Spider-Man Across the Spider-verse: da Miles Morales ad Adonis Creed, via T’Challa

Miles Morales è la nuova icona black mainstream che racconta il passaggio di canone del Mito, dal quartiere agli universi paralleli tramite le percezioni multidimensionali

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Forse più di Spider-Man: Un nuovo universoil primo film essenzialmente nato come pura variante multidimensionale dal “canone” è stato Black Panther – Wakanda Forever. Il secondo capitolo di Black Panther. sempre diretto da Ryan Coogler, da principio avrebbe dovuto seguire le gesta di T’Challa subito dopo gli eventi di Avengers: Endgame, soffermandosi principalmente sul rapporto col tempo perduto e la nuova sfida Namor. Ma la morte dell’interprete protagonista Chadwick Boseman come ben sappiamo ha alterato la linea spazio-temporale della saga, costringendo il regista e in primis lo showrunner Kevin Feige a dover modificare dalla radice le sorti del proprio universo a favore forse più delle fanbase che del prodotto in sé. E se le mutazioni in corso d’opera, anche dopo la prima stesura della sceneggiatura, hanno contribuito a mettere in discussione il concetto di sostituzione/recasting dell’icona contemporanea, come è sempre avvenuto per esempio con i Batman e in special modo con gli Spider-man, d’altro canto segna la totale cristallizzazione della Black Culture come una delle chiavi di lettura fondamentali della prima metà del secolo. Perché il re wakandiano non solo è il punto di riferimento afro del MCU ma il simbolo pop di un intero sistema di simboli e rimandi multiversali. Infatti già dal primo capitolo T’Challa attraverso l’uso delle erbe scavalcava il muro della nostra realtà per affacciarsi in un oasi mistica che preannunciava il futuro interconnesso. Passano gli anni, arriva il multiverso, appaiono le interferenze e gli inossidabili What If ma sembra che tutto questo grande discorso sulle variazioni non arrivi mai ad un punto. Doctor Strange nel multiverso della follia e l’ultimo The Flash si avvicinano ma non riescono a rinunciare alla gabbia dei rimandi e delle easter egg: ed ecco che arriva  Spider-man: Across the Spider-verse.

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Miles Morales è icona già miticizzata dalla soundtrack di Metro Boomin e primo grande personaggio ad essere un’esclusiva per Ps5. Lo Spider-man di Morales è a tutti gli effetti la figura di riferimento per raccontare la rilevanza dei nuovi meccanismi di interazione e soprattutto di rappresentazione black nel primo contatto con il nuovo assetto mainstream. Perché in fondo Miles nel corso degli anni ha assimilato quasi totalmente l’aurea del supereroe creato da Stan Lee e Steve Dikto, tanto da divenire l’adeguato sostituito di Peter Parker sull’orlo della pensione generazionale. Reso come un’icona totalmente fluida, l’eroe di Brooklyn si muove tra i vari portali confermando come i miti del contemporaneo provengano dai substrati etnici dei grandi quartieri metropolitani. E tutto ciò lo si può constatare anche al di fuori del disegno cosmico Marvel. Nell’insieme transumanista attorniato dall’eco di un mondo perduto il regista Steven Caple Jr nell’ultimo Transformers – Il risveglio inserisce, in un ultimo e disperato tentativo di resuscitare il Bayhem, la nuova condizione black in cerca di nuove strade al di fuori dell’hood attraverso la capacità di interlacciare un rapporto con universi e dimensioni al di fuori del “conoscibile”. E lo stesso Caple Jr. precedentemente con il secondo capitolo di Creed ci aveva mostrato la facilità di assimilazione dello status stalloniano anche al di fuori dell’universo bianco proletario, legittimando Michael B. Jordan come il nuovo punto di svolta nel “canone”. Ovviamente Miles Morales rimane la figura nevralgica della questione essendo lui, anche più di Adonis, il campione prediletto della gen Z e vera chiave di volta non solamente del multiverso, non solamente di una nuova e possibile idea d’arte, ma di un’intera cultura che vuole sfuggire alla Retrotopia.

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