e Paramore. Una generazione sempre più abbandonata a se stessa che solo qualche anno più tardi si ritroverà ad essere inseguita dagli echi carpenteriani di David Robert Mitchell e dei suoi mostri trasmessi tramite il rapporto sessuale (It Follows, 2014). Twilight, bene o male, provava a raccontare della ricerca di un posto nel mondo, di amori impossibili che fuoriuscivano dallo schermo. Per anni Stewart e Pattinson sono stati trattati alla stregua delle vecchie icone hollywoodiane degli anni ’20. Tutto ciò sembra una galassia ben visibile, ma lontana per Andrea De Sica.

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Il regista di Baby (2018-2020) ultimamente si sta confermando come una delle voci più presenti all’interno del cinema mainstream italiano. Fin dal suo esordio, I figli della notte (2017) si è sempre concentrato sugli adolescenti. Nel primo film, ad oggi quello più riuscito di De Sica, si giocava con il teen movie, il thriller erotico e l’horror gotico. In un vecchio collegio i giovani figli della notte venivano istruiti dai disumani insegnanti di giorno e di notte sgattaiolavano fuori in cerca di ragazze e feste nascoste in mezzo al bosco. Anche Baby (2018-2020), come l’ultimo film, ragionava su questa dualità tra giorno e notte, ma quello che sembra mancare alle storie di De Sica è la capacità di graffiare davvero, forse perché più focalizzati sull’intento di aprirsi a dei target sempre maggiori (un po’ secondo le logiche netflixiane) e a rimandare a qualcosa d’importazione nella nostra cultura, senza lavorare su uno specifico. Il teen movie è un genere che fa fatica in Italia. Da Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1996) di Enza Negroni a Ovosodo (1997) di Paolo Virzì; dai primi film di Gabriele Muccino a Federico Moccia e le piccole parentesi di Scialla! (2011) di Francesco Bruni e Bangla (2019) di Phaym Buyan. Sono tutti film, chi più riuscito e chi meno, che raccontano sicuramente il contesto culturale giovanile. Prodotti dove la cultura pop esterna viene sempre comunque filtrata per raccontare se stessi. Come nel caso del film di Negroni. Cosa ritroviamo di questi afflati nello sguardo dell’autore di Non mi uccidere, in questo racconto che inizia con una Vokswagen che sfreccia sulle note di The Weeknd?
Questo cinema ha superato anche il concetto di postmoderno, nel bisogno di instaurare una nuova classicità dello streaming, di costruire nuove icone da cui ripartire. Icone che non possono però fare a meno dei loro genitori biologici. E via allora di sequel, reboot e remake. Il cinema italiano in questo senso è uno dei centri più attivi della rivoluzione commerciale. Soprattutto dopo la comparsa di Lo chiamavano Jeeg Robot (e l’ha confermato anche Gianni Romoli durante la conferenza stampa) il cinema italiano ha iniziato ad investire maggiormente su questo genere di prodotti. Ed ecco che sono ritornati in campo i poliziotteschi, i peplum e l’horror. Il supereroe romano interpretato da Santamaria ha dato il “la” per l’affermazione di registi come Mainetti, Rovere e appunto De Sica (insieme anche ad altri come Toni D’Angelo e Daniele Misischia) che lavorano sul rinnovamento del cinema di genere. Basti pensare ai titoli realizzati dalla casa di produzione Groenlandia di Matteo Rovere.

De Sica col suo lavoro sul teen movie si inserisce in questo flusso, ma il problema, come nella maggior parte dei casi, è che tutti questi prodotti rimangono troppo ancorati alla struttura “all’americana” senza però raggiungere la forza del cinema dell’intrattenimento per antonomasia. Per Non mi uccidere il regista ha collaborato con Gianni Romoli, un nome che rientra bene nel discorso sul rinnovamento del cinema di genere, visto che è stato per anni la penna di tutti quei registi che artisticamente sono padri di tutta questa generazione. I vari Argento, Bava, Soavi e Castellari, ma nonostante ciò la coppia De Sica-Romoli non racconta i giovani. Li abbozza e li mette da parte. Li tratteggia per favorire ciò per cui il cinema italiano ultimamente sta prendendo sempre maggiore credibilità, l’azione pura. Le scene di lotta e quelle più orrorifiche sono riuscite; la scena del cimitero dove Alice Pagani cerca il corpo di Robin, è una scena credibilissima, nonostante con questa storia d’amore non si riesca mai ad empatizzare davvero. Perché quello che racconta in realtà De Sica, è un mondo che palesemente non ha alcun appiglio né appartenenza, dove Rocco Fasano si ritrova a fare il doppio di Pattinson e dove i liceali vanno in giro a far festa sui furgoncini con birra e musica rock come se fossero appena usciti da un American Pie. Tutto ciò va a limitare un film che in realtà sarebbe potuto diventare interessante per il ribaltamento sul genere e la possibilità di creare un nuovo franchise su Alice Pagani super-eroina che riesce finalmente a trovare libertà e maturazione. La strada percorsa è quella giusta, ma c’è bisogno di nuove icone nel cinema italiano che non siano solo plastica e neon. C’è bisogno di nuovi Jeeg romani che parlino la nostra lingua, capaci di filtrare tutto quell’immaginario pop americano che li ha formati senza rischiare di risultare banali copie.

 

Regia: Andrea De Sica
Interpreti: Alice Pagani, Rocco Fasano, Anita Caprioli, Sergio Albelli, Fabrizio Ferracane, Silvia Calderoni, Federico Ielapi
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 90′
Origine: Italia, 2021

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
2 (6 voti)
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    Un commento

    • Fa proprio schifo, attori pessimi, storia noiosa, le scene lunghe e pallose, lunica cosa bella è la canzone finale!!! Appena ho letto che era ispirato da twilight ho voluto vederlo ma non centra proprio niente. Spero che non vi sia data la possibilità di farne una seconda parte e lasciate spazio ad altrj film mkgliori. Mai più