Gareth Edwards, tra scenari apocalittici, mostruosi e distopici

Dagli esordi a The Creator, tracciamo il profilo di uno dei nomi di punta della new wave del cinema sci-fi, che ha firmato cult di questa generazione come Monsters e Rogue One

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In occasione dell’uscita italiana del nuovo film di Gareth Edwards, The Creator, vogliamo approfondire l’interesse di una delle nuove voci del panorama hollywoodiano, nei confronti di una narrazione da sempre centrata su di uno scenario apocalittico, mostruoso e distopico, in viaggio tra i generi e i linguaggi cinematografici e seriali.

“Il motivo per cui mi piace la fantascienza è perché offre la possibilità di esprimersi sul sociale, senza tuttavia rivelarlo. Puoi nasconderlo e puoi camuffarlo, servendoti degli strumenti che sono propri del genere, eppure è lì, esiste e vive. Il mio show preferito da ragazzino infatti era Ai confini della realtà, ed il suo autore, Rod Serling, che ha scritto moltissimi dei suoi episodi, ha deciso di fare fantascienza proprio perché poteva fare lo stesso. Cioè raccontare il sociale, camuffandolo con gli elementi e le dinamiche del cinema sci-fi, garantendosi il lasciapassare dalla censura, pur dicendo cose che normalmente non ti era permesso dire ad alta voce”.

In questa affermazione si può concentrare tutta l’essenza autoriale di Gareth Edwards. Una personalità cinematografica che ben prima di raggiungere lo status e la considerazione di regista, è passato per la realtà dell’effettistica, curando per anni piccoli aspetti tecnici di produzioni televisive e cinematografiche come In the Shadow of the Moon di David Sington e Christopher Riley, in seguito premiato al Sundance Film Festival. Per poi giungere agli esordi, con la regia dei primi due episodi di Perfect Disaster, una serie di documentari di Discovery Channel, centrati rispettivamente sulla forza di un tornado F5 abbattutosi sulla città di Dallas e la tempesta solare newyorkese del 2011. Perfect Disaster, in qualche modo, rappresenta per Edwards l’accesso a quella tipologia di racconto e linguaggio filmico fortemente interessato all’idea di spettacolarità, ma anche di narrazione emotiva, conseguente a una dimensione catastrofica e distopica in atto, ampliata in seguito da titoli produttivamente solidi come Godzilla, Rogue One: A Star Wars Story e così anche l’ultimo suo lavoro, The Creator. Il cinema – e la serialità – del regista britannico, classe 1975, si caratterizza fino a qui come il cinema dai grandi scenari, dalle grandi distruzioni, e dagli inevitabili sentimenti: il peregrinare solitario e disperato di un fotoreporter e di una giovane turista in un mondo ormai alla fine, tra quarantene e mostri. Le distruzioni fisiche e psicologiche inevitabili e inarrestabili, causate dalla liberazione di un kaijū a spasso tra le metropoli. Un padre, una figlia e una forza da scoprire, oppure da nascondere, tra universi e pianeti alternativi. E così anche gli effetti devastanti di un’intelligenza artificiale che avrebbe addirittura il potere di mettere in pericolo l’intera umanità.

Gareth Edwards - Sentieri Selvaggi

Gareth Edwards è riuscito ad affermare una sua personalissima idea di cinema, mantenendo un’inattesa coerenza, pur rinnovandosi nella scelta dei temi e dei soggetti trattati film dopo film, nonostante una comune traccia narrativa, perdurante e serpeggiante rispetto all’interezza del suo cinema e che sembra legarsi sempre più alla new-wave del cinema sci-fi, della quale fanno parte anche autori come Neill Blomkamp, Fede Álvarez e Christian Rivers. Fantascienza, distopia, catastrofi e mostruosità. Elementi e linguaggi ricorrenti di un cinema interessato tanto alla dimensione visiva quanto a quella narrativa, molto spesso legata al racconto familiare, tra esistenzialismo ed intimismo drammatico, centrale rispetto al lungometraggio d’esordio di Edwards, Monsters, e così anche a Rogue One: A Star Wars Story. Tutto è cominciato con End Day, film televisivo del 2005, del quale non restano che sottili tracce d’immagine, ancora una volta corrispondenti al catastrofismo, seppur non supportate da alcuna produzione. Tutto giunge a conclusione, almeno per il momento, con The Creator, thriller fanta-action, frutto della collaborazione tra 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One.

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