Barbie e la conquista del Golden Globe “popolare”

Il film di Greta Gerwig guadagna il primo premio blockbuster della storia e prova a rimettere il pubblico al centro della discussione cinematografica

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In occasione della manifestazione dei Golden Globe 2024, il film Barbie di Greta Gerwig ha conquistato il primo premio blockbuster della storia. Un riconoscimento che, consegnato dal divo di Star Wars Mark Hamill e ritirato dall’attrice e produttrice Margot Robbie, è stato istituito per celebrare le pellicole che hanno dominato il box office.
“Grazie mille per i Golden Globe per aver creato un premio che celebra gli appassionati di cinema”, ha dichiarato la Robbie, che nel corso della serata ha voluto esprimere la propria riconoscenza anche nei confronti di “ogni singola persona sul pianeta che si è vestita bene ed è andata nel posto più bello della Terra: il cinema”.

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Con oltre 1,4 miliardi di dollari incassati in tutto il mondo, Barbie ha dunque trionfato all’interno della nuova categoria, riuscendo ad avere la meglio su Guardiani della Galassia Vol. 3, John Wick 4, Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1, Oppenheimer, Spider-Man: Across the Spiderverse, Super Mario Bros e Taylor Swift : The Eras Tour. Anche se l’iniziativa – per qualificarsi è necessario superare i 150 milioni di dollari al botteghino globale, di cui almeno 100 milioni a livello nazionale o, in caso di streaming, “ottenere un numero di spettatori in streaming digitale commisurato riconosciuto da fonti attendibili del settore” – non rappresenta certo una novità nell’ambito delle grandi manifestazioni cinematografiche.

Già diversi anni or sono, ricorda infatti The Hollywood Reporter, gli Academy Award avevano introdotto – e successivamente cancellato – un premio dedicato ai film più “popolari” dell’anno. Idea poi riproposta in altra veste nel 2022, con l’istituzione dei premi Oscars Fan Favorite e Oscars Cheer Moment, entrambi conquistati – nell’anno d’esordio – dal regista statunitense Zack Snyder, per le pellicole Army of the Dead e Justice League

Ma dove nasce l’odierna esigenza di un maggiore coinvolgimento del pubblico all’interno di cerimonie decennali che, pur in continua trasformazione, non hanno mai dovuto ricorrere a soluzioni di questo tipo prima del 2019?

La risposta, forse prevedibilmente, risiede nel drastico calo d’ascolti registrato dalle ultime edizioni degli Academy Award e dei Golden Globe; e, ancor prima, nella situazione di grande incertezza vissuta dalle sale in corrispondenza del periodo (post)pandemico. Sebbene infatti l’anno appena trascorso abbia evidenziato un trend cinematografico particolarmente positivo – con un un incremento del 62% negli incassi e del 59% nelle presenze rispetto al 2022 – i dati raccolti sono tutt’ora inferiori a quelli relativi al triennio 2017-2019 e segnalano un decremento negli incassi e nelle presenze rispettivamente del 16% e del 23%. Tale decrescita, inevitabilmente, si è dunque riflessa anche a livello di ascolti televisivi in occasione delle suddette manifestazioni, convincendo i vertici organizzativi delle stesse della necessità di elaborare nuovi espedienti per consentire al pubblico di sentirsi parte attiva della cerimonia.

A fronte di eventi divenuti sempre più autoreferenziali nonché privi dell’attrattiva che erano sempre stati in grado di esercitare, avere la possibilità di votare secondo le proprie preferenze o, quantomeno, di seguire la premiazione di un film che, come testimoniano le cifre del box office, è stato visionato da un cospicuo numero di spettatori, significa infatti ottenere la facoltà di influenzare – e non soltanto subire passivamente – i processi decisionali del mondo della cinematografia. Quest’ultimo, se svuotato delle sue componenti più commerciali e di conseguenza popolari, rischia di rimanere ad appannaggio esclusivo di una élite di cinefili e addetti ai lavori che non è mai bastato, né potrà mai bastare a mantenerlo in vita.

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