Paul Schrader, il critico di Facebook

Il regista di Master Gardener è tra i più attivi su Facebook. Ecco alcuni casi in cui ha commentato senza pietà un film direttamente con un post sul suo profilo o una dichiarazione al vetriolo

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È uscito il 14 dicembre scorso nelle sale italiane Master Gardener, l’ultimo lungometraggio di Paul Schrader, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia ormai nel 2022. Il regista di American Gigolò, Mishima, First Reformed e Il collezionista di carte (nonché sceneggiatore di Taxi Driver e Toro scatenato) ha inoltre ricevuto il Laceno d’Oro alla carriera in occasione del 48° Laceno d’Oro International Film Festival di Avellino, che si è tenuto dal 3 al 10 dicembre. Alla sua ormai cinquantennale carriera da cineasta, ha da diversi anni affiancato anche un’intensa e appassionata attività da utente di Facebook. Tra tante critiche nei confronti del sistema e altrettante foto dei suoi cani, Schrader si cimenta spesso in concisi ed efficaci post sui film che guarda ogni giorno, suscitando spesso piccole polemiche per le sue unpopular opinion. Di seguito, alcuni casi di opere finite nel bersaglio del regista statunitense.

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The Killer (2023)

Paul Schrader non ha apprezzato gli ultimi lavori di David Fincher. Se nel 2020 si era limitato ad un lapidario Mank. Meh., interrogandosi del valore narrativo di The Killer ha usato qualche parola in più, definendolo una masterclass di stile cinematografico, ma proseguendo con C’è un modo di dire per roba simile in Texas. Si dice Tutto cappello.

Napoleon (2023)

Nel caso del nuovo film di Ridley Scott, Schrader ha ammesso di non aver apprezzato la performance del protagonista: Tutti hanno attori che semplicemente non capiscono. Primo nella mia lista Joaquin Phoenix.

1917 (2019)

Il film bellico di Sam Mendes ha fatto parlare di sè per essere stato girato come un unico (seppur finto) piano sequenza. A tal proposito il regista di American Gigolò ha scritto: La domanda non dovrebbe essere Come è stato girato?, ma Perché è stato girato?

Jacques Tati e Radio America

Paul Schrader ha sempre dichiarato di non amare le pellicole di un mostro sacro come Tati, tanto da affermare: La definizione di una stanza all’inferno è una stanza in cui proiettano solo film di Jacques Tati, aggiungendo, a proposito dell’ultimo lavoro di Robert Altman, e nella stanza accanto riproducono tutto il tempo Radio America.

Killers of the Flower Moon (2023)

Nonostante la decennale amicizia che li lega, Schrader non ha risparmiato neanche l’ultima opera di Martin Scorsese e in particolare l’interpretazione di Leonardo DiCaprio: Avrei preferito che interpretasse il ruolo del poliziotto piuttosto che quello dell’idiota. Passare tre ore e mezza in compagnia di un idiota è molto tempo.

Il trono di spade (2011-2019)                                                                                                           

Non solo i lungometraggi, ma anche le serie tv sono state vittime di Schrader, che a proposito dello show targato HBO, storpiandone il nome in Game of Crowns (dall’originale Game of Thrones), ha raccontato: Ne ho visto un’ora anni fa. Non ho sentito il bisogno di andare oltre.

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