Finalmente l’alba, di Saverio Costanzo
Nove anni dopo Hungry Hearts, il regista dirige un film ispirato al caso Montesi, ambientato a Roma negli anni ’50. Sogna in grande senza farci mai emozionare davvero.

Con Saverio Costanzo ci eravamo lasciati al tramonto, sulle note di Tu si na cosa grande di Modugno nell’emozionante finale di Hungry Hearts, film che a Venezia 2014 era riuscito a portare a casa le due coppe Volpi per le interpretazioni di Adam Driver e Alba Rohrwacher. Negli ultimi anni il regista si è dedicato a due serie tv, In Treatment e L’amica geniale, di cui è stato showrunner e regista. Tra cinema e tv, il regista ha sempre dovuto lavorare per adattare la visione di qualcun altro e restituirla nella maniera più fedele possibile. Con Finalmente l’alba torna in concorso alla Mostra di Venezia dopo nove anni, ma stavolta con un film basato su una sua idea originale ispirata a un celebre caso di cronaca. Nel 1953 una ragazza di origine popolare di nome Wilma Montesi viene trovata morta su una spiaggia del litorale romano. Il caso crea grande scandalo quando si scopre che la ragazza aveva partecipato ad un festino con personalità del mondo dello spettacolo, tra cui il figlio di un esponente di rilievo della Democrazia Cristiana.
Da questa storia torbida di intrighi e insabbiamenti nasce l’atmosfera che avvolge Finalmente l’alba, un film che assume toni sempre più angoscianti col crescere dei minuti. La protagonista è Mimosa (Rebecca Antonaci), giovane ragazza che viene assunta come comparsa da una produzione hollywoodiana a Cinecittà, dove si sta girando un peplum ambientato nell’antico Egitto. Qui entra in contatto con un gruppo di attori americani che la trascinano nel loro affascinante e imprevedibile universo per una notte intera. Rispetto al precedente Hungry Hearts, quasi interamente girato in interni e con pochi interpreti, questo è un film dal budget molto importante con diversi attori internazionali, tra i quali Lily James (Pam & Tommy), Joe Keery (Stranger Things), Rachel Sennott (Shiva Baby) e Willem Dafoe, ormai italiano di adozione.
In fin dei conti, Finalmente l’alba ha la struttura di un coming of age condensato in una sola notte. Nel primo atto Mimosa è una ragazza timida e ingenua che non conosce il mondo fuori dalla sua stanza, allo stesso modo della leonessa in gabbia a Cinecittà. Parallelismo ridondante e fin troppo ostentato, evidenziato da una dissolvenza incrociata e da un finale incomprensibile. Sono tante le idee e le suggestioni che Costanzo infonde in questo film, così tante da non riuscire nell’intento di farci sognare, o emozionare, come nel caso di Hungry Hearts, film piccolo ma con tanto cuore. Forse è proprio questo che manca ad un film che sogna in grande ma si dimentica spesso di considerare lo spettatore, il quale rischia di sentirsi come la stessa Mimosa, un turista in un mondo finto che non gli appartiene.
Regia: Saverio Costanzo
Interpreti: Lily James, Rebecca Antonaci, Joe Keery, Rachel Sennott, Willem Dafoe, Alba Rohrwacher, Sofia Panizzi, Carmen Pommella, Giovanni Moschella, Enzo Casertano, Michele Bravi
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 119′
Origine: Italia, 2023